XI Settimana del Tempo Ordinario
“Corpus domini”
Iniziamo la giornata Pregando (Preghiera Colletta)
Dio fedele, che nutri il tuo popolo con amore di Padre, ravviva in noi il desiderio di te, fonte inesauribile di ogni bene: fa’ che, sostenuti dal sacramento del Corpo e Sangue di Cristo, compiamo il viaggio della nostra vita, fino ad entrare nella gioia dei santi, tuoi convitati alla mensa del regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen
Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Riflessione Per Il Giorno (S. Josemaria Escrivà de Balaguer).
Un monaco, nella sua semplicità, aveva supplicato la Madonna di poter contemplare il Cielo, anche solo per un istante. La Vergine ne esaudì il desiderio e il buon monaco venne portato in Paradiso. Al ritorno, non riconosceva nessuno di quelli che dimoravano nel monastero. La sua contemplazione, che aveva creduto brevissima, era durata tre secoli. Tre secoli sono un nonnulla per un cuore innamorato. Io mi spiego allo stesso modo i duemila anni di attesa di Gesù nell’Eucaristia. È l’attesa di Dio, che ci ama, ci cerca, ci accetta come siamo: con i nostri limiti, i nostri egoismi, la nostra incostanza; e tuttavia capaci di scoprire il suo amore infinito e di darci a Lui interamente. Gesù è venuto sulla terra ed è rimasto in mezzo a noi nell’Eucaristia per amore, e per insegnarci ad amare.
La forza di ricominciare
iniziamo da Barbara, che ci parla del Patronato. La forza di ricominciare arriva anche dalle storie di tanti amici che si riconoscono nella comunità del Patronato. Sostieni anche tu i nostri progetti inserendo nella tua dichiarazione dei redditi il nostro codice fiscale 80024390165. La tua firma per noi è importante
Intenzione del giorno
Preghiamo per tutti i donatori di sangue: perché Dio benedica la loro meritevole opera di solidarietà
Don’t forget!
Giornata mondiale del donatore di sangue
Metodio di Costantinopoli
nato in Sicilia, aveva ricevuto ottima educazione, ma poi scelse la vita monastica. Chiamato a Costantinopoli si trovò nel pieno della controversia iconoclasta e patì il carcere ma, morto l’imperatore fu di nuovo riconosciuto come Patriarca e morì nell’847.
Gilberto Cortinovis è morto il 25/3 all’Humanitas di Rozzano dov’era stato ricoverato: in un primo momento sembrava che le sue condizioni fossero stabili, invece si è aggravato e, verso le 9, il cuore ha cessato di battere. La triste notizia è stata comunicata ai familiari, alla sorella Carla e ai fratelli Giuseppe e Tullio. Gilberto era nato a Trafficanti (Costa Serina) e a lungo aveva lavorato come autista per la Lactis. Una volta in pensione, aveva deciso di collaborare con la parrocchia di Mozzo come sacrista. Così lo ricorda il parroco don Giulio Albani: «Abbiamo perso un amico, un fratello, il suo sacrista. Era facile incontrarti in paese, con l’auto rossa o in bicicletta, disponibile a ogni iniziativa. Abituato a stare con la gente, eri di carattere aperto e generoso e amavi stare in compagnia, coi colleghi sacristi, gli amici del mare, il gruppo di preghiera, i nipoti e fratelli. Non hai mai fatto male a nessuno, anzi sei stato capace solo di fare del bene. Come non pensare al tuo aiuto per gli ultimi e i bisognosi? Quanti mobili hai trasportato per i poveri della Caritas! La tua fede era silenziosa, ma sincera: l’adorazione notturna, la preghiera personale in chiesa, il rosario alle Ghiaie. Mozzo si stringe nel dolore, cercando di trovare forza e senso nella sventura comune e rende grazie al Signore per te, caro Gilberto, amico e fratello». Don Davide Rota ex parroco di Mozzo così lo ricorda: “Ci sono persone che diventano punto di riferimento per tutta la comunità e Gilberto era una di queste. Il paese e la parrocchia di Mozzo erano la sua famiglia dove tutti gli volevano bene e lui ha voluto bene a tutti. Non giudicava nessuno e sdrammatizzava tutto con una battuta e un sorriso. Non ricordo di averlo mai sentito dire di no alla richiesta di un favore e sapeva parlare sia ai giovani che agli anziani. Su di lui calza la beatitudine di Gesù: “Beati i miti perché erediteranno la terra”. E, ne siamo certi, anche il cielo promesso da Dio ai suoi servitori fedeli. Grazie di tutto, caro Gilberto.