Riflessione del giorno

Giovedì 18 aprile 2024

By patronatoADM

April 17, 2024

 

3. settimana di pasqua

 

Avvenne il 18 aprile…

1506 – Papa Giulio II posa la prima pietra della nuova Basilica di San Pietro in Vaticano

1948 – In Italia si tengono le prime elezioni politiche per il parlamento repubblicano

1951 – I sei Stati fondatori dell’Unione europea firmano il Trattato di Parigi che istituisce la Comunità europea del carbone e dell’acciaio

2005 – Inizia il conclave per l’elezione del successore di papa Giovanni Paolo II

 

Aforisma dal libro del Qoeleth

Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.

 

Preghiera

Dio onnipotente ed eterno, che in questi giorni pasquali ci hai rivelato in modo singolare la grandezza del tuo amore, fa’ che accogliamo pienamente il tuo dono, perché, liberati dalle tenebre dell’errore, aderiamo sempre più agli insegnamenti della tua verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Giovanni 6,44-51

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”.

Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita.

I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

 

Riflessione Giovannino Guareschi: l’umorismo, potente arma di difesa

l’Umorismo è una potente e benefica arma di difesa…un’arma potente e benefica perché occorre tener presente un fatto che sfugge ai più…L’arma dell’umorismo sia sempre pronta a essere puntata senza pietà contro ogni situazione nuova, contro ogni nuova iniziativa che spunti all’orizzonte e pur presentata come la più nobile e intelligente e seria dell’universo mostri all’analisi qualche lato comico. Bisogna sparare senza pietà.

L’obiezione classica che i benpensanti sollevano contro noi umoristi è questa: voi trovate del comico in tutte le iniziative, non rispettate niente. Se troviamo del comico in qualcosa, significa che il comico c’è. E dove c’è del comico c’è attentato alla logica. Bisogna sottoporre ogni cosa alla prova del fuoco dell’umorismo. Saggiare la consistenza reale e la logicità dell’iniziativa, della teoria della situazione prese di mira. Non è vero che si possa trovare del comico in ogni cosa.

Le cose veramente buone, le cose veramente logiche non presentano nessun lato comico. Sfido il migliore umorista dell’universo a trovare un lato comico nel cielo, nel mare, nell’aria, nel fuoco. Sfido chiunque a farmi ridere sul pane, su una radice quadrata, su una equazione di sesto grado, sulla forza di gravità, sul teorema di Pitagora, su un fiore, sulla formula dell’acido solforico. Tutto ciò che è perfetto perché opera di Dio, e tutto ciò che esiste al mondo di meno imperfetto nelle cose create o scoperte dagli uomini, non può rivelare nessun aspetto comico.

L’umorismo è l’acido col quale si prova se il metallo che vi presentano come oro è veramente oro. L’umorismo non distrugge, ma rivela ciò che deve essere distrutto perché cattivo. L’umorismo distrugge solo l’equivoco, ma rafforza ciò che è buono. E adesso è logico che mi si domandi: tu vuoi che la gente possegga ed usi il senso dell’umorismo. Ma se non l’ha? Ma, se pur avendolo, non ha modo di usarlo come fai tu, sui giornali? L’umorismo è un’arma di difesa personale e va usata, anzitutto, contro noi stessi.

La caricatura, come ho detto, la si fa agli amici, non ai nemici come laggiù nel paese dove l’umorismo è stato inquadrato nelle forze armate che difendono un regime e offendono il mondo civile. Bisogna anzitutto trovare il comico, e quindi l’illogico, in sé stessi. Ed ecco l’arma collaudata, calibrata, messa a punto contro il bersaglio interno, è pronta per sparare verso l’esterno. Scovato e mitragliato il nemico interno, possiamo scovare e difenderci dal nemico esterno.

 

Intenzione di preghiera per il giorno

Perché impariamo a sorridere di noi stessi e non ci prendiamo troppo sul serio.  

 

Don’t Forget!

GRANDI FIGURE DEL CLERO BERGAMASCO

BEATO LUCA PASSI

1789 – 1866

Nato a Bergamo il 22-1-1789 da nobile famiglia veneziana, fin dalla giovinezza nutrì aspirazioni apostoliche-missionarie, per cui si consacrò al servizio del Signore e fu un autentico testimone della carità evangelica soprattutto nell’azione formativa umano-sociale e morale della gioventù. “Chi non arde, non accende”. Questo usava dire don Luca alle consorelle che si occupavano dell’educazione cristiana delle giovani, che voleva conquistate dal “fuoco d’amor di Dio”.

Quel fuoco in lui era divampato fin da piccolo, grazie all’educazione spirituale ricevuta in famiglia e ai lunghi anni dell’infanzia trascorsi nella villa di campagna di Calcinate, vicina al palazzo dello zio monsignore dove fu trasferito il seminario di Bergamo dopo la sua soppressione. Una figura splendente, quella del parente, tanto che 3 degli 11 fratelli Passi ne seguirono l’esempio scegliendo la vita sacerdotale. Don Luca, animato dall’urgenza di testimoniare ed evangelizzare, fece di più, e diventò uno dei grandi missionari apostolici del XIX secolo, insignito da Papa Gregorio XVI del titolo di “Missionario Apostolico”. 

Nel 1838 don Passi fondò la “Pia Opera di S. Dorotea”, un progetto educativo-pastorale destinato ai più giovani e ai più deboli: la loro educazione e formazione cristiana, specialmente dei poveri, era un obiettivo fondamentale per don Luca, che già nel 1815 diede vita a due opere pie, quella di San Raffaele e quella di Santa Dorotea. La prima, per i maschi, si diffuse a Genova, ma ebbe breve vita a causa dei moti rivoluzionari del ’48; il ramo femminile, invece, ebbe più successo, tanto che in sostegno dell’opera il sacerdote fondò la congregazione di religiose, che stimolava al loro compito dicendo: “Bisogna dare la vita anche per la salvezza di una sola persona”.  Morì a Venezia il 18 aprile del 1866