Riflessione del giorno

Domenica 17 settembre 2023

By patronatoADM

September 16, 2023

 

XXIV settimana T. Ordinario

 

Frase dal libro del Siracide

Rancore e ira sono cose orribili, il peccatore le porta dentro. Pensa alla tua fine: smetti di odiare ma ricorda e compi i comandamenti…Non odiare il prossimo e dimentica gli errori altrui.

 

Preghiera del giorno

O Dio di giustizia e di amore, che perdoni a noi se perdoniamo ai nostri fratelli, crea in noi un cuore nuovo a immagine del tuo Figlio, un cuore sempre più grande di ogni offesa, per ricordare al mondo come tu ci ami.

Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Parola di Dio del giorno

Siracide 27,30-28,9; Salmo 102; Romani 14,7-9; Matteo 18,21-35

Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi.

Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto.

Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». 

 

Riflessione commento al Vangelo

La parabola è tutta giocata sull’iperbole, su situazioni paradossali, su decisioni che non rispettano la logica tanto sono sorprendenti. Anzitutto il colossale debito di 10.000 talenti è così fuori portata che c’è da chiedersi come sia potuto capitare a una sola persona di produrre un ammanco del genere. Che non ci sia nessuna possibilità per il debitore di fargli fronte, è evidente: la sua promessa di “restituire ogni cosa” è dettata dalla disperazione e la decisione del creditore di vendere “lui, la moglie, i figli e quanto possedeva” è un provvedimento inconcludente.

La sorprendente decisione del creditore di condonare tutto il debito, è inspiegabile: va bene la generosità, ma andrebbe bene imporre al debitore almeno un mutuo ventennale, qualche mese di galera, una multa…invece niente, il condono è totale e incondizionato. E che dire del miracolato che si comporta in modo così vergognosamente meschino di fronte al debituccio del socio, da scandalizzare persino gli altri servi? Che ci sia qualcosa di più e di diverso nell’insegnamento di Gesù rispetto all’esortazione del Siracide nella prima lettura (rancore e ira sono un abominio…chi si vendica avrà la vendetta del Signore…ricordati della tua fine e smetti di odiare), lo fa capire la risposta di Gesù alla più che ragionevole proposta di Pietro: “Non ti dico di perdonare fino a sette, ma fino a settanta volte sette”, cioè sempre.

Infatti non è necessario essere credenti o praticanti per capire che perdonare è difficile, ma in fondo conviene: perché il rancore lega l’offeso all’offensore, perché ira e odio non sempre danneggiano il nemico, ma sempre avvelenano l’esistenza di chi li cova; perché la vendetta, riproducendo il male, tiene in vita ciò che vorrebbe distruggere.

Ma qui Gesù non sembra tenere in conto la ragionevolezza: questa parabola infatti rivela che il mondo vive grazie a un perdono continuo, enorme, immeritato, sorprendente; che non è il nostro sforzo, impegno o buona volontà a far andare avanti la storia, ma il perdono divino cioè la sua grazia. Il prezzo altissimo del riscatto pagato da Gesù rivela l’enormità del debito contratto e il valore che Dio attribuisce a noi suoi servi: agli occhi di Dio quel poveruomo che è ognuno di noi vale diecimila talenti e Dio li paga con la sua vita per non perderci!

 

Intenzione di preghiera

Perché impariamo a perdonare sempre e a tutti, come Dio ha perdonato noi in Cristo.

 

Santo del giorno

 

Don’t Forget! Accadde il 17 settembre…

1394 – Re Carlo VI di Francia ordina che tutti gli ebrei vengano espulsi dalla Francia

1939 – l’Unione Sovietica invade la Polonia est come stipulato dal patto Molotov-Ribbentrop.

1978 – Accordi di pace di Camp David tra Israele ed Egitto

1980 – In Polonia viene fondato il sindacato Solidarność

2009 – A Kabul attentato suicida talebano contro un convoglio italiano, muoiono 6 paracadutisti della Folgore e 4 in gravi condizioni: è il più grave attentato dopo quello di Nassirya nel 2003.