Riflessione del giorno

Domenica 23 giugno 2024

By patronatoADM

June 23, 2024

 

XII Settimana T. Ordinario anno B

 

Aforisma 2 Corinti 5,17

Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.

 

Preghiera colletta

Rendi salda, o Signore, la fede del popolo cristiano, perché non ci esaltiamo nel successo, non ci abbattiamo nelle tempeste, ma in ogni evento riconosciamo che tu sei presente e ci accompagni nel cammino della storia.

Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Parola di Dio della XII domenica T.O. anno B

Giobbe 38,1.8-11; Salmo 106; 2 Corinti 5,14-17; Marco 4,35-41

Venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.

Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!».

Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». 

 

Riflessione commento al Vangelo

La nostra vita è come il mare di Galilea, a volte calmo e a volte in tempesta, ma le nostre instabili e piccole barche sono state costruite non per restare in porto, ma per prendere il largo. “Passiamo all’altra riva” dice Gesù, e i discepoli accolgono il suo invito e si mettono in barca: e lo presero con sé, così com’era.

Gesù è talmente stanco che nella traversata si addormenta. Improvvisa sul lago si scatena la tempesta. È strano che nella tempesta Gesù dorma, ma lui si fida dei suoi amici che sa esperti di pesca, di lago e di navigazione. I suoi amici invece sembra che non si fidino né di sé stessi, né di lui, il maestro che rimproverano: “Non ti importa che moriamo?”.

La risposta di Gesù è è raccontata dai gesti “minacciò il vento, parlò al mare” a far capire a ciascuno dei dodici: guarda che mi importa di te, mi importa la tua vita, tu sei importante. Ma devi capire – ci dice il Signore- che la fede non è una assicurazione contro le burrasche della vita; le tempeste non si evitano e non si fuggono, si attraversano.

Perché avete così tanta paura? Dio non è altrove e non dorme; lavora con le tue braccia di uomini, forti sui remi; sta nella presa sicura del timoniere; è nelle mani che svuotano l’acqua che allaga la barca; negli occhi che scrutano la riva, nell’ansia che anticipa la luce dell’aurora. Il Signore salva attraverso persone (R. Guardini). Dio è presente e si fida di te e delle tue capacità; lui vuole salvarti, ma ti chiede di mettere in campo tutte le tue capacità, tutta la forza del tuo cuore e della tua intelligenza.

I discepoli vorrebbero un Dio che spazzi via le tempeste subito! E invece Dio si fida di loro e li accompagna nella burrasca; non agisce al posto nostro, ma insieme a noi; non ci esenta dalla traversata, ma ci accompagna nell’oscurità. Non ci custodisce dalla paura, ma nella paura. Così come non ha salvato Gesù dalla croce, ma nella croce. Credere nel miracolo non è vera fede; è troppo facile, troppo comodo. Ma quanta gente ha più fede nei miracoli che in Dio!

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo perché impariamo a fidarci di Dio allo stesso modo con il quale Dio si fida di noi.

 

Don’t Forget! Avvenne il 23-6…

1607 – Apparizione della Madonna ad Ardesio

1812 – Napoleone inizia la Campagna di Russia

1894 – Il Comitato Olimpico Internazionale è costituito a Parigi su iniziativa del barone de Coubertin

1994 – Il Sudafrica, abolite le leggi sull’Apartheid, è riammesso all’Assemblea delle Nazioni Unite

2016 – Nel Regno Unito si vota la “Brexit” il Referendum che stabilisce l’uscita dall’Unione Europea

 

Santo del giorno

Nasce a Castelnuovo d’Asti nel 1811, frequenta le scuole pubbliche al suo paese e poi entra nel Seminario di Chieri (Torino). E’ di salute malferma, ma sacerdote già a 22 anni, e con un solido ascendente sui compagni. Viene accolto dal teologo Luigi Guala nel convitto ecclesiastico da lui aperto a Torino.

Questi lo spinge a compiere opera di catechesi verso i giovani muratori e i carcerati, poi lo vuole a fianco nella cattedra di teologia morale. In 24 anni di insegnamento Giuseppe forma generazioni di sacerdoti, dedicandosi anche a un’intensa opera pastorale verso tutti bisognosi: condivide le ore estreme con i condannati a morte e opera tra i carcerati, cui non fa mancare buone parole e sigari, includendo nel suo servizio anche l’aiuto alle famiglie e il soccorso ai dimessi.

Succeduto al Guala, ne perfeziona l’opera, rifiutando sempre ogni titolo onorifico. Grande amico di don Giovanni Bosco (che lo definirà «modello di vita sacerdotale»), lo aiuta materialmente e moralmente nella sua missione. Papa Pio XII lo canonizzò il 22-6-1947.