11. parola “FIDUCIA” – “FEDELTA’”
Fiducia/fede – dal latino “fidere” – significa aver fede, dare credito, nutrire stima nei confronti di una persona. Fedeltà – dal latino “fides” – significa colui che osserva con impegno i patti, le promesse…Si tratta di due parole che esprimono due aspetti diversi, ma complementari di un unico fondamentale atteggiamento: quello della fede, del fidarsi.
Ma iniziamo parlando di FIDUCIA. Se la fede è alla base del rapporto con Dio, la fiducia è essenziale per costruire un giusto rapporto col prossimo: avere fiducia, dare fiducia, guadagnarsi la fiducia, godere della fiducia, perdere fiducia…sono le infinite espressioni che attestano quanto sia importante fidarsi. Eppure la sapienza popolare sostiene che “fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio!”, affermazione smentita dal grande scrittore E. Hemingway: “Il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è di dargli fiducia”.
Il fatto è che la fiducia non va concessa a buon mercato né a tutti, ma esige il discernimento (da un antico scritto: “Audi omnes, paucis crede, cunctos honora” =ascolta tutti, credi a pochi, rispetta ognuno) e ha bisogno di formazione cioè di essere educata. Perché “fiducia” è una parola che passando di bocca in bocca rischia di essere banalizzata, di perdere il suo vero significato o di vederlo stravolto. Chi si fida infatti spesso viene considerato un ingenuo (per non dire di peggio) e perciò uno facile da “fregare”. Eppure chi ha fiducia e dà fiducia crea una reciprocità nelle relazioni che alla lunga produce buoni frutti e non fa fatica a mettersi in gioco.
Chi invece perde la fiducia altrui e non si fida degli altri, rischia di perdere anche la fiducia in sé stesso, perché, sospettando di tutto e tutti, rinuncia a investire le personali energie e capacità nelle varie direzioni della vita. La fiducia invece apre la mente e il cuore, abbatte muri e crea ponti (Papa Francesco), non si lascia abbattere dalle difficoltà e mantiene viva la speranza, non coltiva la cultura del sospetto e crea nuovi legami, opportunità, occasioni, chances…
Tra i segnali dello scarseggiare della fiducia nel mondo di oggi ci sono: la denatalità (chi si fida a far nascere un figlio in un mondo così?), il fatto che gli animali siano considerati più affidabili delle persone, il venir meno delle scelte definitive e il trionfo del “carpe diem” (=cogli l’attimo) ecc. S. Paolo in 1 Cor. 13,1ss parlando della carità fa capire come senza fiducia non possa sopravvivere: “La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”.
Ma la fiducia sopravvive alla messa a prova del tempo grazie alla FEDELTÀ che è «mettere il piede su un terreno solido. È l’atto con cui l’uomo decide di affidarsi, di aderire e credere in piena libertà» (E. Bianchi). Per far capire quanto la fedeltà sia importante c’è il fatto che chi va in chiesa ogni domenica è chiamato “fedele”. Nella Costituzione italiana all’art. 54 poi è scritto: “I cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi”, mentre Eric Fromm ammonisce che: “solo chi ha fede in sé stesso può essere fedele agli altri”. Ricerca del vero, accettazione, coerenza, costanza e libertà, sono ingredienti indispensabili per vivere la fedeltà, della quale «niente è più nobile, niente più pregevole. L’essere fedeli e sinceri sono le eccellenze e le istituzioni più sacre della mente umana» (M. T. Cicerone).