17 Settimana del tempo ordinario
Frase del giorno (Charles Pierre S. J.)
Il pane ha una maestà quasi divina. Mangiarlo nell’ozio è da parassita; guadagnarlo laboriosamente è un dovere; rifiutarsi di dividerlo è da crudeli.
Preghiera del giorno
O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni.
Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
La parola di Dio del giorno
LETTURE: 2 Re 4,42-44; Salmo 144; Efesini 4,1-6; Giovanni 6,1-15
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi.
Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».
Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?».
Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Riflessione del giorno (Vangelo)
Che le folle, vedendo il clamoroso segno compiuto da Gesù nei loro confronti, vogliano farlo re, non dovrebbe stupire più di tanto: chi possiede il potere di moltiplicare così facilmente le cose, è chiaro infatti che ha nelle sue mani la straordinaria possibilità di cambiare le sorti dell’umanità e di garantire ai poveri il compimento del sogno di una vita sottratta alla precarietà.
Ma se analizziamo la domanda di Gesù a Filippo, la risposta di quest’ultimo, la constatazione di Andrea e l’offerta di pani e pesci da parte del ragazzo, constatiamo come l’episodio evangelico racconti lo scontro due opposte mentalità, rappresentate rispettivamente dalle due coppie di personaggi: gli apostoli Filippo e Andrea da una parte, Gesù e il ragazzo dall’altra.
“Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo” risponde Filippo alla provocazione di Gesù; gli fa eco Andrea che a proposito dei pani d’ orzo e dei pesci dice “ma che cos’è questo per tanta gente?”.
Filippo e Andrea manifestano cioè la mentalità del contabile che, prima di agire, è abituato appunto a fare i conti e si sa che 5 pani e 2 pesci non bastano a sfamare cinquemila persone.
Ma se la generosa disponibilità di un ragazzino incrocia insieme alla fame del popolo, anche l’infinita compassione di Dio presente nella persona di Gesù, allora il pane deve moltiplicarsi per forza!
Alla fine è il ragazzino il più realista e sono gli apostoli a peccare di irrealtà e scarsa concretezza. Si tratta di una verità normale per quella povera gente che -come dice Bernanos- ogni giorno mangia direttamente dalle mani di Dio.
E’ storia vecchia questa! Ma ragionando come Andrea e Filippo, sulla terra mancherà sempre il pane per i poveri e ce ne sarà sempre troppo per i ricchi.
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché Dio non faccia mai mancare al mondo né il pane della mensa, né quello dell’eucaristia.
Don’t forget!
GIACOMO MAGGIORE APOSTOLO: è “Maggiore” per distinguerlo dall’apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo. Lui e suo fratello Giovanni sono figli di Zebedeo, pescatore in Betsaida, sul lago di Tiberiade.
Chiamato da Gesù insieme al fratello, lo segue; i due fratelli e Pietro saranno testimoni della Trasfigurazione, della risurrezione della figlia di Giairo e della notte al Getsemani.
Conosciamo anche la loro madre Salome che chiede a Gesù posti speciali nel suo regno per i figli, ma Gesù spiega che il Figlio dell’uomo “è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Matteo cap. 20).
E Giacomo berrà il calice del Maestro: sarà il primo apostolo martire, nella primavera dell’anno 42. “Il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni” (Atti 12).
Secoli dopo, tradizioni e leggende dicono che avrebbe predicato il Vangelo in Spagna e quando quel Paese cade in mano araba (sec. IX) il corpo di S. Giacomo (Santiago, in spagnolo) è stato prodigiosamente portato nel nord-ovest spagnolo e seppellito in un luogo che sarà chiamato Santiago de Compostela e diventerà la meta dei pellegrinaggi di milioni di cristiani fino ad oggi (vedi foto sotto).