Riflessione del giorno

domenica 25 febbraio ’18

By Patronato S. Vincenzo

February 24, 2018

 

Aforisma del giorno (Emmanuel Mounier)

“L’amore? Significa offrire la propria vita per l’altro, tutto fino alla carne della propria anima e alla carne dei giorni che non valgono, al di fuori della trasfigurazione portatavi dall’Altro”.

 

Iniziamo la Giornata Pregando (Orazione colletta)

O Dio, Padre buono, che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito, ma lo hai dato per noi peccatori; rafforzaci nell’obbedienza della fede, perché seguiamo in tutto le sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen

 

Ascoltiamo la Parola di Dio (Marco 9,2-10)

Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risuscitato dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.

 

Riflessione del giorno (Commento al Vangelo)

La Trasfigurazione è sapiente pedagogia. Gesù prende 3 discepoli, «loro soli». C’è quindi un’intimità: non è possibile crescere nel rapporto con il Signore e nella vita nuova senza “farsi prendere”. Come pensare di vivere qualcosa di Dio senza in qualche modo diventare “suoi”? Dio deve prenderci e farci salire sul monte: è il tema dell’ascesi che ci fa strappare dalle cose piccole. Sul monte a far cosa?  Per svelare il suo segreto. Marco descrive la luminosità del vestito di Gesù e parla di un bianco che nessun uomo potrebbe produrre: nessuna opera umana consegnerà questa luce che solo Gesù regala al corpo umano. Perché Gesù ha unito la vita umana alla vita divina. Mosè ed Elia che dialogano con Dio sul monte per eccellenza, rappresentano le Scritture: Mosè rappresenta la Legge ed Elia è il profeta per antonomasia. In disparte con le Scritture a fare cosa? Pietro dice: «È bello per noi essere qui». È bello stare con Dio, perché Dio è bello. Per Adamo, dopo il peccato, Dio era diventato molesto, e quando sentì Dio arrivare, si nascose, perché non era più gradevole stare con Lui. C’è tanta gente in giro che la pensa così, forse perché abbiamo trasformato la fede cristiana in una vagonata di doveri, in una noia infinita di verità astratte, nella freddezza di “valori” che non muovono il cuore a innamorarsi. Ma il bello, sì, quello muove: soltanto bisogna averlo visto.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per un’economia a misura di uomo e rispettosa della giustizia e del creato

 

Don’t forget!

ADELELMO DI ENGELBERG ABATE. Di lui si sa solo che era monaco del monastero benedettino di S. Biagio nella Foresta Nera. Su richiesta del barone Corrado di Seldenburen fu inviato a fondare la badia di Engelberg nell’Unterwalden, nella Svizzera, dove divenne priore e abate e dove morì il 25 febbraio 1131. Le sue reliquie furono riesumate nel 1611.