XIV Settimana T. Ordinario anno B
Aforisma da 2 Corinti 12
«Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Preghiera colletta
O Padre, togli il velo dai nostri occhi e donaci la luce dello Spirito, perché sappiamo riconoscere la tua gloria nell’umiliazione del tuo Figlio e nella nostra infermità umana sperimentiamo la potenza della sua risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di Dio del giorno
Ezechiele 2,2-5; Salmo 122; 2 Corinti 12,7-10; Marco 6,1-6
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?
Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».
E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.».
Riflessione commento al vangelo
Nella storia Dio si fa prossimo dell’uomo. Attira la sua attenzione e gli invia dei “segni”: per esempio, facciamo l’esperienza del suo aiuto; incontriamo un uomo che testimonia di lui con forza. La sua preghiera ci coinvolge e noi “prendiamo gusto a essere con Dio”. Ascoltiamo la sua parola in modo nuovo. Scopriamo subito il suo intervento negli avvenimenti della nostra vita e scopriamo sempre più chiaramente il “filo conduttore”.
Ma può accadere che talvolta percepiamo l’incontro con lui come una esigenza che ci disturba, che ci irrita e ci provoca. E allora ricominciamo a fare certi ragionamenti: perché dare un senso particolare a tale avvenimento? Non è piuttosto il caso a ordinare tutto, le leggi naturali come gli obblighi sociali? Perché prendere le elucubrazioni del nostro spirito come “messaggi di Dio”? Uno psicologo potrebbe spiegare meglio i diversi motivi delle nostre reazioni. Il nostro io percepisce un rischio, e rifiuta, per pigrizia o per autodifesa. Peggio: la nostra vita prende allora una cattiva direzione.
Gesù viene nella sua città natale. L’interesse che suscita aumenta sempre di più. Il suo insegnamento suscita meraviglia. Da lui emana una saggezza indicibile. Ma molto presto l’attrattiva si altera: La gente è stupita: “Donde gli vengono queste cose? Non è costui il carpentiere?” Entra certamente in gioco l’invidia e soprattutto il “buon senso”. È per questo che i contemporanei di Gesù rifiutano di riconoscere l’azione di Dio nell’avvenimento. E non è tutto: deformano l’evento di Cristo e lo trasformano in “scandalo”, in una forza del male che spinge al peccato.
Invece, gli abitanti di Nazareth avrebbero dovuto rischiare di abbandonarsi. Solo colui che ha una relazione di intimità con il Redentore sarà salvo. Colui che si blinda nell’autoconservazione rimane chiuso alla salvezza. E sospettare con cattiveria che l’attrazione di Cristo sia una tentazione contro Dio in realtà non fa che rassicurare il suo egoismo, per quanto “ragionevoli” possano apparire i suoi argomenti.
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché impariamo ad ascoltare Dio quando ci parla, il prossimo quando ha bisogno di noi, la nostra coscienza quando ci ammonisce.
Don’t Forget!
Avvenne il 7-7…
1520 – Gli spagnoli guidati da Hernán Cortés sconfiggono l’esercito azteco
1647 – Scoppia a Napoli la rivolta di Masaniello contro il vicereame spagnolo
1946 – M. Francesca Saverio Cabrini è la prima cittadina USA canonizzata dalla Chiesa cattolica
2005 – Una sequenza di attacchi terroristici sconvolge Londra con 56 morti e centinaia di feriti
2018 – Papa Francesco incontra a Bari i patriarchi delle Chiese cristiane orientali (cattolici, ortodossi, protestanti) nella Basilica di S. Nicola