Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera a S. Chiara)
Dio misericordioso, che hai ispirato a santa Chiara un ardente amore per la povertà evangelica, per sua intercessione concedi anche a noi di seguire Cristo povero e umile, per godere della tua visione nella perfetta letizia del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santa Chiara
Ha 12 anni Chiara, nata nel 1194 da nobile famiglia, quando Francesco compie il gesto di spogliarsi di tutto. Conquistata dal suo esempio, Chiara 7 anni dopo fugge da casa per seguirlo: il santo le taglia i capelli, le fa indossare il saio, la conduce al monastero di Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di convincerla a ritornare a casa. Si rifugia nella Chiesa di S. Damiano e fonda l’Ordine femminile delle «povere recluse» (poi Clarisse). Chiara scrive poi la Regola ottenendo dal Papa il «privilegio della povertà». Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo e si distingue per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243.
Ascoltiamo la Parola di Dio (Gv 15,4-10)
Gesù disse ai discepoli: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso, se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me, viene gettato via come il tralcio e si secca, e lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti dei Padre mio e rimango nel suo amore».
Riflessione Per Il Giorno (Lettera di S. Chiara alla sorella Agnese)
Siccome la visione di Cristo è splendore di gloria eterna, «riflesso della luce perenne, specchio senza macchia» (Sap 7, 26) guarda ogni giorno in questo specchio, o sposa di Gesù Cristo. Osserva anzitutto l’inizio di questo specchio e vedrai la povertà di chi è posto in una mangiatoia ed avvolto in poveri panni. O meravigliosa umiltà, o stupenda povertà! Al centro dello specchio noterai l’umiltà, la beata povertà e le innumerevoli fatiche e sofferenze che egli sostenne per la redenzione del genere umano.
Alla fine dello stesso specchio potrai contemplare l’ineffabile carità per cui volle patire sull’albero della croce ed in esso morire con un genere di morte di tutti il più umiliante. Così facendo ti accenderai di amore sempre più forte, o figlia del Re celeste.
Intenzione del giorno
Preghiamo per le suore Clarisse di Bergamo e per tutte le contemplative
Il quadro della settimana – 136° QUADRO DELLA SERIE: I 1000 QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO
L’affresco celebra il miracolo eucaristico di Bolsena avvenuto nel 1263, quando un sacerdote boemo, che dubitava del mistero eucaristico, vide sgorgare gocce di sangue da un’ostia durante la celebrazione della Messa, gocce che macchiarono anche il corporale. Dall’avvenimento, riconosciuto da Urbano IV, nacque nel 1264 la festa del Corpus Domini. I personaggi dell’affresco non sono legati a rigidi canoni simmetrici che renderebbero la scena troppo macchinosa: Raffaello li rappresenta con grande naturalezza e organizzando bene le masse ai lati. Nonostante il miracolo, il volto delle persone non è sorpreso, come se tutto ciò che sta accadendo fosse vissuto a livello interiore. L’ambiente che ospita la scena è una basilica: nella parte centrale il sacerdote boemo sta celebrando la messa, con al seguito alcuni chierichetti.
Davanti al celebrante c’è inginocchiato Giulio II, dallo sgargiante abbigliamento: dietro a lui alcuni cardinali e più in basso i sediari pontifici (addetti al trasporto del Papa sulla sedia gestatoria) attendono seduti. I più sorpresi dall’evento sembrano essere i partecipanti alla Messa a sinistra, alcuni dei quali sono in piedi e altri seduti. Nello sguancio della finestra l’iscrizione: JVLIVS II. LIGVR. PONT. MAX. ANN. CHRIST. MDXII. PONTIFICAT. SVI. VIII. I colori utilizzati in questo capolavoro spiccano per vivace contrasto, soprattutto sul marmo bianco della gradinata: bellissimo il gruppo dei sediari. La straordinaria ricchezza dei colori e della composizione fa pensare al rapporto con la pittura veneta e con artisti come Sebastiano del Piombo e Lorenzo Lotto. In ogni caso rendono quest’opera un vero capolavoro di grande complessità realizzativa e di grande efficacia narrativa.