Riflessione del giorno

domenica 25 ottobre ’20

By Patronato S. Vincenzo

October 24, 2020

 

 

XXIX Settimana T. Ordinario

 

Proverbio del giorno (Platone)

Ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione e la soluzione giusta

 

Iniziamo la Giornata Pregando (preghiera Colletta)

 O Padre, che fai ogni cosa per amore e sei la più sicura difesa degli umili e dei poveri, donaci un cuore libero da tutti gli idoli, per servire te solo e amare i fratelli secondo lo Spirito del tuo Figlio, facendo del suo comandamento nuovo l’unica legge della vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

 

Riflessione Per Il Giorno (Commento al Vangelo)

Come una moneta, che ha sempre due facce inscindibili, così è l’amore, che se è autentico ha sempre, e inscindibili, la faccia dell’amore per Dio, e quella dell’amore per il prossimo. L’intima connessione tra i due è stata ripetutamente spiegata, da Gesù stesso e negli scritti degli apostoli: l’amore per Dio è facile a dirsi, è persino facile illudersi di averlo; se c’è davvero, si esprime nel concreto amore per chi ci vive o ci passa accanto. Dice ad esempio l’apostolo Giovanni (1.a Gv 4,20): Se non ami il fratello che vedi, come puoi amare Dio che non vedi? Quello che conta davvero, perciò, è amare Dio amando il prossimo. Allora ci si può chiedere che senso abbiano tutti gli altri comandamenti e precetti e norme che investono la vita del cristiano e -come alcuni ritengono- ne limitano la libertà. La risposta è implicita nell’ultima frase del vangelo, con Gesù che conclude la risposta all’interrogante dichiarando: “Da questi 2 comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”. “Legge e Profeti” è l’espressione con cui allora designavano la Bibbia: dunque, tutte le norme in essa contenute dipendono dal precetto dell’amore, ne sono un chiarimento e un’applicazione.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per chi bestemmia e disonora il santo nome di Dio con una condotta di vita indegna.

 

Don’t Forget!

Daria Crisanto e Daria vissero e morirono martiri nel 283. Crisanto, di origine alessandrina, venne a Roma per studiare filosofia: qui si fece battezzare. Il padre cercò di farlo tornare al culto degli dei, servendosi di alcune donne, fra cui la bella Daria. Ma Crisanto riuscì a convertirla e di comune accordo, simulando il matrimonio, i due furono lasciati liberi di predicare. Scoperti furono accusati e affidati al tribuno Claudio che si convertì insieme a moglie, figli, parenti amici e i 70 soldati della guarnigione. Scoperti, vennero tutti condannati a morte dall’imperatore.

 

   

Sergio Bertino era una grande persona, intelligente, attenta, dolce, di quelli che hanno scelto coerenza e schiettezza. Ma non gli è bastato avere solo 53 anni ed essere sano. Né gli è bastato dover affrontare venerdì 13 marzo la morte della madre Colomba Scotti e la mattina dopo quella del padre Franco. Dalla mamma aveva ereditato lo sguardo sereno e dal padre l’amore per la fotografia e la musica: gli «amici del Cavallino» vanno col pensiero alle belle vacanze di primavera passate insieme tra famiglie e ricordano di Sergio il sorriso, l’intelligenza e l’inseparabile macchina fotografica. E poi la musica, soprattutto il jazz: una passione infinita coltivata con costanza e piacere prima col maestro Sala e poi condivisa con gli amici della Scuola di Musica e con il maestro Angeleri, diventato un amico che ha avvertito nei giorni del ricovero di Sergio «il dolore immenso portato dentro quel respiratore per la morte dei genitori. E riaffiora la passione comune di amici con le sue note musicali, quelle di Brubeck, le più amate da Sergio e suonate al piano, ascoltate in casa da bambino e la spiccata propensione allo swing, favorita e coltivata studiando. Nei 20 anni di lavoro in Tenaris a Dalmine Sergio si è dedicato come ingegnere prima alla manutenzione nella fabbrica di tubi Treno-medio, poi alla progettazione di bombole e recipienti in pressione nello stabilimento di Sabbio ed ha affrontato con competenza il lavoro, mantenendo costanti la tenacia e fiducia nel buon risultato, che caratterizzavano il suo stile del tutto personale. Colleghe, colleghi, compagni del lavoro avvertono la perdita dell’amico sincero, del corretto compagno di attività, della persona appassionata. In tutti resta il ricordo della gentilezza, del sorriso abituale di Sergio. Poi l’orizzonte bello, sereno dell’amatissima famiglia. Ma è necessario fermarsi qui: le parole sono state già ben oltre quelle che di certo lui avrebbe accettato e gli affetti più cari sono sempre stati tenuti al riparo. Ma era giusto ricordare i doni che restano di una grande persona quando se ne va. Così abbiamo voluto ricordare Sergio, e con lui i suoi genitori e i tanti altri che se ne sono andati in questo momento tragico. Ci accompagni e ci accompagnino nei giorni a venire.