Riflessione del giorno

Giovedì 20 ottobre 2022

By patronatoADM

October 19, 2022

 

XXIX Settimana tempo ordinario

 

Aforisma del giorno di don Bepo Vavassori

Conservo la pace donando il mio “io”, le mie cose alla gloria di Dio con spontaneità del bambino.

 

Preghiera del giorno Salmo 7 – 2. parte

Giudicami, Signore, secondo la mia giustizia e l’innocenza che è in me. Cessi la cattiveria dei malvagi e rendi saldo il giusto, Tu che scruti mente e cuore, Tu Dio giusto. Il mio scudo è in Dio: egli salva i retti di cuore. Dio è giudice giusto, Dio si sdegna ogni giorno.

Ecco, il malvagio concepisce ingiustizia: egli scava un pozzo profondo e cade nella fossa che ha fatto; la sua cattiveria ricade sul suo capo, la sua violenza gli piomba sulla testa. Renderò grazie al Signore per la sua giustizia e canterò il nome di Dio, l’Altissimo.

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Luca 12,49-53

Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.

D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

 

Riflessione del giorno di Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.

Se non vogliamo perdere di vista la filosofia della sanità di mente, la prima cosa da fare è di eliminare un grosso e diffuso equivoco. Si dice che l’immaginazione, in particolare l’immaginazione mistica, è pericolosa all’equilibrio mentale dell’uomo.

I poeti sono di solito ritenuti persone psicologicamente non serie; l’alloro che cinge la chioma richiama non di rado la paglia di cui amano adornarsi i pazzi. I fatti e la storia smentiscono totalmente questo punto di vista. La maggior parte dei poeti veramente grandi sono stati non solo sani, ma anche estremamente pratici nella vita.

Se Shakespeare ha realmente allevato i cavalli, vuol dire che lo sapeva fare meglio degli altri. Non è l’immaginazione che produce la pazzia: è la ragione. I giocatori di scacchi diventano pazzi, non i poeti; i matematici, i cassieri possono diventare pazzi; non gli artisti che creano.

Con ciò non intendo, come si vedrà, prendere a bersaglio la logica; dico che il pericolo è piuttosto insito nella logica, non nella immaginazione. La paternità artistica è segno di sanità come la paternità fisica. Se in un poeta c’è stato qualche cosa di morboso, ordinariamente è stato perché egli aveva nel suo cervello qualche punto debole nella razionalità.

 

Intenzione di preghiera per il giorno

Preghiamo perché i ragazzi e i giovani evitino il turpiloquio e la bestemmia che ormai sono entrate a far parte del linguaggio giovanile.

 

Don’t Forget! Santi e beati della carità

I nonni la accolgono, insieme alla mamma e alle sorelline, più per pietà che per amore e non la mandano a scuola, perché la loro casa è troppo distante dal centro abitato. Così è la mamma ad insegnarle a leggere, scrivere e ad amare Dio. 

Poi viene mandata in collegio e a 16 anni decide di diventare maestra. Studentessa-lavoratrice, per pagarsi gli studi accudisce i malati del manicomio e ruba ore al sonno per studiare su libri presi in prestito dalla biblioteca. L’intelligenza prodigiosa di cui è dotata le consente di superare l’esame di ammissione e vincere una borsa di studio statale, grazie alla quale a 19 anni si diploma maestra. Prende con sé la mamma e trasmette nelle varie scuole in cui insegna non solo le nozioni, ma anche i valori cristiani.

 Più volte pensa di farsi carmelitana, ma ne è sconsigliata dai suoi stessi direttori spirituali: troppo irrequieta per la clausura; troppo estroversa e dinamica per la vita contemplativa. Scopre la sua vera vocazione quando viene a conoscenza della situazione discriminata e misera in cui vivono gli indigeni del suo paese: vorrebbe fare qualcosa per la loro promozione umana e per la loro evangelizzazione, ma non trova nemmeno una congregazione che voglia farsene carico. 

Solo un vescovo sostiene la sua idea e così nascono le “missionarie degli indios” che nel 1914 lasciano Medellin e entrano nella giungla alla ricerca degli indigeni. Con Laura partono la sua mamma ormai settantenne, e alcune amiche, che abbinano all’eroismo un pizzico di follia e saranno chiamate “Lauritas”. M. Laura di S. Caterina da Siena (questo il nome da religiosa), dopo aver rivoluzionato il concetto di missione con nuovi mezzi pedagogici e nuovi metodi di evangelizzazione, trascorre gli ultimi nove anni di vita sulla sedia a rotelle e muore il 21-10-1949: le sue suore sono ormai quasi 500 a servizio di 2 popoli indigeni. 

Negli anni i numeri sono più che raddoppiati e la loro presenza è segnalata in 19 Stati del mondo. Madre Laura è stata proclamata beata il 25-4-2004 e canonizzata nel 2013. È la prima colombiana a essere dichiarata santa, avverando così, in un certo senso, la profezia del suo parroco.