28 Settimana del tempo ordinario
Aforisma del giorno – Johann Gottfried Herder
I due maggiori tiranni del mondo sono il caso e il tempo.
Preghiera del giorno – Alexander Heidler
Nostro Dio, fa’ che ti vediamo in tutte le cose che tu hai creato e che ti cerchiamo al di sopra di tutte le cose, e che ti amiamo al di sopra di tutte le creature.
Tutto ciò che è vero che è buono, bello e porta gioia nelle creature, deve ricordarci Te, Amore eterno. Per tutti i tuoi doni noi ti ringraziamo; ogni cosa, anche piccola, è un riflesso della tua grandezza.
Fa’ che non dimentichiamo che ciò che è bello nella tua creazione è un preannuncio di ciò che ci aspetta e godremo in te nell’eternità. Amen.
Santo del giorno
La Parola di Dio del giorno – Luca 11,47-54
Il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario.
Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
Riflessione del giorno
Domani, e domani, e domani, / striscia a passi lenti il tempo che ci è assegnato / di giorno in giorno fino alla sua sillaba estrema.
Lenta ma implacabile come una colata di lava avanza il fiume del tempo che ci è stato assegnato. Sembra così lunga la distesa di quei «domani, e domani, e domani» da permetterci di non badare al loro uso e consumo.
E così, all’improvviso ci resta tra le mani solo la sillaba estrema del discorso della vita. C’è stato qualche teologo che ha pensato che Dio ci permette con quell’ultima parola di ribaltare il nostro destino, concedendoci una suprema istanza d’appello.
Ma è anche necessario non sfidare quel Dio che pure ci ha donato tanti «domani», quando saremo giunti all’«oggi» definitivo senza più «domani» della nostra fine.
Non abbiamo ancora detto chi sia l’autore della citazione: è il grande Shakespeare dell’indimenticabile Macbeth (V,5,19-21), ove impera la terribile moglie del generale del re di Scozia, Lady Macbeth, colei che in un crescendo di odio e di sangue saprà, sì, colmare i suoi giorni, ma che alla fine si troverà davanti alla «sillaba estrema» del rendiconto con la sua coscienza e precipiterà nel suicidio.
«Sempre il puzzo del sangue! E tutte le essenze d’Arabia non riusciranno più a profumare questa piccola mano!» (V, 1). Raccogliamo l’invito del poeta a non lasciar scorrere nel vuoto o, peggio, nel male il fiume della vita fino all’ultima sillaba.
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché approfittiamo del tempo concesso e non rimandiamo a domani quel che si può fare oggi.
Don’t forget! Santi e beati della carità
BEATO AGOSTINO THEVARPARAMPIL “KUNJACHAN” 1891-1972
Scopre gli inavvicinabili per caso, durante una convalescenza, due anni dopo l’ordinazione e a loro dedica il suo ministero, combattendo contro l’ignoranza, i pregiudizi, l’analfabetismo e anche contro le critiche dei cristiani “per bene”, che non riuscivano a capire che cosa spingesse il prete verso quei disgraziati.
Teneva un diario con le informazioni dettagliate su questi suoi parrocchiani “speciali”, con l’indicazione di nascite, matrimoni, decessi: una specie di anagrafe insomma, a cui i paria per la società non avevano diritto.
Se don Agostino, come si calcola, avvicinò a Dio e alla Chiesa più di 5.000 persone, ben più furono i “paria”, oggi chiamati “Dalit”, ad aver ricevuto da lui una spinta ad uscire dalla schiavitù in cui erano stati confinati dalle classi sociali più elevate.
Perché sulla strada tracciata da don Agostino si sono incamminati altri tra cui M. Teresa di Calcutta. Per lui invece nessun riconoscimento, nessun particolare onore. Quando morì a 82 anni, il 16-10-1973, sfiancato dal pellegrinare porta a porta e le lunghe ore in confessionale, era conosciuto solo nel raggio di qualche Km.
Oggi invece alla sua tomba accorrono da tutta l’India e il suo villaggio si è trasformato in centro fiorente e prosperoso mentre 60 mila persone hanno assistito alla sua beatificazione nel 2006.