III Settimana di Pasqua
Aforisma di S. Gregorio Magno
“Sciocco è quel viaggiatore che durante il suo percorso si ferma a guardare i bei prati e dimentica di andare là dove aveva intenzione di arrivare.”
Preghiera del giorno
O Dio, nostro Padre, che nel tuo Figlio ci hai riaperto la porta della salvezza, infondi in noi la sapienza dello Spirito, perché fra le insidie del mondo sappiamo riconoscere la voce di Cristo, buon pastore, che ci dona l’abbondanza della vita. Egli è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di Dio del giorno
Atti 2,14a.36-41; Salmo 22; 1 Pietro 2,20b-25; Giovanni 10,1-10
Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori.
E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore.
Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Riflessione commento al Vangelo di don Davide Rota
L’immagine del buon pastore e delle sue pecorelle rischia di apparire oggi sdolcinata e melensa, ma questo brano di Giovanni ha poco di sentimentale: vi si colgono infatti i toni drammatici dello scontro finale che l’azione di Gesù ha scatenato nel mondo. La denuncia dei cattivi pastori presentati come ladri e briganti, è la constatazione che in mano alle guide terrene il gregge dell’umanità non è al sicuro; stupisce però che Gesù dia del ladro e bandito a tutti.
Il fatto è che egli non allude tanto a ciò che la prepotenza e sopraffazione di tanti falsi pastori sottrae al gregge, ma a qualcosa di più radicale: Gesù ci dice che a essere rubate sono le pecore stesse, sottratte dai cattivi pastori a colui al quale appartengono cioè a Dio. Perché in atto nel mondo un supremo tentativo di usurpazione: quello di chi si fa padrone e vuole disporre a suo piacimento della vita degli altri come se fosse sua proprietà personale.
Non pensiamo solo a oppressori e tiranni, visto che non pochi genitori di oggi non si fanno scrupoli a sottrarre i figli all’abbraccio e allo sguardo di Dio; non pochi educatori insegnano ai ragazzi di tutto, meno ciò che conta, la loro dignità di figli di Dio. E c’è infine di chi si fa padrone della vita altrui fino a sopprimerla, se la qualità non corrisponde agli standard stabiliti.
Per questo nel Vangelo Gesù proclama sé stesso l’unico vero pastore del gregge dell’umanità che gli appartiene anzitutto perché Dio gliel’ha affidato nella certezza che lui, il Figlio non avrebbe perduto nessuno, a costo anche di perdere sé stesso sulla croce. Le pecore riconoscono la sua voce perché non è mai esistito né esisterà al mondo altro pastore in grado come Gesù in grado di garantire loro pienezza di vita, gioia e libertà, avendo donato tutto per loro.
Intenzione di preghiera
Per tutti i pastori nella chiesa e nella società perché imitando Cristo buon Pastore abbiano a cura solo il bene del gregge loro affidato.
Don’t Forget! Santo del giorno