Riflessione del giorno

domenica 6 settembre ’20

By Patronato S. Vincenzo

September 05, 2020

 

XXIII Settimana Tempo Ordinario

 

Proverbio del giorno

Chi non conosce il sentiero è meglio che chieda. (Sudan)

 

Iniziamo la Giornata Pregando (preghiera colletta)

O Padre, che ascolti quanti si accordano nel chiederti qualunque cosa nel nome del tuo Figlio, donaci un cuore e uno spirito nuovo, perché ci rendiamo sensibili alla sorte di ogni fratello secondo il comandamento dell’amore, compendio di tutta la legge. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen. 

 

Ascoltiamo la Parola di Dio

(LETTURE: Ezechiele 33,7-9; Salmo 94; Romani 13,8-10; Matteo 18,15-20)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

 

Riflessione Per Il Giorno (Commento al vangelo)

Il vero amore, il perdono autentico non lascia le persone come sono, coi loro difetti e con i loro limiti. Amare un fratello significa aiutarlo a «crescere» a tutti i livelli, voler in concreto la sua «liberazione» da ciò che è difettoso e cattivo, impegnarsi per la sua umanizzazione piena. Per questo, correggere è un’opera di amore; non consiste mai nello spegnere energie ed entusiasmi; è tutt’altra cosa dalla critica magari sgarbata e irrispettosa. Accanto alla correzione fraterna il cristiano fa largo uso di incoraggiamento. L’uomo attende dall’altro uomo qualcosa di diverso di un dono materiale; attende che l’altro gli si fermi vicino, che prenda contatto con lui, che si accorga che esiste, e ogni tanto glielo dica. Nulla è così incoraggiante come l’attenzione vigile, il rispetto non puramente formale, la inattesa parola di congratulazione, se non sono vuote formule di rito o espressioni convenzionali. L’incoraggiamento, come la correzione, è una delle mille facce della carità.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per gli educatori: Dio conceda loro il discernimento e la prudenza necessaria a coniugare insieme la verità con la carità.

 

Don’t forget!

DONAZIANO, PRESIDIO, MANSUETO, GERMANO E FOSCOLO, vescovi in Africa, che, durante la persecuzione dei Vandali, furono percossi per aver confessato la verità cattolica e mandati in esilio. Con loro si commemora anche Lieto, vescovo di Nefta nell’odierna Tunisia, uomo coraggioso e di grande cultura, che dopo un lungo periodo di prigionia morì arso sul rogo

 

Nell’arco di una quindicina di giorni una coppia di pensionati: Giuseppe Albani Rocchetti, 73 anni (conosciuto da tutti con il nome di Luciano) e Rosella Peroni, 72, di Villa d’Almè, hanno lasciato i loro figli Thomas e Luca con le rispettive famiglie. L’8 Marzo è deceduto Luciano, nella sua casa: da alcuni giorni aveva qualche linea di febbre ma verso sera è stato stroncato da un malore. Il 23 marzo alle 15 Rosella, ha raggiunto suo marito in cielo. Era ricoverata da una settimana all’ospedale Papa Giovanni XXIII con tutta probabilità affetta da Covid-19, è stata curata, ma il virus non le ha dato scampo. Luciano e Rosella si stavano godendo la pensione dopo aver lavorato per tanti anni, tutti e due, allo storico linificio di Villa d’Almè. Hanno abitato per anni ad Almè e da una decina d’anni avevano preso casa a Villa d’Almé. «Quest’anno i miei genitori avrebbero festeggiato il 50° di matrimonio –confida il figlio Thomas – era una coppia unita, dove andava uno c’era anche l’altro. Erano super tifosi dell’Atalanta e sono stati abbonati allo stadio per 25 anni, prima in curva sud e poi in tribuna, non hanno mancato a una partita casalinga della Dea. Tutti e due noi fratelli abbiamo un ricordo bellissimo dei nostri genitori, loro ci sono stati sempre vicino, ed erano felici di essere diventati nonni delle mie due figlie, Giulia ed Elisa, e stravedevano per loro. A fine febbraio abbiamo festeggiato il compleanno di mio padre e lui stava bene, nessuno pensava che, praticamente 8 giorni dopo, ci avrebbe lasciato. La mamma ha sofferto molto per la perdita di nostro padre e forse colpita dal virus non ha avuto la forza di reagire. È stato un brutto colpo, in pochi giorni siamo rimasti senza i nostri genitori. Purtroppo in questi giorni di dolore e sofferenza non è stato infrequente il caso di persone anziane che hanno perso la vita a distanza di pochi giorni l’uno dall’altra, talvolta anche solo a distanza di poche ore, lasciando improvvisamente i loro cari. E a causa dell’emergenza coronavirus si è trattato di momenti, se possibile, ancor più difficili e dolorosi per le famiglie, a causa della distanza fisica dai propri affetti, dovuta alle regole rigide che vietano anche ai familiari più stretti di varcare le soglie degli ospedali, per evitare il diffondersi del contagio.