martedì 13 novembre ’18

    XXXII Settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine un dipinto di Albert Anker

     

    Proverbio del Giorno

    «Un viaggio lungo mille chilometri inizia con il muovere un piede (Cina)»

     

    Iniziamo la giornata Pregando (Preghiera colletta)

    O Dio, principio e fine di tutte le cose, che raduni tutta l’umanità nel tempio vivo del tuo Figlio, fa’ che attraverso le vicende, lieti e tristi, di questo mondo, teniamo fissa la speranza del tuo regno, certi che nella nostra pazienza possederemo la vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen

     

    Francesca Saverio Cabrini Religiosa

    Nata a S. Angelo Lodigiano nel 1850 nel 1874 si fa suora e sei anni dopo fonda la congregazione delle Missionarie del S. Cuore. Nel 1889 raggiunge gli Stati Uniti per prestare assistenza agli immigrati italiani, ma si spinge anche all’interno e contatta, convertendole, tribù di nativi che non avevano mai visto un bianco. Operò in 7 paesi con 80 case: la sua congregazione fu la prima ad affrontare l’impegno missionario in modo autonomo dal ramo maschile corrispondente. La sua popolarità e il suo prestigio in America erano immensi e viaggiò in tutto il mondo. Morì nel 1917 e fu proclamata santa nel 1950

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio Luca 17,7-10. 

    Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?  Così anche voi, quando avrete fatto tutto ciò che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO

    Ciò che Dio dà all’uomo non gli è dovuto, ma è grazia. Per quanto ci si possa impegnare o fare, tutto quello che si riceve non è in proporzione con quello che si è compiuto: è sempre un’elargizione della bontà e misericordia di Dio. Occorre non preoccuparsi del trattamento che Dio usa nei confronti dei suoi servi fedeli. Sarà sempre conforme alla sua bontà infinita, non alle umili prestazioni dell’uomo.

     

    Riflessione per il giorno (Frammenti di vita)

    E’ un africano di poche parole, ma arguto e ironico, così che a volte mi rivolgo a lui per capire i tipi più strani. “Quel tale è ostinato come pochi, non c’è modo di fargli entrare in testa le cose” gli dico. E lui: “E’ che nella sua testa c’è posto per una sola idea e siccome si ritiene uomo di pace, se ne guarda bene dall’introdurne altre, perché non vuol creare conflitti”. In un’altra occasione gli chiedo: “Quel tale sembra non capire ciò che dico: eppure gli parlo in francese!”. E lui: “Le parole non fanno fatica a entrargli in testa, il problema è che escono subito…”. “Ha qualcosa all’udito?” gli chiedo. “Ma no –risponde- Il problema è che lui è “without the brain” (senza cervello) e le parole, entrando, non trovano ostacoli e schizzano fuori”. Ancora: di uno che trovo spesso in chiesa a pregare gli dico: “E’ un peccato che uno bravo come lui, al di fuori di Dio non abbia nessun amico qui dentro”. “Dio non c’entra. –mi fa con indulgenza come se neanch’io fossi in grado di capire- Lui non va d’accordo con nessuno, perché è convinto di avere Dio dalla sua parte”.     

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i cristiani perseguitati e per tutte le vittime innocenti del fanatismo religioso

     

    Don’t forget!  235° de “1.000 quadri più belli del mondo”

    GERARD TER BORCH: L’AMMONIMENTO DEL PADRE 1654/55 – olio su tela – 70×60 cm – Staatliche Museen zu Berlin Germania

     

    Il pittore olandese GERARD TER BORCH (1617-1681) dipinse questa tela a 37 anni e realizzò due versioni del soggetto, destinate a ricchi borghesi di Amsterdam. Non poteva immaginare che la fama di questa scena domestica -un uomo azzimato si rivolge con aria grave a una giovane a capo chino- avrebbe passato, più di un secolo dopo, i confini delle Fiandre divenendo esempio edificante di vita familiare. Scene come questa erano frequenti nell’area fiamminga e per i pittori erano un’occasione per esibire i più raffinati virtuosismi tecnici. Si pensi ad esempio all’altro titolo col quale è conosciuta l’opera: “La gonna di raso” dovuto all’abilità di Ter Borch nel rendere le qualità ottiche dei tessuti.

    Cosa rappresenta il quadro e che significa il titolo? Per capirlo occorre andare a 111 anni dopo quando un incisore, tedesco di nascita ma francese d’adozione copiò l’opera attribuendole, per primo, il titolo “Instruction paternelle”. Era Johann Georg Wille artista che s’era costruito una solida fama d’incisore. La sua incisione ebbe una larga diffusione in tutta Europa, ma un’osservazione più attenta del quadro originale rivela alcuni elementi anomali: nel dipinto è presente un’alcova con le cortine rosse, la donna identificata come madre (che sta bevendo un calice di vino) è più anziana dell’uomo, che esibisce al fianco la spada. La scena dipinta da Ter Borch apparteneva in realtà al genere detto bordeeltjes col quale, nell’Olanda del XVII secolo si realizzavano immagini di prostituzione per stigmatizzare gli effetti del vizio e della dissolutezza. Quando Wille eseguì nel 1765 la superba incisione al bulino intitolata “Instruction paternelle”, riprodusse tutti i dettagli dell’originale di Ter Borch, tranne uno, una moneta stretta tra indice e pollice dell’uomo, che chiarisce tutto: quello che sembra il padre, in realtà è un cliente; l’ambiente non è una stanza di famiglia, ma di un bordello e la donna in piedi è non la figlia, ma una prostituta. Wille, che ignorava l’ambiente culturale cui l’opera andava riferita, interpretò l’originale come un episodio di vita familiare, un comune ammonimento paterno ricevuto da una ragazza attenta e docile e le attribuì il titolo sbagliato con cui il quadro è noto.

     

     

     

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