martedì 22 maggio ’18

    VII Settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine Madonna col Bambino di  Raffaello Sanzio

     

    Proverbio del Giorno (Africa)

    E’ più facile deviare il corso di un fiume che cambiare il comportamento di un cattivo soggetto.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Glorioso e potente Signore, che alterni i ritmi del tempo, irradi di luce il mattino e accendi di fuochi il meriggio, tu placa le tristi contese, estingui la fiamma dell’ira, infondi vigore alle membra, ai cuori concedi la pace. Sia gloria al Padre ed al Figlio, sia onore al Santo Spirito, all’unico e trino Signore sia lode nei secoli eterni. Amen.

     

    RITA DA CASCIA

    Data in sposa a un uomo brutale e violento che, convertitosi, venne in seguito ucciso per vendetta. I figli giurarono di vendicarlo e Rita, non riuscendo a dissuaderli, pregò Dio di farli piuttosto morire. Quando ciò si verificò, Rita si ritirò in monastero. Qui condusse santa vita con particolare spiritualità in cui veniva privilegiata la Passione di Cristo. La sua esistenza di moglie di madre cristiana, segnata dal dolore e dalle miserie umane, è ancora oggi un esempio.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Marco 9,30-37)

    Gesù e i discepoli, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà». Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?». Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

     

    BREVE RIFLESSIONE SUL VANGELO

    C’è chi è immerso nell’incertezza a causa delle ferite della Passione sul corpo di Cristo e si chiede: «Che re della gloria è mai questo?». È forse piccolo per il fatto che si è fatto umile per causa tua? È forse spregevole perché, Buon Pastore che offre la sua vita per il gregge, è venuto a cercare la pecora smarrita e, trovatala, l’ha riportata sulle sue spalle? Lo ritieni forse meno grande perché si è cinto dell’asciugatoio per lavare i piedi dei discepoli, mostrando che la via più sicura per elevarsi è quella di abbassarsi? O perché si abbassa per risollevare coloro che si piegano sotto il peso del peccato? Lo rimproveri forse per aver mangiato con i pubblicani e i peccatori per la loro salvezza? 

     

    Riflessione per Il Giorno (Dal libro di don Martino Campagnoni)

    Il viaggio aereo di don Bepo e don Capelli verso la Bolivia è durato più di 20 ore e sono stati percorsi più di 16.000 Km. All’aeroporto di La Paz don Bepo e il suo accompagnatore trovano ad accoglierli don Berto Nicoli con un gruppetto di parrocchiani di Muanaypata, La Paz. I due sacerdoti sono commossi dalla festosa accoglienza, salutano calorosamente e salgono sulla jeep che li accompagna alla residenza delle suore Orsoline. Durante il viaggio in auto don Bepo nota che don Capelli ciondola la testa qua e là per i colpi di sonno e con un motto di spirito gli fa: “Alla faccia dell’accompagnatore! Te durmit de la quarta töt ol viàs (hai dormito alla grossa per tutto il viaggio)”.  

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per la Ciudad del Niño di Cochabamba e per tutti i suoi piccoli ospiti

     

    Don’t forget!

     

    22/05/2007: muore don Antonio Berta, fondatore della Ciudad del Niño in Bolivia. «La speranza è l’unica arma con la quale si può andare avanti» diceva. E lui, con quella barba infinita che lo vestiva da capo a piedi di una calda paternità, missionario dal ’66, a Cochabamba con la speranza ha costruito un mondo per i ragazzi boliviani. Per i più poveri, i più soli. E lo ha fatto crescere con generosità e straordinaria energia, fino all’ultimo… Oggi la sua opera è continuata da don Gianluca Mascheroni che ricordiamo nella preghiera assieme al fondatore.

     

     

     

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