Riflessione del giorno

venerdì 4 dicembre ’15

By Patronato S. Vincenzo

December 03, 2015

 

Iniziamo la Giornata Pregando (canto di avvento)

Osanna al Figlio di David. Osanna al Redentor. Apritevi o porte eterne, avanzi il Re della gloria. Adori cielo e terra l’eterno suo poter. Osanna al Figlio di David. Osanna al Redentor. O monti stillate dolcezza, il Re d’amor si avvicina; si dona pane vivo e offre pace al cuor. Osanna al Figlio di David. Osanna al Redentor.

 

GIOVANNI DAMASCENO. SACERDOTE E DOTTORE DELLA CHIESA

Nato nel 676 circa da famiglia araba di fede cristiana, assunse importanti responsabilità amministrative sotto il governo del Califfo di Damasco. Caduto in disgrazia, si ritirò nel monastero di San Saba in Palestina dove diventò vescovo: predicò molto, scrisse importanti opere teologiche, combatté l’iconoclastia, compose una serie di inni ancora in uso nelle chiese orientali. Morì nel suo monastero verso il 749.

 

La Parola di Dio del giorno (Matteo 9,27-31)

Mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguivano urlando: “Figlio di Davide, abbi pietà di noi”. Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: “Credete voi che io possa fare questo? ”. Gli risposero: “Sì, o Signore! ”. Allora toccò loro gli occhi e disse: “Sia fatto a voi secondo la vostra fede”.  E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: “Badate che nessuno lo sappia! ”. Ma essi, appena usciti, ne sparsero la fama in tutta quella regione.

 

La Riflessione del Giorno (Benedetto XVI)

Da dove nasce la forza per affrontare il martirio? Dalla profonda e intima unione con Cristo, perché martirio e vocazione al martirio non sono risultato dello sforzo umano, ma risposta all’iniziativa e alla chiamata di Dio, dono della Sua grazia, che rende capaci di offrire la vita per amore a Cristo e alla Chiesa, e così al mondo. Se leggiamo le vite dei martiri rimaniamo stupiti per la serenità e il coraggio nell’affrontare la sofferenza e la morte: la potenza di Dio si manifesta pienamente nella debolezza e povertà di chi si affida a Lui e ripone solo in Lui la propria speranza (cfr 2 Cor 12,9). Ma è importante sottolineare che la grazia di Dio non sopprime o soffoca la libertà di chi affronta il martirio, ma al contrario la arricchisce e la esalta: il martire è una persona libera nei confronti del potere, del mondo; una persona libera, che in un unico atto definitivo dona a Dio tutta la sua vita, e in un supremo atto di fede, di speranza e di carità, si abbandona nelle mani del suo Creatore e Redentore; sacrifica la propria vita per essere associato in modo totale al Sacrificio di Cristo sulla Croce. In una parola, il martirio è un grande atto di amore in risposta all’immenso amore di Dio.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché viviamo in tempo di Avvento in spirito di attesa e vigilanza operosa