Riflessione del giorno

Giovedì 10 ottobre 2024

By Patronato S. Vincenzo

October 11, 2024

 

XXVII settimana T. Ordinario

 

Avvenne il 10 ottobre…

732 –  Poitiers: il capo dei Franchi, Carlo Martello, e i suoi uomini, sconfiggono un’armata di Mori, frenando l’avanzata araba in Europa.

1911 – Cina: con la rivolta di Wuchang, nell’Impero cinese, inizia la fine alla dinastia Qing.

1913 – Il presidente USA Woodrow Wilson pone fine alla costruzione del Canale di Panama.

1970 – Le Figi diventano indipendenti.

1985 – Aerei caccia della United States Navy intercettano un aereo egiziano che trasporta i dirottatori della Achille Lauro e lo costringono ad atterrare nella base aerea di Sigonella, dove vengono arrestati.

 

Aforisma dalla sapienza dei Chassidim

Ciascuno deve custodire e santificare la sua anima nel modo e nel luogo a lui propri, senza invidiare il modo e il luogo degli altri.

 

Preghiera

Dio onnipotente ed eterno, che esaudisci le preghiere del tuo popolo oltre ogni desiderio e ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Luca 11,5-13

Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

 

Riflessione

Domandarono a rabbì Shelomo: «Qual’è la peggiore azione suggerita dall’impulso cattivo?». Egli rispose: «Quando l’uomo dimentica di essere figlio del re». Più di una volta siamo ricorsi alle parabole e agli aforismi degli Ebrei mitteleuropei denominati Chassidim cioè «i pii, i fedeli», sorti nel ‘700, le cui memorie sono state fatte conoscere dal filosofo Martin Buber (1878-1965). Oggi ascoltiamo la bella risposta che uno dei loro maestri aveva riservato a chi gli chiedeva una definizione del peccato grave.

Peccare è abdicare alla dignità di «figlio del re» che ognuno possiede sulla base dell’incarico di vicerè assegnato da Dio all’uomo sulla terra: «Dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sul terreno” Hai fatto l’uomo poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato, gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi» (Genesi 1, 28; Salmo 8, 6-7).

Quella regalità divina che i popoli circostanti a Israele riservavano solo ai sovrani è estesa dalla Bibbia all’intera umanità che però spesso esercita questa sovranità in modo cieco e tirannico, devastando il mondo e disprezzando la dignità regale dei propri fratelli. Anzi, talvolta l’uomo si abbrutisce nel vizio e nella vergogna, divenendo schiavo delle passioni e precipita nelle bassezze più infami.

È per questo che siamo invitati a fissare lo sguardo in Cristo re, il re giusto e perfetto dell’universo, a camminare sulla sua via in cui la dignità regale si esprime non col dominio oppressivo ma col servire, il donarsi e l’amare.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo perché termini l’escalation bellica che si è scatenata in Terra Santa e rischia di sfuggire al controllo e i governanti non facciano più della “vendetta” l’unico modo di risolvere i problemi. 

 

Don’t Forget! Figure Eminenti del clero bergamasco

MONS. GUIDO SALA

1900 – 1982

Mons. Guido Sala nato a Crespi d’Adda il 3-10-1900, studiò a Celana e al Seminario di Bergamo e fu ordinato prete nel 1923 dal Vescovo Marelli. Continuò gli studi universitari a Roma dove fu allievo anche di Enrico Fermi e si laureò in fisica e matematica. Tornato a Bergamo insegnò in Seminario dal 1936 al 1948. Dal 1937 al 1950 fu Assistente dei Laureati Cattolici e dal 1938 al 1950 anche della FUCI ed ebbe l’occasione di conoscere e stringere amicizia con Mons. Montini, allora Assistente Nazionale.

Don Guido insegnò anche al Collegio S. Alessandro dal 1942 al 1948. In quell’anno, il 15 giugno, fu nominato parroco di S. Caterina da Mons. Bernareggi e rimase prevosto fino al 1964. Fu un parroco di grande attività, tanto da essere chiamato il prevosto della ricostruzione dopo i drammatici anni della guerra ed i tempi del difficile dopo-guerra. La sua opera fu diretta principalmente alla pastorale parrocchiale ma anche all’organizzazione, ristrutturazione e costruzione di numerose opere. Fu restaurata e consolidata la chiesa parrocchiale con lavori conclusisi solo nel 1963.

Dal 1949 iniziò il rifacimento dei locali dell’archivio parrocchiale, nel 1953 fu inaugurato il campanile riedificato a cura dell’ing. Angelini e dotato di un nuovo concerto di campane. Infine l’opera forse maggiore fu la costruzione del nuovo oratorio. Posta la prima pietra nel 1956, benedetta dal Vescovo Piazzi, fu portato a termine dall’architetto Camillo Remuzzi e inaugurato dal Vescovo Piazzi il 24-3-1957. Nel 1958 fu aperta al culto la cappella. La sua intraprendenza si esplicò anche in altre numerose opere attinenti alla parrocchia, come la nuova sede delle ACLI e la modernizzazione dell’asilo nel 1959.

Non gli venne mai a mancare il sostegno morale e materiale dei suoi parrocchiani. Fu nominato Monsignore nel 1958 e nel 1961 fu ricevuto a Roma dal Papa Giovanni XXIII da cui ebbe in dono per la parrocchia il prezioso ostensorio e nel 1973 il Papa Paolo VI gli donò un prezioso calice che egli lasciò al santuario. Nel marzo del 1964 si ritirò dalla parrocchia dedicandosi allo studio e nuovamente all’insegnamento, lasciando di sé la memoria di un pastore attivo, intraprendente e generoso. Morì il giorno di Natale del 1982.