Riflessione del giorno

venerdì 23 febbraio ’18

By Patronato S. Vincenzo

February 22, 2018

 

nel video la colonna sono del film “La vita è bella” regia di Roberto Benigni musiche di Nicola Piovani

 

 

Aforisma del giorno (Pascal Blaise)

 Gli uomini, non avendo nessun rimedio contro la morte, la miseria e l’ignoranza, hanno stabilito, per essere felici, di non pensarci mai.

 

Iniziamo la Giornata Pregando

Signore Gesù, ricordiamo la tua Passione e Morte, dalle quali sono venuti a noi il perdono e la grazia. Ti offriamo la fatica e la lotta spirituale che oggi ci attende. Fa’, Signore, che partecipando sulla terra alle tue sofferenze, meritiamo di essere con Te nella gioia del Paradiso. Amen”

 

POLICARPO VESCOVO e MARTIRE

Nato a Smirne nell’anno 69 «fu dagli Apostoli stessi posto vescovo per l’Asia nella Chiesa di Smirne». Policarpo viene messo a capo dei cristiani del luogo verso il 100. Nel 154 va a Roma per discutere con papa Aniceto sulla data della Pasqua. Tornato a Smirne scoppia la persecuzione: rifiuta di difendersi davanti al governatore, che vuole risparmiarlo, e alla folla, dichiarandosi cristiano. Verrà ucciso con la spada

 

Ascoltiamo la Parola di Dio (Mt 5,20-26)

Gesù disse: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella di scribi e farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!» 

 

Riflessione del giorno (Leonardo Lugaresi)

Nel corso dei primi secoli i cristiani sono vissuti in un ambiente fortemente ostile a loro, eppure:

1) non si sono assimilati: se fosse avvenuta l’assimilazione del cristianesimo all’ellenismo noi oggi non staremmo a parlarne come di una realtà ancora esistente e ben distinta dalla cultura greco-romana;

2) non si sono separati e autoreclusi in un mondo a parte e non hanno assunto la logica della setta (tendenze settarie vi sono state, ma hanno esercitato la loro critica separatrice anzitutto nei confronti della “grande Chiesa” che ritenevano compromessa con il mondo);

3) non hanno mai sognato né progettato un’uscita, una secessione, dal mondo romano, come il popolo ebreo dall’Egitto, verso una terra promessa terrena.

Pur essendo per secoli un gruppo minoritario sono invece riusciti a entrare con una società ostile in una relazione fortemente critica e hanno saputo esercitare – anche in forza della capacità di mantenere compattezza e coerenza di comportamenti – un’influenza culturale sulla società, che alla lunga è arrivata a metterne in crisi l’assetto generale. Questo criterio può essere valido anche per il mondo d’oggi, dove chiesa e messaggio evangelico sono minoritari e sono ritenuti inconcludenti …ma che se si applicano quegli stessi criteri, risulteranno alla lunga vincenti.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per i giornalisti e gli scrittori: perché siano coscienti del loro influsso sulla società.

Nato a Mosca nel 1821, rimase presto orfano di madre; il padre, medico militare, morì alcolizzato. Studiò ingegneria all’Ist. Militare di San Pietroburgo. Dopo un periodo a Mosca (1843) come impiegato statale, si dimise per dedicarsi alla letteratura. Nel 1846 uscirono i fortunati racconti “Povera gente” e “Il sosia”. Permeato, come molti intellettuali, da idee socialiste e utopiste, Dostoevskij nel 1849 fu arrestato dalla polizia e, dopo mesi di carcere, condannato a morte: condotto con altri 19 compagni, sul luogo dell’esecuzione, poco prima che i gendarmi facessero fuoco, gli fu annunziata la commutazione della pena in 4 anni di lavori forzati in Siberia dove si ammalò di epilessia. Scontata la pena, si arruolò come soldato. Nel 1859 poté rientrare a San Pietroburgo, dove si tuffò nell’attività letteraria: con il fratello Michail e altri fondò la rivista Vremja (Il tempo); quindi pubblicò alcuni scritti umoristici e nel 1861 le Memorie da una casa dei morti, sulla vita di deportato in Siberia. Il libro colpì lo zar Alessandro II e gli procurò nuova fama, rinsaldata da altri romanzi: Umiliati e offesi (1861), Ricordi dal sottosuolo (1864), Delitto e castigo (1866). Nel 1866 si sposò con la giovane stenografa Anna Snitkina; poco dopo i due dovettero fuggire dalla Russia per debiti: rimasero all’estero per alcuni anni (1867-71), passando dalla Germania alla Svizzera, a Firenze. La morte di una figlioletta, vissuta pochi giorni appena, suscitò nello scrittore un doloroso immenso. L’idiota (1868-69) fu accolto freddamente, ma I demoni (1873) ottenne grande successo. Dostoevskij poté così rientrare a San Pietroburgo dove scrisse e pubblicò altri due grandi romanzi, L’adolescente (1875) e I fratelli Karamazov (1879-80). La sua fama era al culmine: nel giugno 1880 tenne la commemorazione pubblica, a Mosca, del centenario di Puskin. Morì il 28 gennaio 1881, onorato con funerali solenni.