nell’immagine un dipinto di Luigi Nono
Antifona 5° giorno novena di Natale:
“O Chiave di David e scettro della casa di Israele, che apri e nessuno chiude, chiudi e nessuno apre: vieni e libera lo schiavo dal carcere, che è nelle tenebre e nell’ombra della morte”.
Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera novena di Natale)
“Disponi, o Padre, i nostri cuori a ricevere nel tempio vivo della Chiesa la tua misericordia, perché la nuova nascita del tuo Figlio ci liberi dalla schiavitù del peccato e ci renda degni di partecipare alla ricchezza della tua grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen”.
GUGLIELMO DI FENOGLIO LAICO CERTOSINO
Nato nel 1065 in diocesi di Mondovì, Guglielmo, dopo un periodo di romitaggio, si unì ad alcuni solitari che vivevano secondo lo stile di S. Bruno. Fu così tra i primi religiosi della Certosa di Casotto dove morì da fratello laico, intorno al 1120. La tomba fu da allora meta di molti pellegrini.
Ascoltiamo la Parola di Dio (Is 7,10-14)
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.
Riflessione del giorno (Storia del presepe)
Il primo presepe della storia fu creato nella chiesa di S. Maria Maggiore, a Roma. L’usanza divenne così popolare che presto tante altre chiese vi aderirono: ognuna creava un presepio particolare e unico. Le scene della natività erano spesso ornate con oro, argento, gioielli e pietre preziose. Anche se molto popolare tra le classi più ricche, questa opulenza era quanto di più distante dal significato della nascita di Gesù. Dobbiamo il “nostro” presepe attuale a S. Francesco d’Assisi, che nel 1224 decise di creare la prima Natività così come era descritta nella Bibbia. Il presepe che S. Francesco creò nel paese di Greccio, era fatto di figure intagliate, paglia e animali veri. Il messaggio era diretto, e poteva essere capito e recepito da tutti, ricchi e poveri. La popolarità del presepe di Francesco crebbe fino a espandersi in tutto il mondo. In Francia si chiama Crèche, in Germania Krippe, in Spagna e America Latina lo si chiama Nacimiento, nella Repubblica Ceca si dice Jeslicky, in Brasile si dice Pesebre, e in Costa Rica si dice Portal.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché il Natale non sia ridotto a regali e auguri, ma sia accoglienza di Dio e del prossimo
Don’t forget! – Personaggio della settimana: S. Francesco Spinelli (1853-1913)
Francesco Spinelli nasce a Milano, il 14 aprile 1853, da genitori di origine bergamasca. È ordinato prete il 17-10-1875 e il 15-12-1882, fonda, insieme a Caterina Comensoli, l’Istituto delle Suore Adoratrici, a Bergamo. Preso infatti dalla passione per Dio e per gli uomini, egli dà vita ad un istituto, il cui scopo è “attingere l’amore più ardente dall’Eucaristia celebrata e adorata per riversarlo sui più poveri fra i fratelli”. Egli per primo spende la sua vita in ginocchio davanti all’ostensorio e davanti ai fratelli, in cui vede la presenza di Gesù da amare e servire con amore e compassione incondizionata. Il 4 marzo 1889, causa un dissesto finanziario, in cui involontariamente è coinvolto, viene licenziato dalla Diocesi di Bergamo e accolto nel clero di Cremona dal grande cuore di Mons. Geremia Bonomelli e a Rivolta d’Adda continua l’Istituto delle Suore Adoratrici. Lungo la sua vita, costellata di grandi prove, vive e insegna l’arte del perdono più smisurato, perché di fronte al nemico si può applicare solo “la vendetta di un infinito amore”. Muore il 6 febbraio 1913 a Rivolta d’Adda (CR). Fu beatificato dal Papa S. Giovanni Paolo II il 21 giugno 1992, nel santuario di Caravaggio. La sua canonizzazione è stata realizzata a Roma il 14 ottobre 2018.
La storia di don Spinelli si intreccerà con quella del Patronato di don Bepo soprattutto grazie ai due istituti religiosi femminili nati dal suo carisma: le Suore Sacramentine di S. Gertrude Comensoli e le Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda (nella foto a destra si vedono alcune di loro nella cucina del PSV)
Decine di suore per più di 70 anni saranno presenti nelle varie case del Patronato e il loro ricordo è più che mai vivo. Quanto alle Sacramentine è grazie a loro che è sviluppata una germinazione dal grande albero del Patronato: “Agathà onlus” per adolescenti e giovani donne in difficoltà.