nell’imagine una fotografia di Luigi Ghirri
Il santo di Oggi: B. ANDREA CARLO FERRARI.
Nasce nel 1850 a Parma. All’arrivo nella diocesi ambrosiana prese anche il nome di Carlo in onore del Borromeo. Visita più volte la diocesi, si interessa ai problemi sociali, promuove la partecipazione dei cattolici alle elezioni amministrative con propri esponenti. In occasione delle agitazioni represse da Bava Beccaris è vicino al popolo tanto da essere considerato sovversivo. La polemica anti modernista lo prende di mira: difende la sua diocesi ma non riesce a dissipare l’incomprensione col Papa. Negli ultimi anni riprende a governare la diocesi con vigore. Muore nel 1921
Intenzione del giorno
Preghiamo perché la vita umana sia sempre accolta e protetta dal suo inizio fino alla conclusione
Don’t forget:
1991 – Il governo del Sudafrica abolisce le ultime leggi razziali ancora in vigore. Finisce l’apartheid.
200° quadro de “i 1000 quadri più belli del mondo”
Che l’artista bolognese Domenico Zampieri detto Domenichino (1581-1641) abbia ottenuto grande successo grazie agli affreschi altamente decorativi è certo, ma che fosse anche notevole paesaggista lo è ancor di più e questo quadro ne è la dimostrazione. L’opera ripropone la leggenda di S. Giorgio che salvò la principessa e liberò la città dalla presenza del dragone che minacciava entrambe. Si tratta di un dramma spaventoso che però il pittore inserisce in un paesaggio che più idilliaco non si potrebbe rappresentare. Di fatto nel quadro non sono i tre personaggi a dominare (la principessa che cerca di sfuggire al dragone inseguito a sua volta da S. Giorgio a cavallo il quale tenta di ucciderlo) ma lo stupendo, idilliaco paesaggio con i grandi alberi in primo piano, la città turrita e luminosa in mezzo e il lago e il monte sul fondo. I colori dominanti sono il verde del bosco e il blu del cielo che, mescolati sapientemente, digradano verso l’orizzonte in “color di lontananza”.
I dettagli poi del vestito della principessa, dell’armatura del cavaliere e delle forme degli edifici, rivelano la grande padronanza del Domenichino nell’arte del disegno e della composizione, ma anche la capacità di resa dei particolari e un’approfondita conoscenza della luce naturale e dei suoi effetti. Il quadro è costruito in modo da condurre l’occhio attraverso tutto il dipinto, dimostrando la coerenza dell’inserimento di ogni scena nel contesto generale. Nonostante la scena in primo piano sia potenzialmente drammatica, anzi tragica essa viene assorbita nel resto della composizione serena e luminosa, con effetti di straordinaria quiete come se il pittore volesse anticipare l’esito vittorioso della lotta contro il dragone. Per tutti questi elementi non possiamo non considerare il Domenichino come il diretto precursore di pittori come Nicolas Poussin e Claude Lorraine.