Riflessione del giorno

Domenica 21 dicembre 2025

By Patronato S. Vincenzo

December 21, 2025

 

4. a domenica tempo di Avvento

 

Aforisma dal libro del profeta Isaia 

“Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele che significa “Dio con voi”».

 

Preghiera Colletta

O Dio, Padre buono, tu hai rilevato la gratuità e la potenza del tuo amore, scegliendo il grembo purissimo della Vergine Maria per rivestire di carne mortale il Verbo della vita: concedi anche a noi di accoglierlo e generarlo nello spirito con l’ascolto della tua parola, nell’obbedienza della fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

 

Parola di dio del giorno

Isaia 7,10-14; Salmo 23; Romani 1,1-7; Matteo 1,18-24

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa.

Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

 

Riflessione commento al vangelo

Chi gioisce nella liturgia di questa 4.a domenica di Avvento, è indubbiamente Giuseppe. Il testo si apre dichiarando che verrà offerta una narrazione su come sia avvenuta la nascita di Gesù Cristo. Brevemente si accenna alla madre e al fatto che il concepimento di questo bambino sia frutto di un’opera divina. Ma poi l’attenzione si focalizza su Giuseppe e sulle sue scelte di fronte a un evento apparentemente assurdo e del tutto incredibile.

Il testo sottolinea con decisione il fatto che Giuseppe sia un uomo giusto, il che, nella Bibbia, ha sempre una forte connotazione relazionale e pratica. In che cosa dunque consisterà la sua giustizia? In primo luogo nel suo desiderio di non fare del male a nessuno e di preservare la vita di Maria e del figlio che lei attende. Giuseppe non comprende ancora tutto, non ha tutti gli elementi, ma non è mosso da nessun desiderio di vendetta e, al contrario, continua a rimanere dentro la via dell’amore anche quando questa si rivela difficile.

La sua fondamentale attitudine al bene apre davanti a lui una strada nella quale il Signore può ulteriormente operare, dandogli luce e coraggio. L’invito è, infatti, a non avere paura, a non lasciarsi bloccare, ma a prendere con sé, cioè far entrare nella sua vita, Maria (come già aveva deciso) e questo suo figlio così speciale.

Potremmo dire che la giustizia di Giuseppe continua dunque a manifestarsi, ad un livello ancora più alto, nel suo atto di assunzione di responsabilità e, in questo caso, di paternità. Sarà lui a dare al bambino il nome che tutti conosciamo, Gesù, un nome che, come nel caso di Isaia, ha un significato altamente rivelativo della sua missione: «Dio salva».        

           

Intenzione di preghiera

Preghiamo perché viviamo il tempo di Avvento in spirito di preghiera e intensificando la carità verso il prossimo e la pratica della vita buona.

 

Don’t Forget! Avvenne il 21 dicembre…

21 dicembre: è il giorno del solstizio d’inverno: inizia la stagione fredda

1880 – L’Isola di Man è la prima entità politica a concedere il voto alle donne.

1891 – Viene giocata la prima partita di pallacanestro.

1958 – Charles de Gaulle viene eletto primo presidente della Quinta Repubblica francese.

1968 – Viene lanciato l’Apollo 8.a

2023 – All’Università Carolina di Praga avviene la sparatoria più letale (15 morti e 15 feriti) nella storia della Repubblica Ceca

 

Santo del giorno

Pietro Kanijs (Canisio) nasce a Nimega, in Olanda, nel 1521; figlio del borgomastro della città, ha perciò la possibilità di studiare diritto canonico a Lovanio e diritto civile a Colonia. In questa città ama trascorrere il tempo libero nel monastero dei certosini e la lettura del breve opuscolo degli Esercizi spirituali che Sant’Ignazio ha scritto da poco determina la svolta decisiva della sua vita: compiuta la pia pratica a Magonza sotto la direzione di padre Faber, entra nella Compagnia di Gesù ed è l’ottavo gesuita a emettere i voti solenni.

A lui si deve la pubblicazione delle opere di San Cirillo di Alessandria, di San Leone Magno, di San Girolamo e di Osio di Cordova. Prende parte attiva al concilio di Trento, come teologo del cardinale Truchsess e consigliere del papa. Sant’Ignazio lo chiama in Italia, mandandolo dapprima in Sicilia, poi a Bologna, per rimandarlo quindi in Germania, dove resta per trent’anni, in qualità di superiore provinciale. Pio V gli offrì il cardinalato, ma Pietro Canisio pregò il papa di lasciarlo al suo umile servizio della comunità. Morì a Friburgo, in Svizzera, il 21 dicembre 1597.

 

Novena di Natale 1° GIORNO

“ECCO VIENE IL RE, SIGNORE DELLA TERRA, ED EGLI STESSO TOGLIERÀ IL GIOGO  DELLA NOSTRA SCHIAVITÙ”.

Antifona dei vespri

Nel 1° giorno della Novena, il Signore viene celebrato come Re venuto sulla terra a stabilire il regno del Padre non con la forza del conquistatore, ma con la bontà e l’amore del Pastore. Ecco il Signore, il Re della Terra viene e non ha scelto altra via per redimere gli uomini dal peccato, che lavarli con il proprio sangue. 

La croce, in verità, è il trono regale di Cristo; dalla croce estende le braccia per stringere a sé tutti gli uomini e dalla croce li governa con il suo amore. Soltanto a questo prezzo li ha introdotti nel suo regno, dove li ha ammessi senza il giogo della schiavitù, non più servi, ma amici, fratelli e coeredi della sua regalità.