nella fotografia un quadro di Franz Marc
Iniziamo la Giornata Pregando (Uscendo di chiesa)
Parto da te, Gesù parto da questo altare: vieni Gesù con me, solo non mi lasciare. Aiutami a perdonare sol per amor di te. Solo non mi lasciare, resta Gesù con me. Parto, o mio Dio, ma ti lascio il cuore mio per adorarti e ringraziarti fino a quando verrò di nuovo a trovarti.
GELTRUDE COMENSOLI FONDATRICE
Nata a Bienno (BS), nel 1847 vive un’infanzia serena e frequenta le elementari del paese. Svela fin da bimba la sua sensibilità eucaristica: a 6 anni, un mattino, entra nella chiesa dove si celebra la Messa prima e riceve la Comunione “segreta”. Nel 1866 entra nella Compagnia di S. Angela Merici e a Bergamo con don Francesco Spinelli, nel 1882 fonda l’Istituto delle “Suore Sacramentine di Bergamo”. Muore il 18 febbraio 1903.
Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Mt 6,7-15)
“Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.”.
Riflessione del giorno (D. Bonhoeffer)
Nessuno sia sicuro, neppure per un attimo, di essere risparmiato dalla tentazione: non c’è tentazione che non possa assalirmi ancora in questo momento. Infatti in 1 Pt 5,8 sta scritto: “il diavolo si aggira come un leone ruggente cercando chi possa divorare”. In questa vita non siamo sicuri nemmeno un attimo da tentazioni e cadute. Perciò non insuperbire se vedi altri inciampare e cadere. Una tale sicurezza diverrebbe un laccio per te. Perciò “non ti insuperbire, ma temi” (Romani 11,20). Anzi, sii pronto in ogni momento, affinché il tentatore non abbia presa su di te. “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione” (Matteo 26,41). Vegliare contro gli attacchi dell’astuto avversario, pregare perché Dio ci tenga fermi nella sua parola e grazia, ecco l’atteggiamento del cristiano di fronte alla tentazione. Ma il cristiano non deve neppure temere la tentazione. Se lo assale, nonostante veglia e preghiera, deve sapere che può vincere ogni tentazione. Non esiste tentazione sulla quale non possa prevalere. Dio conosce le nostre forze e non permette che la tentazione le superi.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché viviamo questo tempo di quaresima come tempo di grazia e di conversione.
113° quadro della serie: i “1.000 quadri più belli del mondo”
Hieronymus Bosch, nome d’arte di Jeroen Anthoniszoon van Aken (‘s-Hertogenbosch, 1453–1516) fu un pittore olandese. La ricchezza di inventiva nelle sue opere, vere e proprie visioni, ha chiamato in causa dottrine diverse, tra cui la psicoanalisi, ma in realtà trae la sua ispirazione dalle dottrine religiose e intellettuali dell’Europa centro-settentrionale che, al contrario dell’Umanesimo italiano, negano la supremazia dell’intelletto, ponendo l’accento sugli aspetti trascendenti e irrazionali. Con grande ironia, Bosch mise in scena i conflitti dell’uomo rispetto alle regole imposte dalla morale religiosa con la caduta nel vizio e il destino infernale per redimersi dal quale si deve far riferimento alle vite dei santi e alla Passione di Cristo. Bosch non datò mai i suoi dipinti e ne firmò solo alcuni. Il re Filippo II di Spagna fu un appassionato collezionista dei suoi lavori; come risultato la Spagna è il paese che possiede il maggior numero di opere del pittore, soprattutto al Prado e all’Escorial di Madrid. Di datazione incerta, il trittico delle delizie è ritenuto il capolavoro e l’opera più ambiziosa di Bosch che in nessun altro lavoro raggiunse tali livelli di complessità, per i significati simbolici che per la vivida immaginazione espositiva. L’opera rappresenta numerose scene bibliche e ha probabilmente lo scopo di descrivere la storia dell’umanità attraverso la dottrina cristiana medievale.
Il trittico è formato da un pannello centrale quadrato al quale sono accostate due ali rettangolari richiudibili su di esso; una volta piegate, mostrano la Terra durante la Creazione. Le tre scene del trittico aperto sono forse da analizzare in ordine cronologico da sinistra a destra. Il pannello di sinistra rappresenta Dio, perno dell’incontro tra Adamo ed Eva; quello centrale è una vasta veduta fantastica di figure nude, animali immaginari, frutti di grandi dimensioni e formazioni rocciose; quello di destra è invece una visione dell’Inferno e rappresenta i tormenti della dannazione.
Ma vediamo le varie parti del trittico
3. Parte: trittico aperto: PANNELLO CENTRALE
Il pannello centrale rappresenta il giardino “delle delizie” da cui il trittico prende nome: abbondano figure maschili e femminili nude, circondate da enormi varietà di animali, piante e fiori; non è il giardino dell’Eden, ma neppure un ambiente di vita normale. Creature fantastiche si confondono con elementi reali, frutti comuni sono rappresentati in forme sproporzionate, con forti significati simbolici. Le persone sono impegnate in sfrenati giochi amorosi e varie altre attività, in coppie o in gruppi più vasti; si esprimono e agiscono apertamente e senza vergogna, mostrando secondo alcuni critici una curiosità carnale tipicamente adolescenziale. Il pannello è disposto su tre fasce: quella in basso presenta un’infinità di nudi in vari atteggiamenti. In quella centrale è presentata la cavalcata in tondo della libidine attorno alla fontana della giovinezza. In quella superiore si mostra il “labirinto della voluttà, con lo stagno in cui galleggia il globo azzurro della ‘fontana dell’adulterio”. Insomma è il piacere dei sensi, l’erotismo sfrenato (la lussuria, ma anche gli altri peccati capitali) a dominare la scena, dominio che genera al momento godimento e piacere, ma i cui effetti definitivi si possono vedere nell’ultimo dei tre pannelli.