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Ha curato varie presentazioni di edizioni musicali a stampa di compositori contemporanei, collabora con quotidiani e periodici a diffusione nazionale, è autore di originali concerti-spettacolo per grandi e piccini».
Com’è iniziata l’avventura di Cara Santa Lucia?
«Nel 2012, in occasione della mostra di Carlo Ceresa alla Gamec, avevo organizzato insieme all’agenzia di cultura e spettacolo “Come un fior di loto” una visita guidata cantata. Era stato creato un percorso all’interno dell’esposizione con i miei testi messi in musica, ci si soffermava davanti ad alcuni quadri spiegandoli attraverso il canto e l’accompagnamento di due fisarmoniche. Fra le opere, era esposta la Santa Lucia del Ceresa, di proprietà della Galleria Previtali di Bergamo. Dalla poesia che avevo scritto per questo quadro devozionale mi è venuta l’idea di una manifestazione specificatamente dedicata a Santa Lucia. Il primo anno la poesia venne musicata da Ennio Morricone in una composizione per soprano e organo. Il quadro di Ceresa è poi diventato l’immagine simbolo di questa manifestazione».
Perché quest’anno la scelta del Patronato San Vincenzo?
«Nella mia famiglia il Patronato è sempre stato molto presente, mio padre stimava molto il fondatore, don Bepo Vavassori. Loro ci hanno accolto subito con grande ospitalità, grazie a Don Davide Rota, e ci piace molto l’idea di sostenere il lavoro delle loro missioni in Bolivia».
Cara Santa Lucia non è un concorso letterario, ma negli anni avete accumulato molti testi interessanti, anche di scrittori famosi. Pubblicherete mai qualcosa?
«Il lavoro con gli scrittori è fatto di un lungo corteggiamento, ma quando si avvicinano all’iniziativa non ci lasciano più. Speriamo l’anno prossimo di raccogliere in volume almeno i testi delle prime quattro edizioni».