Iniziamo la Giornata Pregando (Colletta di Natale)
Dio, che hai illuminato questa santa notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra contempliamo i suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore. Amen
Ascoltiamo la Parola di Dio (Is 9,1-6 * Tit 2,11-14 * Lc 2,1-14)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. E apparve una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”.
Riflessione per il giorno (don Luigi Giussani)
Il poeta Rainer Maria Rilke scrive: «E tutto cospira a tacere di noi/ un po’ come si tace/ un’onta, forse, un po’ come si tace/ una speranza ineffabile». Se l’uomo guarda a se stesso, prova vergogna e noia, eppure non può negare l’evidenza di un impeto irriducibile che costituisce il suo cuore come tensione a una pienezza, a una soddisfazione. Credo che Dio si sia mosso proprio per essere risposta all’uomo che ha vergogna o noia di se stesso. Per questo io umano che trova in sé, da una parte i limiti coi quali è connivente e dall’altra, il grido che è nel suo cuore, l’attesa che è nel suo animo. Dio si è «mosso», per liberarlo dalla noia di se stesso e dal peso di quel limite che si trova dentro in tutto quello che fa. Il cristianesimo ha una partenza pessimistica circa l’uomo – non per nulla parla di peccato originale–ma finisce in un ottimismo profondo e impegnativo, poiché Dio ha preso la realtà di un uomo vero, uomo concepito nel ventre di una donna, sviluppatosi come infante, bambino, fanciullo, adolescente, giovane, fino a diventare centro di attenzione della vita sociale del popolo ebraico, fino a trascinare le folle e fino ad averle contro di sé per l’atteggiamento di chi aveva il potere in mano, fino ad essere crocifisso, ucciso. E fino a risorgere dalla morte, per una pietà profonda, come di padre, verso la situazione disperante dell’uomo.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché i doni natalizi della pace e gioia diventino realtà per tutti gli uomini e i popoli