Proverbio del giorno
Solo d’inverno ci accorgiamo che pini e cipressi sono sempreverdi. (Cina)
Iniziamo la Giornata pregando (Preghiera colletta)
La parola che risuona nella tua Chiesa, o Padre, come fonte di saggezza e norma di vita, ci aiuti a comprendere e ad amare i nostri fratelli, perché non diventiamo giudici presuntuosi e cattivi, ma operatori instancabili di bontà e di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen”.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore». Riflessione del giorno “Commento al Vangelo”
Con parole rudi, ma adatte a far penetrare meglio il suo insegnamento nei nostri cuori duri, Gesù ricorda una delle componenti fondamentali della vita cristiana: essere discepoli. Chi vuole condurre da solo la propria vita è un cieco che conduce un cieco; il buon frutto si trova su di un albero solido, e si è sempre cattivi giudici di se stessi se qualcuno non ci aiuta. Il maestro è Gesù, e noi siamo i suoi discepoli, cioè coloro che si lasciano istruire da lui, che riconoscono la sua autorità sovrana e si fidano delle sue parole. Ma beato colui che, sulla terra, ha saputo scoprire i portavoce di questa autorità, i maestri che non sono di ostacolo all’unico maestro, ma che attualizzano, concretizzano la sua parola, le sue esigenze e il suo amore attento. Vi sono i maestri secondo l’istituzione, quelli che la Chiesa ci dà, e riconosce come tali. E vi sono quelli che, nascosti, si lasciano riconoscere dai cuori preparati. Ogni uomo deve, nel corso di tutta la sua vita, riconoscersi discepolo di Gesù: seguirlo, obbedirgli e quindi ascoltarlo, al fine di mettere in pratica il suo insegnamento che ci conduce alla vita.
Intenzione del giorno
Preghiamo affinché il corso degli eventi nel mondo si svolga secondo la volontà di Dio nella giustizia e nella pace.
Innocenzo da Berzo.
Giovanni Scalvinoni nacque a Niardo (Bs) nel 1844. Orfano di padre, visse l’infanzia a Berzo e fu ordinato prete nel 1867, l’innata timidezza gli faceva desiderare il nascondimento e la solitudine: per questo si fece cappuccino con il nome di fra Innocenzo. Trascorse la maggior parte del tempo all’eremo dell’Annunziata e veniva chiamato a predicare nei conventi di Lombardia. Malati e afflitti accorrevano per riceverne la benedizione. Morì nel convento di Bergamo il 3-03-1890.