X settimana Tempo Ordinario
Aforisma di Lucio A. Seneca 4 a. C – 65 d. C
“Vale la pena di sperimentare anche l’ingratitudine, per trovare un uomo riconoscente.”
Preghiera per i figli
Signore, benedici i figli che ci hai dato. Tu conosci i pericoli che li attendono e le tentazioni che li minacciano. Noi te li affidiamo perché tu li preservi dal male. Insegnaci ad aprire il loro cuore a tutto ciò che è buono, i loro occhi a tutto ciò che è bello, il loro animo a tutto ciò che è vero. Meglio di noi veglia su di loro e proteggili perché sono molto più tuoi che nostri. Amen
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Matteo 5,20-26
Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio.
Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Riflessione di don Davide Rota
Il denaro che perdi, puoi recuperarlo; la salute che perdi, può esserti restituita dai medici; ma il tempo che perdi, è perduto per sempre. Un proverbio bergamasco dice “ŝöche e melù ‘n de la sò stagiù” (zucche e meloni alla loro stagione).
Queste due massime ci riportano a una saggezza antica che oggi sembra perduta. La prima richiama l’importanza del tempo a proposito del quale ci lamentiamo sempre di averne poco, mentre invece è vero quel che il saggio romano Lucio Seneca afferma: “Non è vero che di tempo ne abbiam poco. Il problema è che ne sprechiamo tanto”.
Il problema di tanti oggi infatti è che il loro tempo è “intasato” da troppi impegni, occupazioni e preoccupazioni: costoro sono simili agli accumulatori seriali che intasano la casa di oggetti di cui dicono di non poter fare a meno al punto da non aver più spazio per sé. Mancano loro le virtù del discernimento che consente di capire cosa è importante e cosa no; della disciplina che aiuta a fare le scelte giuste, dell’ordine morale che insegna a non sprecare le occasioni.
Si dice il tempo è denaro ed effettivamente capita col tempo quel che capita coi soldi: chi si lamenta di non averne mai abbastanza è perché ne fa un pessimo uso (del resto, chi vale poco, costa molto!). Ma c’è un altro fenomeno tipico del mondo d’oggi ed è il ritardo nel fare le scelte decisive: si entra nel mondo del lavoro, ci si sposa, si fanno figli sempre più tardi; l’adolescenza dura decenni e si è ragazzi fino ai 60 anni; non esistono più anziani, ma solo “diversamente giovani”.
Insomma nel nostro mondo ci si avvia alla conclusione senza aver davvero iniziato a vivere o, come dicevano crudamente i vecchi, sembriamo i frutti che marciscono sull’albero prima di maturare. Sotto l’orologio del PSV è scritto: “ogni ora è dono di Dio”. Se facessimo tesoro di questa verità, scopriremmo che il tempo è la realtà più preziosa che ci è concessa perché in fondo è la nostra stessa vita e ce ne guarderemmo bene dallo sprecarlo.
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché non rimandiamo a domani quel che possiamo fare oggi e viviamo ogni giorno con riconoscenza come se fosse il primo e con responsabilità come se fosse l’ultimo.
Don’t Forget! Santi e beati della carità
Quando Lipsk il 1° luglio 1943, fu colpita da una rappresaglia tedesca e sconvolta da arresti di massa, anche la giovane nuora incinta di un altro figlio fu arrestata; allora si fece avanti Marianna e si propose al posto della nuora per salvare lei e la vita del nascituro. Fu un nobile slancio d’amore di una semplice donna di 55 anni, che offrì la sua vita per altri, come già fece S. Massimiliano Maria Kolbe (1894-1941) frate conventuale, nel campo di Auschwitz.
Lo scambio fu accettato e gli arrestati furono tradotti in carcere, da lì fu spostata a Naumowicz presso Grodno (attualmente in Bielorussia) e fucilata il 13 luglio 1943. E la Chiesa ha voluto affiancare ai tanti suoi figli consacrati, vittime in Polonia della barbarie nazista, anche questa umile donna, che a pari loro, riconoscendo Gesù nei fratelli, mise in pratica il detto evangelico “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.