Riflessione del giorno

domenica 7 marzo ’21

By Patronato S. Vincenzo

March 06, 2021

 

 

III settimana di Quaresima

 

 

 

 

Riflessione

Una visita sul sito del Tempio nella Gerusalemme attuale dà un’idea della sacralità del luogo per il popolo ebreo. Ciò doveva essere ancora più sensibile quando il tempio era ancora intatto e vi si recavano, per le grandi feste, gli Ebrei della Palestina e del mondo intero. L’uso delle offerte al tempio dava la garanzia che la gente acquistasse solo quanto era permesso dalla legge. L’incidente riferito nel Vangelo ci dice che all’interno del tempio si potevano acquistare le offerte e altre cose. Come il salmista, Cristo è divorato dallo “zelo per la casa di Dio” (Sal. 68,10). Quando gli Ebrei chiedono a Gesù in nome di quale autorità abbia agito, egli fa allusione alla risurrezione. All’epoca ciò dovette sembrare quasi blasfemo. Si trova in seguito il commento: “Molti credettero nel suo nome. Gesù però non si fidava di loro, perché conosceva tutti”. Noi dobbiamo sempre provare il bisogno di fare penitenza, di conoscerci come Dio ci conosce. Il messaggio che la Chiesa ha predicato fin dall’inizio è di Gesù Cristo crocifisso e risorto. Tutte le funzioni della Quaresima tendono alla celebrazione del mistero pasquale. Dio ha mandato suo Figlio per riconciliare il mondo con lui e per farci rinascere a una nuova vita in lui. Ma a volte accogliamo tutto ciò con eccessiva disinvoltura. Proprio come per i mercati del tempio, a volte la religione ha per noi un valore che ha poco a vedere con la gloria di Dio o la santità alla quale siamo chiamati.

 

Intenzione

Preghiamo per la Chiesa, perché sia per tutti segno e strumento di riconciliazione con Dio e i fratelli

 

BEATO LEONIDA FEDOROV VESCOVO E MARTIRE

Nacque il 4-11-1879 a S. Pietroburgo da famiglia ortodossa russa. Nel 1902 fece un viaggio a Roma, dove si convertì al cattolicesimo. Dopo gli studi, nel 1911 ricevette l’ordinazione presbiterale in Bosnia come greco-cattolico. Due anni dopo divenne monaco nel monastero di S. Teodoro lo Studita. Tornato a S. Pietroburgo venne deportato in Siberia, ma già nel 1917 fu liberato e ricevette la nomina ad Esarca dei Cattolici russi di rito bizantino. Nel 1923 fu arrestato una seconda volta e condannato a dieci anni di prigionia e inviato alle isole Solovky sul Mar Bianco ed a Vladka. Fu pioniere dell’ecumenismo insieme con gli ortodossi con i quali condivise la dura prigionia. Morì il 7-3-1935 presso Kirov. Fu beatificato da Giovanni Paolo II con altri 24 ucraini vittime del regime sovietico, primo beato russo dei tempi moderni.