nell’immagine una fotografia di Ferdinando Scianna
Proverbio del giorno
«L’uomo nobile deve essere tardo nel parlare e rapido nell’agire (Giappone)»
Iniziamo la giornata pregando (Inno di Bose)
Sapremo scoprire, Signore / che tu sei presente fra noi? / Sapremo vedere l’amore / nei doni che vengono da te? / Chi può trasformare in un canto / i pesi portati nel cuore? / Tu solo il Vivente, il Santo / che accogli e salvi il dolore. / I gemiti e i pianti segreti / dal cuore risalgono al cielo / con grida di santi e profeti / diventano il cantico nuovo. / L’Agnello da sempre immolato / le lacrime asciuga dagli occhi / col vino che in croce ha pigiato / ci riempie la coppa di nozze.
LUIGI MARIA PALAZZOLO. SACERDOTE (1827-1886)
fondatore dei Fratelli della Sacra Famiglia e delle Piccole sorelle dei Poveri, le «suore Poverelle». Di queste ultime molto si è parlato mentre in Africa infuriava l’epidemia di Ebola: accanto al letto dei contagiosissimi malati – alla fine vittime esse stesse del virus – c’erano loro, le figlie del Palazzolo. Il carisma del fondatore è infatti legato all’assistenza a malati, bisognosi e anziani. Palazzolo è stato beatificato nel 1963.
Ascoltiamo la parola di dio (Mt 5,20-26)
Gesù disse ai discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira col proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo col tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!»
Riflessione Per Il Giorno (Gandhi)
Quando Gandhi studiava giurisprudenza all’Università di Londra aveva un professore, Peters, che non lo sopportava; Gandhi, però, non era tipo da lasciarsi intimidire. Un giorno il professore stava mangiando in refettorio e Gandhi gli si sedette accanto. Il professore disse: “Signor Gandhi, lei sa che un maiale e un uccello non possono mangiare insieme?”. “Ok Prof, volo via…” rispose Gandhi e andò a sedersi a un altro tavolo. Il professore, infastidito, decise di vendicarsi al successivo esame, ma Gandhi rispose brillantemente a tutte le domande. Allora gli fece la domanda seguente: “Signor Gandhi, immagini di trovare una borsa per strada; la apre e vi trova la saggezza e molto denaro. Quale delle due cose tiene per se?”. “Certamente il denaro, Prof.”. “Io al posto suo avrei scelto la saggezza”. “Ha ragione prof: ciascuno sceglie quello che non ha!” Il professore, furioso, scrisse sul libretto la parola IDIOTA e glielo restituì. Gandhi lesse il risultato e disse sorridendo: “Professore, ha firmato l’esame ma si è dimenticato di mettere il voto!”.
Intenzione del giorno
Preghiamo per l’Istituto Palazzolo e per le sue suore che lavorano per i più poveri e bisognosi
Don’t Forget!
L’Istituto Suore Delle Poverelle conta con circa 800 sorelle che vivono in realtà assai differenti in Europa, Africa, America Latina. Abitano in città o in paesi dislocati e immense savane. Esprimono la missione di Poverelle in servizi diversissimi: tra bambini e anziani, sani e malati, andando per le strade o accogliendo i poveri nelle loro case, o sperimentando esse stesse malattie e infermità. Rispondono ai bisogni di pane, salute, dignità umana e consapevolezza di essere figli di Dio. Dentro le molteplici “diversità” della Congregazione, è indispensabile rafforzare “ciò che unisce”, rispetta le diversità, previene le divisioni e identifica come “Poverelle” le suore in qualunque realtà e situazione si trovino a vivere. Le unisce la motivazione che un giorno ha fatto “lasciare tutto” per acquistare il «tesoro» della vita: Gesù e il suo Vangelo, sulle orme di Don Luigi e di Madre Teresa.
173° quadro de “I 1.000 quadri più belli del mondo”
Questo dipinto realizzato tra il 1603 e il 1604 da Annibale Carracci (1560 – 1609), proviene dalla cappella del Palazzo Aldobrandini a Roma e costituisce il più tipico esempio di “paesaggio ideale”, in cui ogni elemento è inserito in una composizione perfettamente calibrata e bilanciata, alla ricerca dell’equilibrio formale e della bellezza idilliaca. Il dipinto non è dissimile da altre opere eseguite fra il XV e XVI sec e descrive l’episodio evangelico della fuga in Egitto inserita in un paesaggio. Ciò che cambia decisamente è il rapporto tra i due elementi: i protagonisti diventano minuscoli, mentre s’ingrandisce, fino ad occupare la maggior parte dello spazio, il paesaggio. L’opera, si può definire come il manifesto di quello che per due secoli sarà ritenuto il “paesaggio classico”: l’insegnamento di Annibale Carracci rimarrà, infatti, un fondamentale testo d’apprendimento per generazioni di pittori italiani e stranieri. Il Carracci inventa il linguaggio moderno, che guarda alla campagna romana con occhi nuovi, distante dai ricordi di viaggio dei pittori fiamminghi che allora andavano di moda: non rappresenta infatti la natura com’è, ma come “dovrebbe essere”.
Osservando la composizione, si capisce come la struttura del dipinto sia una vera e propria composizione scenica, in cui il paesaggio non è quello quotidiano, ma in cui ogni albero, fiume, montagna, è scelto tra i più splendidi di una natura idealizzata. Con una tale compenetrazione tra figure e ambiente l’artista realizza una formula perfetta, classica, per l’ambientazione della storia sacra con Maria che cammina con in braccio Gesù Bambino; S. Giuseppe che avanza con passo lento, tenendo alla cavezza l’asino; il barcaiolo che ha permesso alla Sacra Famiglia di guadare il fiume (si tratta di un dettaglio del Vangelo apocrifo dello pseudo-Matteo). Il pittore riserva grande cura per i dettagli, come il fiume, il cui placido scorrere viene a tratti interrotto dal volo dei gabbiani; i pastori pascolano le greggi; i contadini, sulla collina, intenti alle attività agricole; la città che possiede l’aria tranquilla e l’equilibrio tipico del classicismo seicentesco. La luce è quella chiara, leggera delle prime ore del mattino; l’atmosfera avvolgente della natura così come gli animali, trasmettono il rinnovato interesse per la natura. L’uomo è la misura del paesaggio; il paesaggio ambienta l’episodio sacro. I personaggi hanno la stessa rilevanza della natura che li circonda e vivono l’ambiente senza esserne schiacciati e senza dominare. Il perfetto equilibrio crea l’effetto di una serena semplicità.