giovedì 10 agosto ’17

    XVIII settimana del tempo ordinario

     

    nella fotografia un quadro di Paul Klee

     

    Proverbio del Giorno – Gandhi

    Sii tu stesso il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Ti lodo o Signore per l’amore che sempre mi doni. Ti lodo Altissimo perché ogni giorno mi sostieni. Ti lodo Onnipotente perché ami questa tua creatura. Ti lodo Santissimo perché sei misericordioso. Ti ringrazio per avermi donato l’esistenza, per avermi immerso tra le altre creature, per l’affetto dei miei cari che mi hai messo accanto, per il dono giornaliero delle cose necessarie.

     

    Oggi si ricorda S. LORENZO: un santo molto popolare il cui culto è diffuso in tutto il mondo: di solito è raffigurato come un giovane diacono, con la graticola o la borsa del tesoro della Chiesa romana da lui distribuito ai poveri. Pare che Lorenzo sia morto martire sotto l’imperatore Valeriano, ma non così certo che sia morto bruciato. Il corpo è sepolto nella cripta della confessione di san Lorenzo insieme ai santi Stefano e Giustino. S. Lorenzo è uno dei patroni della Caritas.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio Giovanni 12,24-26

      In quel tempo disse Gesù ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.  Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.  Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.

     

    Riflessione Per Il Giorno (Oliviero Toscani)

    «Ieri mia madre mi ha detto: “Ho avuto un solo uomo, tuo padre”. All’improvviso si sono sgretolati anni di liberazione sessuale, di convincimenti libertari, di mentalità radicale. Tutto quel che avevo creduto una conquista civile si è ridimensionato e sono stato messo di fronte alla debolezza della modernità, con la forza di chi afferma un principio antico, senza la consapevolezza di essere, lei sì, la vera rivoluzionaria. Mi sono domandato: sono più avanti io che ho vissuto e teorizzato il rifiuto del matrimonio, l’amore libero e i rapporti aperti o lei che per una vita intera è rimasta fedele ad un solo uomo? Come se fosse la più ovvia delle cose, lei ha impostato tutta la sua vita su concetti che oggi ci appaiono sorpassati, ridicoli: la felicità, l’onestà, il rispetto, l’amore. Mentre penso che non c’è mai stata in lei ombra di rivendicazioni nei confronti del potere maschile mi rendo conto che non esiste nessuno più autonomo di lei. Nessun senso di inferiorità l’ha mai sfiorata, perché le fondamenta della sua indipendenza erano state scavate nei terreni profondi della dirittura morale, della lealtà, della giustizia, dell’onore e non sulla superficie di ciò che si è abituati a considerare politicamente corretto. Il rispetto e la timidezza con cui guardava mio padre e l’educazione che mi ha dato a rispettarlo non avevano niente a che vedere con le rivendicazioni dei piatti da lavare. Mia madre non si è mai sentita inferiore perché ci serviva in tavola un piatto cucinato per il piacere di accontentarci e di farci piacere; o perché lavava e stirava per farci uscire “sempre in ordine”. Sono consapevole che sto esaltando il silenzio e ciò che le femministe hanno definito sottomissione. Ma non posso non interrogarmi sulla vera e falsa emancipazione, su ciò che appartiene alle convinzioni profonde e su ciò che è solo sterile battibecco. Mia madre è esempio di anticonformismo e di liberazione: lei si è affrancata dagli stereotipi e dai bisogni indotti della società massificata. Per conquistare obiettivi importanti siamo stati costretti ad abdicare alla nostra integrità. Noi abbiamo perso la “verginità”, non lei»

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché riscopriamo i fondamenti della vera liberazione personale

     

    Don’t forget!

    Lorenzo è considerato patrono di bibliotecari, cuochi, librai, pasticcieri, pompieri, rosticcieri e lavoratori del vetro. È il patrono della città di Grosseto e Tivoli, di di Sant’Agata li Battiati in provincia di Catania, di Aidone (Enna) dove si venera una sua reliquia e uno dei tre patroni della città di Perugia e compatrono di Viterbo. Il Duomo di Genova è intitolato a S. Lorenzo. Il paese di Amaseno, nel Lazio, custodisce l’ampolla del sangue di S. Lorenzo martire che ogni 10 agosto si liquefà.

     

    185° QUADRO DELLA SERIE: I 1000 QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO

    FEDERICO BAROCCI: LA MADONNA DEL GATTO 1575 olio su tela – 112,7 X 92,7 cm – NATIONAL GALLERY LONDRA

     

    Commissionata dal conte marchigiano Antonio Brancaleoni, la Madonna del gatto, realizzata dal grande Federico Barocci (15335-1612) attorno al 1575, è una tipica opera dell’artista, annoverato per il suo stile elegante e raffinato fra i più importanti esponenti del Manierismo italiano e considerato uno dei precursori del Barocco. In questa magnifica opera egli rivela come la sua adesione ai rigidi dettami della pittura della Controriforma, nulla tolga alla straordinaria capacità di tradurre la scena biblica in toni intimi e familiari. Protagonisti del dipinto sono infatti la Madonna col Bambino, S. Giovannino, e S. Giuseppe, tutti intenti a giocare con un gattino ritto in piedi sulle zampe posteriori. Questo perché S. Giovannino lo stuzzica con un cardellino in mano. Il cardellino è simbolo della Passione: la macchia rossa sul capo ricorda infatti il sangue di Gesù ed è prefigurazione del martirio sulla croce.

    Questa dimensione “domestica” della S. Famiglia aveva lo scopo di avvicinare i personaggi delle sfere divine alla quotidianità dei fedeli, che in loro potevano così riconoscersi. Ecco quindi che Federico Barocci, con il suo tipico stile ispirato al Correggio, molto aggraziato e delicato, raffigura quattro volti sorridenti, dagli incarnati rosei e lievemente arrossati, tutti presi dal gioco col gatto. Lo stesso Gesù Bambino lascia il seno della madre che lo sta allattando per concentrarsi sul gatto. Il dipinto, dopo passaggi in collezioni private, entrò a far parte della National Gallery di Londra dove è tuttora conservato.

     

     

     

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