Riflessione del giorno

giovedì 10 dicembre ’20

By Patronato S. Vincenzo

December 09, 2020

 

 

 

 

nell’immagine un dipinto di Ppeter Vilhelm Ilsted

 

 

II Settimana di Avvento

 

1.000 Proverbi della Bibbia

«Ogni animale ama il proprio simile e ogni uomo chi è simile a lui»

 

Iniziamo la Giornata Pregando (Orazione)

O Dio, Padre di ogni consolazione, che agli uomini pellegrini nel tempo hai promesso terra e cieli nuovi, parla oggi al cuore del tuo popolo, perché in purezza di fede e santità di vita possa camminare verso il giorno in cui manifesterai pienamente la gloria del tuo nome. Per Cristo nostro Signore…

 

EULALIA VERGINE E MARTIRE

E’ la santa più famosa di Spagna: di famiglia cristiana, sarebbe andata incontro alla morte di spontanea volontà a soli 12 anni. Fu uccisa per il suo coraggio nel testimoniare la fede sotto Diocleziano nell’inverno del 304.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio Matteo 11,11-15.

In quel tempo Gesù disse alla folla: «In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda». 

 

Riflessione del giorno (Frammenti di vita)

Ha solo 3 o 4 anni, ma è incontenibile: se, quando lo portano in chiesa, dorme, tutti tirano un sospiro di sollievo. Ma da sveglio schizza qua e là come la pallina del flipper e i suoi strilli sovrastano tutto…e regolarmente finisce col papà che lo porta fuori di peso mentre lui si divincola come un ossesso. Solo se al trio si aggrega la nonna, il bimbo sembra calmarsi un po’, ma la pace si interrompe non appena papà o mamma intervengono. Ho seguito con la coda dell’occhio l’anziana, una donna piccola e magra, cercando di capire come mai riuscisse là dove i genitori fallivano. Ho notato che, concentrata nella preghiera, si comportava come se il bimbo non esistesse: andava avanti per i fatti suoi a pregare senza badare al nipotino che le sedeva accanto e che si acquietava finendo per addormentarsi. Le ho chiesto quale fosse il suo segreto e mi ha guardato stupita: “Macché segreto…io non faccio niente di particolare, ma credo che il mio nipotino abbia capito che in chiesa io devo dar retta a un Altro e poco a poco lui si è adeguato”. Nonna e nipote hanno compreso ciò che sfugge a certi genitori: per educare bisogna insegnare a vedere e ad ascoltare, perché chi è sempre al centro dell’attenzione, lui è inquieto, ma soprattutto tira matti gli altri.       

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per gli educatori, i genitori, i maestri i sacerdoti: perché non pretendano di insegnare agli altri ciò che loro non sanno o non sono disposti a fare 

 

Jean-Baptiste Fouque nacque a Marsiglia il 12 dicembre 1851. I genitori erano Louis Fouque scaricatore di porto, e Adèle Anne Remuzat, sarta: entrambi molto religiosi. Divenne sacerdote il 10-06-1876. Dopo vari incarichi, nel 1888, arrivò nella parrocchia della SS. Trinità, dove avrebbe abitato per i successivi 38 anni. Prima di arrivare nella sua ultima destinazione, don Jean-Baptiste inaugurò, il 6 aprile 1888, la casa d’accoglienza della S. Famiglia, per ragazze che venivano in città come cameriere e dame di compagnia. Nel 1891, ricevette l’invito dal vicario generale della diocesi di occuparsi dei ragazzi abbandonati, ai quali nessuno pensava. La vigilia di Natale, il piccolo Joseph Crouzet fu abbandonato sulla porta della casa parrocchiale e don Jean-Baptiste ravvisò nel bambino un segno da Dio e affermò: «Lo prendo e inizio». Il 3 ottobre 1892 celebrò la Messa presso il Santuario marsigliese della Madonna della Guardia: quello stesso giorno fece nascere Villa Paradiso, dove accolse orfani, portatori di handicap, ragazzi condannati dalla giustizia. L’idea di essere d’aiuto alle domestiche e alle impiegate che giungevano a Marsiglia per ragioni di lavoro, non l’aveva abbandonato. Per questo, nel 1903, fondò un ristorante femminile, seguito da un’altra casa di accoglienza per signorine. Ebbe anche un’attenzione per le donne anziane: trasformò un convento vuoto nell’Opera de La Salette.

La crescente delinquenza giovanile lo colpì profondamente, tanto che, nel 1913, domandò che gli venissero affidati i ragazzi dichiarati colpevoli dai tribunali. Così nacque l’Opera dell’Infanzia Colpevole. Don Jean Baptiste era solito dire, in senso ironico, in riferimento a quest’opera: «Per entrare da noi ci vuole un certificato di cattiva condotta». Un giovane che fu ospitato in quell’Opera, tempo dopo esserne uscito, gli scrisse: «Se voi non foste stato caricato del fardello ingombrante che io ero, dove sarei oggi? Che Dio vi doni lunga vita, affinché possiate ripescare molti poveri bambini come me». Anche la prima guerra mondiale fu un mezzo per esercitare la carità: nel 1919, a conflitto finito, ebbe l’idea di fondare un ospedale totalmente gratuito, ma non sapeva come trovare i mezzi. L’occasione gli venne quando seppe che, in un convento abbandonato risalente al 1850, le truppe americane avevano allestito un ospedale dove avevano prestato soccorso a chi ne avesse bisogno: erano rimaste dopo la partenza, avevano lasciato la strumentazione medica. Il 20 marzo 1921 inaugurò l’Ospedale San Giuseppe, dove prestarono servizio per anni le Suore della Presentazione di Tours scacciate dagli ospedali pubblici. La sua ultima realizzazione fu, ancora una volta, a favore dei bambini più abbandonati. Durante gli anni, si era infatti reso conto che alcuni dei suoi piccoli ospiti avevano bisogno di cure speciali, perché colpiti da disabilità fisiche o mentali. Acquistò dunque un castello a Montfavet, non lontano da Avignone: dedicandolo all’Angelo Custode (Château Saint-Ange), vi ospitò subito ottanta bambini. Diventato famoso come «il San Vincenzo de Paoli di Marsiglia», don Jean-Baptiste non tralasciava gli impegni del suo ministero: celebrava sempre la Messa, era fedele alla recita del Breviario e alla preghiera del Rosario. Ogni giorno era in confessionale, pronto a dare il perdono di Dio e a ridare direzione a chi la cercasse. Il 9 febbraio 1925 il sindaco di Marsiglia, Siméon Flaissières, denunciò una riunione privata della Lega di Difesa religiosa e di Azione cattolica, affermando che rischiava di condurre la Francia a «un fasciscmo odioso e rivoltante». Alcuni manifestanti di estrema sinistra aggredirono i partecipanti, colpendoli con sassi e manganelli. Tra gli aggrediti ci furono due morti, mentre don Jean-Baptiste, che ormai aveva 70 anni, era tra i feriti. Un anno più tardi, il 1° dicembre 1926, celebrò l’ultima Messa, stanco, col peso degli anni e di tutte le fatiche compiute per salvare i più giovani. Dopo quattro giorni, il 5 dicembre, rese l’anima a Dio. La beatificazione si è svolta il 30 settembre 2018 a Marsiglia.