II Settimana di Quaresima
La trasfigurazione di Gesù
Trasfigurazione di 1) Raffaello 2) Beato Angelico 3) Giovanni Bellini 4) Lorenzo lotto
La Parola di Dio del Giorno (Mt 17,1-9)
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: “Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”. All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: “Alzatevi e non temete”. Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo
Riflessione Per Il Giorno (Commento alle letture)
Nella trasfigurazione del suo figlio Gesù, Dio non si limita a scendere sul monte per incontrarsi con l’uomo che si è arrampicato fino in cima e a rivelarsi a lui nella nube squassata dai lampi di Mosè o nel mormorio della brezza leggera di Elia. La trasfigurazione rivela infatti l’inconcepibile e cioè che è l’uomo la rivelazione di Dio, l’uomo Gesù e in lui coloro che egli ha riscattato, unendoli a sé per la sua morte. Sul Tabor ci viene rivelato insieme allo splendore della gloria divina, anche l’immensa dignità dell’uomo, di tutti gli uomini, compresi gli esclusi, gli sconfitti, i falliti, i colpevoli…Oggi tutti riceviamo una buona notizia: Dio non si limita a perdonarci e a prendersi cura di noi, ma ci trasfigura a immagine di Gesù che ci restituisce la dignità di figli e di uomini perfetti sul cui volto risplende la gloria divina.
Preghiera del giorno (Orazione colletta)
O Dio che hai chiamato alla fede i nostri padri e a noi hai dato la grazia di camminare nella luce del Vangelo, aprici all’ascolto del Figlio tuo, perché accettando nella nostra vita il mistero della croce, possiamo entrare nella gloria del tuo Regno. Per Cristo nostro Signore. Amen
Intenzione del giornoPreghiamo perché i “senza volto della storia” trovino in Dio il volto eterno e splendente dell’uomo
Don’t forget! …Ricorda!
1978: a Roma le Brigate Rosse rapiscono Aldo Moro e uccidono i cinque uomini della scorta.
Ricorre oggi l’anniversario dell’azione di fuoco brigatista che si concluse con il sequestro del presidente della Dc Aldo Moro e l’uccisione dei cinque uomini della scorta. Sono le 9,02 del 16 marzo 1978 quando scatta l’operazione dei terroristi. Tutto finisce tre minuti più tardi. La prima auto ad arrivare è una Fiat 132, quella su cui verrà fatto salire l’ostaggio. A bordo vi sono tre persone: una sosta, mentre le altre due salgono a piedi su via Stresa portando una grande borsa. Subito dopo arrivano due 128, che i testimoni vedono scendere in via Fani, contromano e a passo d’uomo.
Seguono una Fiat 128 targata Corpo Diplomatico, una che sbarra a monte via Maderno e una moto Honda. Il gruppo che opera è costituito da circa 19 terroristi: 9 per sparare, 6 alla guida e 4 di copertura. Vengono colpiti prima l’appuntato Domenico Ricci e Oreste Leonardi, che è alla guida della Fiat 130 di Moro. Dal lato sinistro della strada, i terroristi aprono il fuoco contro l’Alfetta uccidendo Raffaele Iozzino, sceso con la pistola d’ordinanza dall’auto, Giulio Rivera, e ferendo gravemente Francesco Zizzi, che morirà poco dopo al Policlinico Gemelli.
“Non è importante che pensiamo le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino, ma è invece straordinariamente importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la salvezza dell’uomo e del mondo, tutti abbiano il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l’uno all’altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo.”
– Aldo Moro –