Riflessione del giorno

giovedì 22 giugno ’17

By Patronato S. Vincenzo

June 21, 2017

 

nell’immagine un quadro di James Tissot – 1882

 

Proverbio del giorno

«L’uomo, a qualunque età, non è mai perfetto (Cina)»

 

Iniziamo la giornata Pregando – preghiera

 

 

PAOLINO DA NOLA

Nacque nel 355 a Bordeaux, dove il padre era funzionario imperiale e favorito nella carriera politica da amicizie altolocate, divenne governatore della Campania. Dal vescovo Ambrogio e dal giovane Agostino fu avviato alla fede cristiana. Ricevuto il battesimo, in Spagna conobbe e sposò Therasia. Dopo la morte dell’unico figlioletto, Celso, si dedicarono interamente all’ascesi cristiana, distribuirono le ricchezze ai poveri e si ritirarono in Catalogna, deve fu ordinato prete. A Nola eresse un ospizio per i poveri destinandone il primo piano a monastero, dove si ritirò con Therasia e amici. Eletto vescovo di Nola, morì a 76 anni, nel 431. Oggi si ricordano anche S. TOMMASO MORO (1478-1535) martire e S. GIOVANNI FISCHER (1469-1535) Vescovo e martire

 

Parola di Dio del giorno – Matteo 6,7-15

 

Riflessione Per Il Giorno – Saggezza indiana

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché sappiamo sempre rispettare tutti gli altri come vorremmo esserlo noi

 

178° QUADRO: “1.000 QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO”

 

L’opera, commissionata dal card. Del Monte per farne dono al Borromeo, è presente nella collezione del cardinale Federico Borromeo già dal 1607. Nel 1618 Borromeo, divenuto arcivescovo di Milano, decise di far costruire la futura Pinacoteca Ambrosiana, accanto alla preesistente Biblioteca attiva dal 1609. La Canestra venne donata alla Pinacoteca dal Borromeo a lavori ultimati, con tutte le opere della collezione personale. Il cardinal Borromeo amava moltissimo questo quadro, pur esprimendo un giudizio severo sull’artista, che –secondo lui- “era di sozzi costumi, et andava sempre mal co’ panni stracciati, e lordi a maraviglia”. L’opera, definita la più bella natura morta che sia mai stata dipinta, mostra una canestra con frutti e foglie di ogni genere.

Il canestro sporge impercettibilmente in avanti, in situazione precaria, il che, con la presentazione di frutti bacati o intaccati, simboleggia la “vanitas” ovvero il richiamo alla caducità della vita, bene effimero destinato a svanire nel tempo.  Lo sfondo è chiaro, uniforme e luminoso e la luce sembra provenire da una fonte naturale e svela tutte le minime gradazioni di colore. Nel quadro la frutta è protagonista, ma ha un significato ambiguo: all’apparenza è fresca e fragrante, ma se si presta attenzione, comincia in realtà a marcire, a rinsecchirsi. Del quadro si possono fare due letture diverse: una dal punto di vista nettamente figurativo, in cui prevale l’interesse e il piacere per l’imitazione del naturale…e che imitazione! La capacità di rendere anche i più piccoli dettagli con una straordinaria fedeltà alla natura, lascia sbalorditi. E poi non era comune, all’epoca, vedere un soggetto simile almeno in Italia e il Caravaggio è anche in questo campo un iniziatore e un innovatore del concetto di natura morta, preso nella sua unicità e naturalezza ed elevato al rango di una pittura di storia. L’altra lettura è quella simbolica, filosofica e teologica che, data la formazione culturale del destinatario, è in qualche modo rappresentata per allusioni nei vari elementi del quadro: così ad es. nell’uva è impossibile non pensare all’eucaristia: “Io sono la vite, voi i tralci” (Gv 15,1ss) e per opposizione al pagano Bacco, dio del vitalismo più sfrenato e caotico. La mela è allusiva al peccato di Adamo: il frutto è bacato e fa pensare al peccato dei progenitori. Il fico è nell’Antico Testamento insieme all’ulivo e alla vite, uno dei simboli del popolo eletto ecc. Si noti poi come nel quadro la luce provenga da sinistra e lasci in ombra la parte destra del canestro: non a caso i frutti più colorati e le foglie più verdi sono i più illuminati. Man mano ci si allontana dalla fonte luminosa le foglie rinsecchiscono e i frutti sembrano troppo maturi. Il canestro, la frutta, le foglie, i rametti …tutto fa pensare alla vita nella sua mescolanza di bene e male, luci e ombre, freschezza e caducità…che però non compromette ma anzi esalta la straordinaria bellezza dell’insieme. E infine lo sfondo dorato, caldo e luminoso, non alluderà forse alla misteriosa e provvidente presenza divina?   

 

Don’t forget!

Oggi si festeggia il compleanno di don Davide – Superiore del Patronato San Vincenzo

i nostri migliori auguri e un ringraziamento per la testimonianza incessante di carità unita alla fede.