mercoledì 17 gennaio ’18

    2.a settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine un quadro di Ashley Bickerton

     

     

    Proverbio del Giorno

    OMNIS FESTINATIO EX PARTE DIABOLI EST. Ogni fretta viene dal diavolo.

     

    Iniziamo la giornata pregando

    Donami, Signore, l’umiltà di togliermi le scarpe, di far volare più lente le mie ali, di spendere meno parole, per illuminare silenziosamente i solchi già aperti del quotidiano e far rinascere piccoli germogli. Così ricorderò che una canzone interrotta dall’emozione, un pennello sospeso nell’aria, hanno il valore di un profondo inchino fino al principio della vita. Amen

     

    ANTONIO ABATE

    Nato a Coma, in Egitto, intorno al 250, a 20 anni abbandonò ogni cosa per condurre vita eremitica per più di 80 anni: morì ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi d’Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, sant’Atanasio, che contribuì a farne conoscere l’esempio in tutta la Chiesa. Solo due volte lasciò il romitaggio: per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati; la seconda, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di Nicea.

     

    La Parola di Dio del giorno (Mc 3,1-6)

    In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. C’era un uomo che aveva una mano inaridita, 
    e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano inaridita: «Mettiti nel mezzo!». Poi domandò loro: «E’ lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell’uomo: «Stendi la mano!». La stese e la sua mano fu risanata. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. 

     

    Riflessione Per Il Giorno (Frammenti)

    1° Episodio: Il papà si sfogava parlando del figlio che non voleva saperne di rispettare gli orari notturni di rientro a casa: “L’ho minacciato più volte di chiuderlo fuori…ma lui, niente: ieri mi ha detto che all’una sarebbe stato a casa e invece è rientrato solo all’alba delle 6”. Mi limito a suggerirgli: “Se dici a tuo figlio che lo chiudi fuori, devi chiuderlo fuori. Se non te la senti, allora non promettere”.

    2° Episodio: Il rosso del semaforo sembra non finire mai: dal gruppetto in attesa un impaziente giovane africano si avventura sulle strisce proprio mentre sopraggiunge l’auto della polizia. “Fermati, che prendi la multa” gli gridano i compari. “Mica siamo in Germania” risponde lui, continuando imperterrito lo slalom fra le macchine.

    Morale: Non far rispettare le norme e non mantenere le promesse, non è da persone serie. Che fiducia e rispetto avrà di te, chi sa già in partenza che tanto non manterrai la parola data?

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché siamo fedeli alle promesse e manteniamo la parola data con Dio e il prossimo

     

    don’t forget

    GIORNATA PER APPROFONDIMENTO E SVILUPPO DEL DIALOGO EBRAICO CRISTIANO

    EVENTO PRINCIPALE DELL’ANNO 18 DI OGNI SECOLO: SECOLO XII – ANNO 1118:

    Baldovino di Edessa viene incoronato Re di Gerusalemme col nome di Baldovino II, nella domenica di Pasqua, 14 aprile 1118. Quasi immediatamente, il regno è invaso dai turchi selgiuchidi provenienti dalla Siria e dai Fatimidi dell’Egitto: ma mostrandosi pronto e disposto a difendere il suo territorio, Baldovino costringe le armate musulmane a ritirarsi senza combattere.

    Nello stesso anno viene fondato, sempre a Gerusalemme da Hugo di Payns l’ordine religioso ma anche militare dei “Poveri di Cristo” meglio noti come Templari.

     

    198° quadro de “i 1.000 quadri più belli del mondo”

    HON’AMI KÔETSU e TAWARAYA SOTATSU: CERVI 1603 – Inchiostro e oro su carta (particolare) – 34 x 939 cm. Art Museum Seattle USA

     

    Il “Rotolo dei cervi” è un rinomato capolavoro dell’arte giapponese, realizzato nel XVII sec, da una formidabile coppia di artisti: Hon’ami Kōetsu (1558-1637) e Tawaraya Sōtatsu (…-1640 circa). Il primo, Kōetsu, è stato uno dei maggiori artisti giapponesi del suo tempo. Profondo conoscitore della letteratura classica, del teatro Nō e dell’estetica della cerimonia del the, egli si cimentò, sotto la guida dei maggiori maestri dell’epoca, nella realizzazione di ceramiche e di disegni per lacche, producendo manufatti di stupefacente bellezza; nel 1615 fondò una comunità di monaci buddisti, nella quale si pregava, si meditava e si producevano oggetti d’arte raffinatissimi. Pur essendo un artista poliedrico, Kōetsu è soprattutto noto come calligrafo. Alcune delle sue calligrafie più belle furono vergate su supporti in carta appositamente decorati per lui da un geniale pittore, Tawaraya Sōtatsu. Nato e attivo anch’egli a Kyoto, Sōtatsu si fece conoscere come decoratore di ventagli, riuscendo ad entrare nelle grazie degli intellettuali della capitale. Il sodalizio con Kōetsu ebbe inizio intorno al 1602. Il “Rotolo dei cervi” è forse l’opera che meglio esemplifica la grandezza del sodalizio tra Sōtatsu e Kōetsu. Sul lunghissimo rotolo si alternano e si sovrappongono con inusitata armonia i cervi e la calligrafia. Gli animali sono in parte solo delineati e in parte riempiti nelle carni di colore: si susseguono esemplari isolati, oppure coppie e anche gruppi, mentre balzano, roteano oppure brucano o osservano; gli sguardi sono intensi, i movimenti musicali. La scelta del cervo per decorare l’opera non fu casuale: il nobile quadrupede è per i giapponesi simbolo dell’autunno, ovvero della stagione della melanconia e della riflessione solitaria. Tutte le 28 poesie di trentuno sillabe (waka) che accompagnano le immagini di cervi hanno anch’esse come tema l’autunno e le sue atmosfere decadenti. Kōetsu le trascrisse nel difficile stile corsivo (soshō) che egli aveva imparato a usare studiando con passione i capolavori della calligrafia del suo paese e della Cina. L’abilità di Kōetsu nel dosare le gradazioni dell’inchiostro e la sua sopraffine sensibilità raggiungono in quest’opera vertici estetici assoluti.

     

     

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