XIX Settimana tempo Ordinario

     

     scena finale del film L’attimo fuggente

     

    S. MASSIMILIANO MARIA KOLBE

    nasce nel 1894 in Polonia. Entra tra i francescani e, mentre inizia il 2° conflitto mondiale, svolge un intenso apostolato missionario in Europa e Asia. Ammalato di tubercolosi, dà vita al «Cavaliere dell’Immacolata», periodico che raggiunge in una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz dove è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Lì Kolbe offre la sua vita in cambio di quella di un padre di famiglia, compagno di prigionia. Muore pronunciando «Ave Maria»: è il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo II lo ha chiamato «patrono del nostro difficile secolo».

    La Parola di Dio del giorno

    Allora Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.”. (Matteo 18,21-35.19,1)

    Il quadro della Settimana – 24° quadro della serie: i 1000 quadri più belli del mondo

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    Duccio di Boninsegna: Maestà – tempera su tavola – 211 cm × 426 cm – 1308-11. Siena

    La Maestà era la pala d’altare della Cattedrale di Siena, il capolavoro dell’artista e uno dei dipinti più importanti dell’arte pre-rinascimentale italiana. Il 9 giugno 1311 venne posta nella Cattedrale, con una solenne processione alla quale parteciparono le massime autorità cittadine religiose e civili. Un testimone scrisse: «Il giorno che fu portata nella cattedrale, tutte le botteghe rimasero chiuse e il vescovo guidò una lunga fila di preti e monaci in solenne processione. Erano accompagnati dagli ufficiali del Comune e da tutta la gente; tutti i cittadini importanti di Siena circondavano la pala con i ceri nelle mani, e le donne e i bambini li seguivano umilmente. Accompagnarono la pala tra i suoni delle campane attraverso la Piazza del Campo fino all’interno della cattedrale con profondo rispetto per la preziosa pala. I poveri ricevettero molte elemosine e noi pregammo la Santa Madre di Dio, nostra patrona, affinché nella sua infinita misericordia preservasse la nostra città di Siena dalle sfortune, dai traditori e dai nemici».

    Il lato principale, quello rivolto ai fedeli, è dipinto con una monumentale Vergine con Bambino in trono, circondata da un’affollata teoria di santi e angeli su fondo oro. Tra questi si riconoscono inginocchiati in primo piano i quattro santi protettori di Siena (i SS. Ansano, Savino, Crescenzio e Vittore), mentre ai due lati sono raffigurate le due sante protettrici in piedi (S. Agnese e S. Caterina d’Alessandria). Altri quattro santi stanno in secondo piano (S. Paolo e S. Giovanni ev. a sinistra, S. Giovanni Battista e S. Pietro a destra), mentre tutto intorno si dispone con rigida simmetria un appiattito coro di venti angeli alati. Più in alto altre figure di santi più piccoli a mezzo busto (gli altri dieci apostoli) sono opere di bottega. Sulla base del quadro vi è una invocazione alla Vergine: Mater S(an)cta Dei / sis causa Senis requiei sis Ducio vita te quia / pinxit ita (Madre Santa di Dio, sii motivo di pace per Siena, sii Vita per Duccio perché ti ha dipinta così). Nella predella: storie dell’infanzia di Cristo, con protagonista Maria, alternate a figure di Profeti (Isaia, Ezechiele, Salomone, Malachia, Geremia, Osea), mentre nelle cuspidi sei figure di angeli si alternano ad altre scene della vita di Maria. Il retro della grande pala è composto da 25 formelle con scene della Passione e Risurrezione di Gesù nella parte centrale; in alto scene delle apparizioni di Cristo dopo la risurrezione e angeli. Dal punto di vista stilistico l’opera è l’esito più importante del percorso artistico di Duccio e rimane per gli artisti successivi come il grande modello dell’arte senese. In esso si ritrovano sia gli elementi bizantini ancora presenti nello stile duccesco sia gli elementi di gusto gotico che più segneranno il Trecento senese.

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    Preghiera del giorno (Preghiera di Miguel de Cervantes)

    “Vergine del sol più bella, Madre di Dio, ch’è tutta la tua lode: Stella del mar del mondo, per cui l’anima trova dalle sue burrasche la quiete. Nella mia afflizione t’invoco: vedi, o mia Signora, che annego; chè già nei golfi preso dal derelitto e cieco timor, a cui l’alma ansiosa abbandono. La volontà, che è mia e che posso custodir, questa ti offro, Maria Santissima: guarda che vengo meno;
    dammi, Signora, il bene che non merito”.

    Intenzione del giorno

    Perché la festa dell’Assunta indichi a tutti il cielo, come meta
    della vita e della fede cristiana.

    Don’t forget…! Nazioni del mondo 4°: Andorra

    PRINCIPATO DI ANDORRA: microstato dell’Europa sud-ovest, situato nei Pirenei orientali, tra la Francia e la Spagna. È la sesta nazione più piccola d’Europa con una superficie di 468 km2 e una popolazione di 85.458 abitanti nel 2014. È un principato fondato nel 1278 e retto da 2 co-principi: il vescovo della diocesi spagnola di Urgell e il Presidente della Repubblica Francese. Un tempo isolato, oggi è prospero (il Pil pro capite è di 37.000 $), grazie al turismo (visitano Andorra dieci milioni di turisti l’anno) e al suo status di paradiso fiscale. La capitale è Andorra la Vella e la lingua ufficiale il catalano.

     

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