giovedì 8 novembre ’18

    XXXI Settimana del tempo ordinario

     

    Proverbio del Giorno

    L’ambizione e la vendetta hanno sempre fame. – Proverbio Danese

     

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    O Dio, sostieni la speranza del povero che confida nel tuo amore, perché mai venga a mancare la libertà e il pane che tu provvedi, e tutti impariamo a donare sull’esempio di colui che ha donato se stesso, Gesù Cristo nostro Signore. Egli è Dio…Amen

     

    Beato Giovanni Duns Scoto

    Nacque tra 1265 e il 1266, in Scozia da cui «Scoto». Sin da bimbo entrò in contatto coi francescani. Terminati gli studi in teologia si dedicò all’insegnamento a Oxford, Parigi e Colonia dove avrebbe dovuto fronteggiare la confutazione delle eresie Ma morì pochi mesi dopo l’arrivo, il 08-11-1308. Giovanni Paolo II lo ha definito «cantore del Verbo incarnato e difensore dell’Immacolato Concepimento di Maria».

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Luca 15,1-10)

    Si avvicinavano a Gesù i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO (S. Pietro Crisologo)

    Abbandonare le cose grandi, amare le piccole, è proprio della potenza divina, non della cupidigia umana: poiché Dio dà l’esistenza alla cose che non sono e va in cerca delle cose perdute, senza abbandonare quelle che ha lasciato; e ritrova le perdute senza perdere quelle che erano custodite.

     

    La riflessione del giorno (il Caffè di Gramellini)

    Cosa spinge centinaia di persone a mettersi in coda ai gazebo milanesi per donare il midollo osseo a un bimbo di un anno e mezzo che vive a Londra? Ma non eravamo diventati cattivi? Azzardo la risposta. Intanto c’è di mezzo un bimbo, e si sa che i bambini hanno le chiavi per aprire ogni serratura. Poi c’è la trama narrativa: se entro 5 settimane Alessandro non trova un donatore compatibile, morirà o subirà danni irreversibili. Nei registri mondiali non si è trovato nemmeno uno, così è partita la caccia, ma scarse sono le probabilità di successo, anche perché la ricerca si restringe alla fascia tra i 18 e i 35 anni. Solo una sbavatura: le associazioni, prese d’assalto dalle telefonate dei donatori potenziali, rivelano che molti si tirano indietro appena capiscono di non potere essere utili ad Alessandro, insensibili che potrebbero esserlo ad altri. Ma proprio questo conferma che per smuovere il cuore degli uomini non basta una buona causa. Serve che la buona causa abbia un nome, una faccia e soprattutto una trama che ci permetta di sapere come e dove la nostra bontà è andata a finire.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché un po’ tutti impariamo a parlare di meno e ad ascoltare di più.

     

    Don’t Forget!  GUERRE DIMENTICATE

    SANA’A – Migliaia di civili sono sotto assedio a Hudaydah, città portuale nell’est dello Yemen. La coalizione araba a guida saudita ha lanciato un’offensiva contro le milizie ribelli sciite Houthi: Negli ultimi giorni la coalizione araba ha ammassato migliaia di soldati attorno alla città, rafforzando l’assedio. Dal porto di Hudaydah entra circa l’80% dei viveri e degli aiuti umanitari destinati allo Yemen. La drammatica portata del conflitto è racchiusa nelle cifre: secondo stime ufficiali dal marzo 2015 a oggi si sono registrati oltre 10mila morti e 55mila feriti. Inoltre, secondo gli esperti dell’ONU lo Yemen corre “l’evidente pericolo” di una carestia di dimensioni gigantesche, che potrebbe colpire sino a 14 milioni di persone. Sarebbe la peggiore carestia degli ultimi 100 anni.

     

     

     

     

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