nell’immagine una fotografia dal Cimitero monumentale di Milano tra storia, leggende e simboli
X Settimana del Tempo Ordinario
Proverbio del Giorno
«Da grandi profitti, grandi rischi (Cina)»
Iniziamo la giornata pregando
Sii porto di rifugio per l’afflitto, sostenitore e difensore per la vittima dell’oppressione, casa per il forestiero, balsamo per il sofferente. Sii porto di rifugio per l’afflitto, sostenitore e difensore per la vittima dell’oppressione, casa per il forestiero, balsamo per il sofferente, torre per il fuggitivo. Amen
Barnaba Apostolo
Di lui dice Atti: “Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba “figlio dell’esortazione”, levita originario di Cipro, che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l’importo ai piedi degli apostoli e da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore”. Grande personalità della Chiesa, accreditò Paolo e fu suo compagno nel 1° viaggio missionario e nel Concilio di Gerusalemme.
Vangelo del giorno (Mt 10,7-13)
Gesù disse ai suoi discepoli: «Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi».
Riflessione Per il Giorno (Da Zadie Smith – Corriere della Sera 21.02.2020)
“Passerò per luddista, ma sapere che prima o poi, attorno ai 13/14 anni (ottimista la donna…si comincia ben prima purtroppo), dovrò dare ai miei figli degli smartphone mi fa imbestialire. Ora resisto, ma non c’è via di uscita, sarebbero emarginati dal sistema scolastico e poi universitario. Odio questi telefoni, penso siano letali per lo sviluppo dei giovani: ti localizzano, sono progettati per creare dipendenza…E’ come se un’intera società, un governo e un’istituzione privata mi dicessero: “A 14 anni tuo figlio deve assumere eroina, perché tutti sono dipendenti dall’eroina.” Lo trovo vergognoso! Ma non ho scelta ed è lesivo della mia libertà”. Come si fa a darle torto?
Luddismo: movimento operaio di inizio ‘800 che si oppose all’introduzione delle macchine nella produzione industriale, considerate causa del crollo dell’occupazione. Luddista è perciò chi odia e disprezza le macchine.
Intenzione del giorno
Preghiamo per gli studenti che dovranno affrontare gli esami, covid 19 permettendo…
Don’t forget! IL RICORDO E IL RINGRAZIAMENTO
DON GIUSEPPE BERARDELLI
Don Giuseppe Berardelli nasce il 21-8-1947 a Fonteno ed è ordinato prete il 30-6-1973 a Bergamo. Curato nella parrocchia di S. Giuseppe (Villaggio degli Sposi) in città dal 1973 al ’76, è poi destinato, sempre come coadiutore parrocchiale a Calolzio dove rimane fino al 1984. Parroco di Gaverina fino al 1993, è nominato prevosto di Fiorano al Serio dove rimane fino al 2006. Fa parte del Consiglio Presbiterale diocesano nel 1985 e nel 2013. Nel 2006 è nominato arciprete plebano di Casnigo e nel 2013 diventa Vicario locale. È morto all’ospedale di Lovere, dove era stato ricoverato dopo essere risultato positivo al coronavirus, sacrificandosi per una persona che neppure conosceva: ha rinunciato infatti al respiratore di cui aveva bisogno e che la sua comunità parrocchiale aveva acquistato proprio per lui e lo ha donato a un giovane, malato come lui, ricoverato nello stesso ospedale. Un operatore commosso ha commentato: “Don Giuseppe è morto da vero prete”. Don Berardelli infatti era un vero testimone del Vangelo.
Ha donato tutto e il meglio di sé alla gente delle parrocchie in cui ha svolto il suo servizio e ha onorato il Signore come testimone della gioia, del Vangelo, della lieta notizia. Il suo motto era “pace e bene” salutava tutti così, francescanamente. Incapace di pensare male del prossimo, non giudicava né trattava male nessuno, ma era tutt’altro che ingenuo…era semplicemente un uomo buono come il pane e un prete contento della sua vocazione. La gente di Casnigo l’ha capito e gli ha voluto molto bene: non potendo partecipare alle esequie per le misure restrittive vigenti, ha voluto salutarlo con un caloroso applauso dai balconi e i lumini accesi. I compagni preti ne hanno sempre apprezzato il carattere accogliente e capace di costruire e mantenere relazioni. La diocesi di Bergamo ha perduto un rappresentante della migliore tradizione del clero bergamasco, capace di resistere alle mode per emergere alla lunga nei suoi valori: incrollabile fiducia in Dio e vicinanza paterna alla gente.