XXIV Settimana T. Ordinario
Accadde il 21-9…
1551 – A Città del Messico l’arcivescovo Juan de Zumárraga e il viceré Antonio de Mendoza fondano la Reale e pontificia università del Messico (oggi UNAM), la prima e più antica d’America
1792 – La Convenzione nazionale vota l’abolizione della monarchia: nasce la Repubblica Francese
1860 – Muore il filosofo Arthur Schopenhauer
1924 – Inaugurata l’autostrada dei Laghi, da Milano a Varese, la prima del mondo
1943 – Insurrezione della città di Matera contro il nazifascismo e Strage di Matera
1990 – Il giudice Rosario Livatino è assassinato, a 38 anni, sulla statale Agrigento-Caltanissetta
Aforisma dal Vangelo di Matteo
“Se un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadono nella fossa.”
Preghiera
O Dio, che con ineffabile misericordia hai scelto san Matteo e da pubblicano lo hai costituito apostolo, sostienici con il suo esempio e la sua intercessione perché, seguendo te, possiamo aderire fermamente alla tua parola. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Matteo 9,9-13
Mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli.
Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Riflessione dal blog di Rino Cammilleri
“Voi cattolici – diceva il filosofo Gianni Vattimo il filosofo del “pensiero debole” morto ieri 18-9-2023 a 84 anni – avete resistito impavidi per quasi 2 secoli all’assedio della modernità. Avete ceduto proprio poco prima che il mondo vi desse ragione.
Se tenevate duro ancora un po’, si sarebbe scoperto che gli “aggiornati”, i profeti del futuro “post-moderno” eravate proprio voi, i conservatori. Peccato. Un consiglio da laico: se proprio volete cambiare ancora, restaurate, non riformate.
È tornando indietro, verso una Tradizione che tutti vi invidiavano e che avete gettato via, che sarete più in sintonia con il mondo d’oggi, che uscirete dall’insignificanza in cui siete finiti, “aggiornandovi” in ritardo. Con quali risultati, poi? Chi mai siete riusciti a convertire, da quando avete cercato di rincorrerci sulla strada sbagliata?” (dialogo fra G. Vattimo e V. Messori in “pensare la storia” 1992).
Intenzione di preghiera
Perché la chiesa non insegua le mode passeggere di pensiero e comportamento del mondo di oggi ma rimanga fedele al Signore e al suo messaggio e sia radicata nella tradizione di fede del popolo di Dio.
Don’t Forget! Santi della carità
Beato Francisco Martín Fernández de Posadas 1644-1713
Francesco De Posadas nacque a Cordova, il 25-11-1644, dalla nobile famiglia decaduta di Orense, tanto che i suoi genitori, per vivere, facevano i fruttivendoli. Fin da piccolo Francesco vestì l’abito bianco dei domenicani nella sua città natale, nel Convento fondato da Padre Alvaro.
La sua ardente pietà crebbe con lui e già da ragazzo riusciva a persuadere anche gli adulti a praticare la virtù. Erano i primi segnali di quello zelo che crescendo lo avrebbe contraddistinto per tutta la vita. Rimasto orfano di padre all’età di 5 anni, a soli 18 anni, nel 1662, entrò nell’Ordine Domenicano, come corrispondeva ai suoi desideri di apostolato. Portava radicato nel cuore l’ideale di S. Domenico de Guzman e si preparò con tutto l’ardore e l’entusiasmo di cui era capace alla sua missione.
Iniziato il ministero, con l’obbedienza e la benedizione dei superiori, fece rivivere nella sua persona lo spirito di S. Vincenzo Ferreri. Andò incontro non solo ai bisogni delle anime, predicando, insegnando, amministrando i Sacramenti, ma si sforzò di portare soccorso a ogni umana miseria. Gli infermi, i poveri, i carcerati furono oggetto delle sue più sollecitudini e per loro si privava di tutto, anche del necessario. Come S. Domenico, rifiutò i Vescovadi di Algesiras e Cadice, come pure ogni incarico onorifico nell’Ordine, per potersi dedicare senza tregua a favore dei poveri e delle anime.
Ebbe fama di doni mistici (estasi e levitazioni) e lasciò numerosi scritti, tra i quali una popolare biografia di san Domenico e il Trionfo della castità. Al suo ministero si dedico per 40 anni, senza far caso a fatiche e sofferenze. Morì nel convento di Cordova, il 20-9-1713. Dopo la morte Dio certificò con molti miracoli la sua santità. Papa Pio VII il 20-10-1818 lo ha proclamato Beato