Iniziamo la Giornata Pregando
Accogli, o Signore, il mio grido, nel cuore ho cercato il tuo volto: quel volto non nascondermi, Signore. Ricorda che sempre benigno tu fosti in passato per noi; non fare che il nemico ci soggioghi. Con cuore pentito e sincero, perdono imploriamo Signore: perdona chi confessa il suo errore. Con animo puro, Signore, veniamo a te, nostra salvezza, Gesù, di nostra vita redentore.
MARIA CROCIFISSA DI ROSA.
Il padre è imprenditore bresciano; la madre, nobile bergamasca, muore quando Paola Francesca ha 11 anni: entra nel collegio e ne esce a 17 anni. Nonostante il padre per lei preferisca il matrimonio, la giovane decide di restare fedele al voto di castità fatto in istituto. Mandata a dirigere una fabbrica di filati di seta di proprietà dal padre, si dedica a organizzare aiuti per i bisognosi, all’istruzione religiosa femminile ecc. Insieme ad altre giovani, aiuta le vittime del colera del 1836. Nel 1851 la comunità ottiene l’approvazione come congregazione, col nome di Ancelle della Carità. Nel 1852 pronuncia i voti come Sr. Maria Crocifissa. Muore a Brescia nel 1855.
La Parola di Dio del giorno (Lc 7,24-30)
Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco io mando davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via davanti a te. Io vi dico, tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni. Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio.
Riflessione Per Il Giorno (Paulo Coelho 1.a parte)
Ecco cosa ho imparato nella vita:
- Non importa quanto sia buona una persona: ogni tanto ti ferirà e bisognerà che la perdoni.
- Ci vogliono anni per costruire la fiducia e pochi secondi per distruggerla.
- Non dobbiamo cambiare gli amici, ma capire che gli amici cambiano e accettarlo.
- Le circostanze e l’ambiente hanno influenza su di noi, ma noi rimaniamo responsabili di noi stessi.
- O sarai tu a controllare i tuoi atti o essi controlleranno te
- Gli eroi sono persone normali che hanno fatto ciò che dovevano fare, affrontando le conseguenze.
- La pazienza richiede molta pratica.
- Ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
- A volte, proprio chi pensi che ti aiuterà a cadere, sarà invece chi ti aiuterà a rialzarti.
- Solo perché qualcuno non ti ama come vorresti, non significa che non ti ami con tutto te stesso.
Intenzione del giorno
Preghiamo per gli ospiti della casa del Giovane e della Casa centrale del Patronato
151° QUADRO DELLA SERIE: 1.000 QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO
CIMA DA CONEGLIANO: ADORAZIONE DEI PASTORI
1509 OLIO SU TAVOLA 300 X 185 CM CHIESA DI S. MARIA DEI CARMINI VENEZIA
L’adorazione dei pastori con i santi Caterina d’Alessandria, Elena, l’arcangelo Raffaele e Tobiolo è opera di Giovanni Battista Cima (1460-1518) da Conegliano, uno dei migliori esponenti della scuola veneta del XV-XVI sec. Il dipinto di Cima venne commissionato da Giovanni Calvo durante una terribile pestilenza per commemorare la defunta moglie Caterina, ricordata dalla presenza della santa eponima e chiedere per sé l’intercessione di Cristo e dell’angelo custode, rappresentato da Raffaele che accompagna Tobiolo. La scena della nascita è ambientata all’aperto (come in Giorgione) con Maria in atto protettivo e di preghiera sul neonato e il pastore (che rappresenta il committente) che fa da pendant con la Madonna, inginocchiandosi come lei. Giuseppe ha un ruolo meno defilato che nei dipinti coevi: indica il bambino al pastore e lo invita ad avvicinarsi a lui con fiducia. Una rupe sovrasta la scena e le fa da sfondo: la sommità rigogliosa di vegetazione ha un accento idilliaco che bene si accorda con la quieta intimità dei personaggi in primo piano.
indicativo dell’attenzione alla pittura dei grandi maestri Giorgione, Tiziano, Bellini…Il tutto è descritto con la consueta compattezza plastica e preziosità cromatica, ma anche animato da gesti e sguardi che gli conferiscono un’inedita affettività. Tipico della pittura veneta è il cielo trascolorante all’orizzonte su tonalità giallo ocra. Insomma, un quadro incantevole, intimo e commosso.