Riflessione del giorno

Domenica 29 dicembre 2024

By Patronato S. Vincenzo

December 28, 2024

 

Ottava di Natale

Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

 

Aforisma da Luca 2,16

“I pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino Gesù adagiato nella mangiatoia.”

 

Preghiera

O Dio, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, perché, riuniti insieme nella tua casa, possiamo godere la gioia senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

 

Parola di Dio del giorno

1 Samuele 1,20-22.24-28; Salmo 83; 1 Giovanni 3,1-2.21-24; Lc 2,41-52

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe 12 anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.

Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava.

E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».

Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

 

Riflessione Sulla S. Famiglia di Papa Francesco

La libertà di Gesù è “orientata all’amore”

Voi coniugi, formando la vostra famiglia, con la grazia di Cristo avete fatto una scelta coraggiosa: non usare la vostra libertà per voi stessi, ma per amare le persone che Dio vi ha messo accanto. Invece di vivere come “isole”, vi siete messi “a servizio gli uni degli altri”. Così si vive la libertà in famiglia! La famiglia è il luogo dell’incontro, della condivisione, dell’uscire da sé stessi per accogliere l’altro e stargli vicino. Questo non dimenticatelo mai: la famiglia è il primo luogo dove si impara ad amare.

Trasmettere ai figli la passione per la vita

Quanto è importante per i genitori contemplare il modo di agire di Dio! Dio ama i giovani, ma non li preserva da ogni rischio, sfida e sofferenza. Dio non è ansioso e iperprotettivo; al contrario, ha fiducia in loro e chiama ciascuno alla misura alta della vita e della missione. Cari genitori, la Parola di Dio ci mostra la strada: non preservate i figli da ogni minimo disagio e sofferenza, ma cercate di trasmettere loro la passione per la vita, di accendere in essi il desiderio di trovare la loro vocazione e di abbracciare la missione grande che Dio ha pensato per loro.

Il cammino con il Signore è dinamico e sorprendente

Seguire Gesù significa mettersi in movimento e rimanere “in viaggio” con Lui attraverso le vicende della vita. Quanto è vero questo per gli sposati che accogliendo la chiamata al matrimonio e alla famiglia, hanno lasciato il loro “nido” e iniziato un viaggio, di cui non si può conoscere in anticipo tutte le tappe, e che mantiene in costante movimento, con situazioni sempre nuove, eventi inaspettati, sorprese, alcune anche dolorose. Così è il cammino con il Signore. È dinamico, è imprevedibile, ed è sempre una scoperta meravigliosa.

Guardare al futuro senza rimpianti

Care famiglie, anche voi siete invitate a “non volgervi indietro”, a non rimpiangere la vita di prima, la libertà di prima: la vita si fossilizza quando non accoglie la novità della chiamata di Dio e rimpiange il passato. E la decisione di rimpiangere il passato ci fossilizza, ci fa duri, non ci fa umani. Quando Gesù chiama, anche al matrimonio e alla famiglia, chiede di guardare avanti e sempre ci precede nel cammino, sempre ci precede nell’amore e nel servizio. Chi lo segue non rimane deluso!

 

Intenzione di preghiera per la settimana

Preghiamo perché l’esperienza di Giovanni, il discepolo prediletto di Gesù, ci aiuti a unire nella nostra vita la preghiera e l’azione, l’impegno e la contemplazione.

 

Don’t Forget!  Le più belle natività della storia dell’arte

GIORGIONE: ADORAZIONE DEI PASTORI (NATIVITÀ ALLENDALE)

olio su tavola -1500-1505 circa – 90,8 × 110,5 cm – National Gallery of Art Washington.

La Natività che oggi presentiamo è stata oggetto di molte brame lungo i secoli, a cominciare da subito dopo la sua morte. Si tratta effettivamente di un bellissimo quadro di Giorgione di Castelfranco nato a Castelfranco Veneto 1478 e morto 32enne di peste a Venezia il 17-9-1510. Il quadro è chiamato la Natività Allendale perché un tempo era di proprietà della famiglia Allendale di Bretton Hall, nello Yorkshire. Il dipinto raffigura l’Adorazione dei pastori, evento descritto nel Vangelo di Luca 2:8-15. E come in tutti i dipinti con questo tema, anche qui i pastori sono inginocchiati in adorazione. 

Ma questo ha qualcosa di molto diverso da quelli soliti: infatti sia i pastori adoranti che la Sacra Famiglia sono decentrati, il pittore li ha tutti spostati a destra. L’altra metà del dipinto è occupata da un bellissimo ed ampio paesaggio in prospettiva con montagne azzurre lontane, un fiume serpeggiante e vari edifici: una visione del tutto nuova della rappresentazione del Natale.

La scena del dipinto, ambienta l’evento della nascita di Gesù nella prima luce del giorno, è divisa in due parti:

1) a destra, nella grotta scura situata su un rialzo del terreno, compaiono: Gesù Bambino, non adagiato in una mangiatoia, ma su un panno steso per terra e sovrapposto al lembo del mantello della Madre. Maria e Giuseppe in ginocchio, contemplano il Bambino in atteggiamento di adorazione e preghiera, in atmosfera di grande intimità.

I pastori chiamati dagli angeli alla grotta, sono ritratti in atteggiamento di adorazione del Bambino; questi, con abiti e atteggiamenti simili ai pellegrini, sono solo due, senza greggi: il loro è un omaggio schivo e silenzioso. Il bue e l’asinello sono dentro la grotta ed emergono dal buio che li circonda. Gli angeli, molto piccoli, appaiono come punti luminosi sullo sfondo scuro della grotta e completano l’atmosfera di idillio che regna nella scena.

2) A sinistra invece il quadro si apre sull’ampio paesaggio, con scene di natura e di vita quotidiana: il ruscello d’acqua, la torre di un piccolo borgo, la strada che serpeggia nella campagna, le montagne, ecc.

A differenza della maggior parte delle opere simili, questa non è ambientata di notte; Giorgione, con il diffondersi e sereno della luce solare sulla campagna, allude alla Grazia che si stende sul mondo con la nascita di Gesù e “fa nuove tutte le cose”. La luce rimane impressa sulle vesti, in particolare quella di Giuseppe, ora tenue e soffusa.

Le simbologie che come abbiamo visto abbondavano nelle natività più antiche, qui sono quasi assenti: a predominare è sia la natura dove protagonista è il mondo, sia la storia il cui protagonista è l’uomo: Giorgione appartiene infatti a quel rinascimento che ha collocato non più Dio, ma l’uomo e il mondo al centro della storia.

Tipicamente giorgionesca infine è la predominanza del colore, che determina il volume delle figure, steso in strati sovrapposti senza il confine netto dato dal contorno, che tendono così a fondere soggetti e paesaggio: si tratta degli effetti del tonalismo che ebbe proprio in Giorgione uno dei fondamentali interpreti.