Riflessione del giorno

Giovedì 1° settembre 2022

By patronatoADM

September 01, 2022

 

XXII settimana tempo ordinario

 

Aforisma del giorno di John Henry Newman

“Il compito specifico del cristiano è di opporsi al mondo”.

 

Preghiera del giorno

O Gesù, inondami del tuo Spirito. Penetra in me e impossessati del mio essere, così pienamente, che la mia vita sia soltanto un’irradiazione della tua. Aiutami a spargere il profumo di te, ovunque vada. Che io cerchi e veda non più me, ma soltanto te.

Fa’ che io ti lodi, nel modo che a te più piace, effondendo la tua luce su quanti mi circondano. Che io predichi te senza parlare, non con la parola, ma col mio esempio, con la forza che trascina, con l’amore che il mio cuore nutre per te. Amen.

 

Santo del Giorno

 

Parola di Dio del giorno Matteo 14,13-21

Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennesaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra.

Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano.

Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore».

Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.».

 

Riflessione del giorno – Frammenti su Don Bepo di don Arturo Bellini

Il 30-12-1960 don Bepo fu invitato all’’udienza con papa Giovanni XIII. Quando il Papa entrò nella sala don Bepo si staccò dal gruppo, si fece incontro a Papa Giovanni: in quel momento il bianco e il nero (Don Bepo aveva indossato per l’occasione la veste meno stinta del suo guardaroba) si fusero un abbraccio.

Il Papa era stato male informato: s’aspettava infatti i membri delle Conferenze di S. Vincenzo. Al vedere noi il suo volto s’accese di lieta sorpresa. E, subito, in dialetto bergamasco: “Che improvvisata! Venite, vi voglio qua dove ricevo Cardinali, principi e re. Era un po’ che mi domandavo: perché non viene Don Bepo?”.

In questa euforia confidenziale che il Papa gli mostrava, nell’animo di don Bepo rimaneva un timore che poi, passata l’udienza, confidò ad alcuni suoi preti: e cioè, come da alcuni era stato ventilato, che Giovanni XXIII motu proprio gli attribuisse il titolo di Monsignore: “Con quel titolo, le fibbie d’argento alle scarpe e i “finimenti” rossi, come avrei potuto scendere tra i miei ragazzi o chiedere l’elemosina per loro?”.

L’intenzione del Papa era proprio quella come rivelerà più avanti il suo segretario mons. Capovilla; ma non ne fece nulla perché la nomina avrebbe potuto in un certo senso “diminuire” la popolarità della figura di don Vavassori. Don Bepo come don Bosco, don Orione… rimane glorioso nella sua umile tonaca di semplice prete.

 

Intenzione di preghiera per il giorno

Preghiamo perché gli operatori nell’ambito della carità mettano la pratica dell’umiltà al primo posto.

 

Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

Marianne Vaillot nata a Fontainebleau nel 1734, a 27 anni entrò tra le Figlie della Carità e ad Angers lavorava nll’ospedale S. Jean. Al momento dell’arresto, era responsabile della dispensa dell’ospedale di Angers. Otilia Baumgarten invece nacque a Gondrexange e a 24 anni entrò tra le Figlie della Carità di S. Vincenzo de Paoli. Anche lei faceva parte della comunità di Angers dove era responsabile della farmacia dell’ospedale S. Jean. Il 1°-2-1794 furono fucilate insieme ad altre 45 donne di un gruppo di 97 persone, per essersi rifiutate di prestare il giuramento rivoluzionario.

La lunga fila dei condannati era preceduta da un gruppo di straccioni ubriachi e una banda che suonava canti rivoluzionari; furono allineati davanti alle fosse destinate ad accogliere i loro cadaveri. Quando fu il turno delle religiose si alzò un grido: «Grazia alle suore!». La reazione popolare fu così forte, che il comandante disse loro: «Cittadine: potete ancora sfuggire alla morte… Tornate a casa e non fate il giuramento: mi assumo la responsabilità di testimoniare che lo avete prestato e non vi accadrà nulla di male». «Grazie -rispose Sr Marianne- per l’offerta. Ma la coscienza non ci permette non solo di prestare giuramento, ma anche di far credere che lo abbiamo prestato».

L’ufficiale allora alzò la sciabola, dando inizio alla sparatoria. Insieme a loro molte altre donne morirono: donne sposate, nubili e vedove, legate in vari modi ai Vincenziani. 45 di loro furono beatificate con Sr Marianne e Sr Odilia. Il gruppo comprendeva donne di età diverse: dai 65 anni della vedova Simone Chauvigné, ai 23 anni della giovane Marie Leroy. Molte di loro avevano legami di sangue come le sorelle D’Epinatz. Il gruppo è stato beatificato il 19-2-1984 dal S. Giovanni Paolo II.