Il 5 febbraio è stata avviata la prima sessione della causa di beatificazione del Servo di Dio don Bepo Vavassori
Ieri 5 febbraio 2024, nella chiesa del Seminario sul Colle San Giovanni si è tenuta la sessione di apertura della causa di beatificazione di don Bepo Vavassori, fondatore del Patronato San Vincenzo. Il sacerdote, originario di Osio Sotto, dal 25 luglio 1912, giorno della sua ordinazione sacerdotale, per 63 anni ha camminato incessantemente per gli altri ed era solito dire: «Le mie esperienze di vita vanno dal calesse all’astronave, del Concilio di Trento al post Vaticano II, dal catechismo di mons.
Speranza al secondo catechismo olandese Ormai non mi impressiono più di nulla, ma so che c’è un minimo di verità da salvare dalla quale il mondo non potrà mai prescindere, ed è quella insegnata dal Vangelo». La fede nella Provvidenza e la speranza nella vita eterna lo hanno impegnato in una instancabile realizzazione di opere per la gioventù, ognuna delle quali ha una sua dinamica di nascita e di sviluppo che sa quasi di leggenda o di prodigio.
LA SANTITÀ DONO DI DIO
Mons. Francesco Beschi – Vescovo di Bergamo (foto Skandia)
Il Vescovo che ha presieduto la liturgia della Parola dell’avvio della Causa di Beatificazione ha manifestato i sentimenti di gioia della Diocesi per questo evento. «In questi anni a Bergamo – ha detto monsignor Beschi – ho potuto raccogliere l’apprezzamento, l’affetto, la considerazione nei confronti di don Bepo, insieme al desiderio che la sua vita potesse essere riconosciuta.
Il Vescovo ha ricordato alcuni sacerdoti diocesani che lo hanno preceduto – Papa Giovanni XXIII canonizzato nel 2014, don Luca Passi e don Sandro Dordi beatificati nel 2013 e nel 2015, il servo di Dio don Antonio Giovanni Rubbi, parroco di Sorisole e don Antonio Seghezzi dichiarato venerabile nel 2020; e ha poi auspicato che don Bepo possa ricevere il sigillo più alto dal Papa. Mons. Beschi ha voluto anche esprimere un «profondo sentimento di riconoscenza verso don Bepo per quello che ci ha donato, ma anche verso chi ha seguito le sue tracce: i sacerdoti del Patronato, i collaboratori, i laici e quanti si sono impegnati perché si arrivasse a questo momento e che ancora lavoreranno».
Il Vescovo Beschi ha sottolineato che «la santità è un dono di Dio che tutti riceviamo nel battesimo. Siamo poi chiamati a corrispondere e moltiplicare quanto ricevuto». Ha anche aggiunto che «il percorso avviato don Bepo, testimone di come si trasmette il Vangelo con la propria vita, è per tutti una provocazione».
IL GRAZIE DEL PATRONATO AL VESCOVO
Don Davide Rota – Superiore del Patronato San Vincenzo (foto Skandia)
Anche don Davide Rota, superiore del Patronato, ha espresso la contentezza per essere giunti ad un momento tanto atteso: «Desideriamo esprimere la nostra riconoscenza al Vescovo e alla Chiesa di Bergamo per aver creduto in noi, per averci sempre voluto bene. Siamo ora più sicuri che il Patronato è opera di Dio. Desidero ringraziare chi si è adoperato per raccogliere il materiale a partire da don Giuseppe Bracchi e don Arturo Bellini; un grazie ai dipendenti, collaboratori, ex allievi, a don Martino Compagnoni. Da questo momento opereremo con maggiore entusiasmo».
La celebrazione è iniziata con la presentazione delle tappe essenziali della vita di don Bepo da parte di mons. Arturo Bellini, vice postulatore della causa, mentre la postulatrice Cristiana Marinelli ha spiegato come si svilupperà il percorso, lungo e complesso, ricordando di don Bepo «la nobiltà d’animo, l’umiltà, l’umanità, la passione educativa, la spiritualità, il carisma che hanno permesso alla sua opera di non concludersi con la sua vita».
IL LAVORO DEI GIUDICI E DEGLI STORICI
I componenti del tribunale e i periti storici nominati dal vescovo (foto Skandia)
Dopo l’apertura della causa verranno raccolte testimonianze di chi ha conosciuto o sentito parlare di don Vavassori. Il materiale raccolto verrà consegnato al Dicastero per le Cause dei San-ti e comincerà così la fase detta «romana», con la preparazione da parte della postulatrice del dossier che raccoglie la biografia critica, e le prove idonee a dimostrare con certezza l’esercizio in grado eroico delle virtù del Servo di Dio e la sua fama di santità e di segni.
Se i passaggi successivi saranno positivi, la documentazione arriverà al Pontefice, il quale potrà autorizzare la promulgazione del Decreto che riconosce l’eroicità delle virtù (teologali e cardinali) del Servo di Dio, il quale sarà dichiarato ufficialmente «venerabile». Tra gli adempimenti giuridici necessari alla causa, ieri vi è stato l’insediamento del Tribunale che è presieduto dal Vescovo Beschi: ne fanno parte il delegato vescovile monsignor Giancarlo Carminati, il pro-motore di giustizia don Michele Carrara, il notaio attuario Silvia Dehò, il cancelliere don Francesco Airoldi.
Foto Skandia
Postulatrice della causa di beatificazione è Cristiana Marinelli; vicepostulatore è Mons. Arturo Bellini al quale occorrerà riferirsi per far conoscere inviare nominativi di ex allievi per raccogliere ulteriori sia pure brevi testimonianze. Prima della benedizione i presenti hanno ricevuto l’immaginetta di don Bepo che riproduce un dipinto di don Bepo realizzato dal sacerdote pittore don Giovanni Sarzilla.