nell’immagine una fotografia di Eve Arnold
Proverbio del giorno
Una tempesta di sabbia passa, le stelle rimangono. Proverbio arabo
Iniziamo la giornata pregando
O Dio, fonte di ogni paternità, che hai mandato il tuo Figlio per farci partecipi del suo sacerdozio regale, illumina il nostro spirito, perché comprendiamo che servire è regnare, e con la vita donare ai fratelli confessiamo la nostra fedeltà al Cristo, primogenito dei morti e dominatore di tutti i potenti della terra. Egli è Dio…
La Parola di Dio del giorno (Luca 19,41-44)
Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
BREVE COMMENTO AL VANGELO San Rafael Arnaiz Baron
Ho pensato che Dio solo è buono, che tutto è ordinato da lui, che nulla è importante in ciò che gli uomini dicono o fanno, e che per me non deve esserci al mondo che una sola cosa: Dio. Dio che ordina tutto per il mio bene. Dio che fa sorgere ogni giorno il sole, che fa sciogliere il gelo, che fa cantare gli uccelli, e cambia le nuvole in cielo con mille dolci colori. Dio, che mi dà un piccolo angolo in terra per pregare, che mi dà un piccolo angolo dove poter raggiungere ciò che spero.
Riflessione Per Il Giorno (La preghiera della rana Paulo Coelho)
Una scimmia e una iena andavano in giro per la foresta, quando la iena disse: «Ogni volta che passo vicino a quei cespugli, salta fuori un leone che mi malmena. E non so perché». «Questa volta ti accompagnerò io», dichiarò la scimmia, «e ti difenderò contro il leone». Si avviarono quindi verso i cespugli e quando vi passarono davanti, il leone piombò sulla iena e la ridusse quasi in fin di vita. Nel frattempo la scimmia stava a osservare la scena dall’alto di un albero su cui si era rifugiata appena era comparso il leone. «Perché non hai fatto nulla per aiutarmi?» gemette la iena. E la scimmia di rimando: «Ridevi così tanto che pensavo stessi vincendo tu». Mai fidarsi di certi amici, soprattutto di quelli che fanno promesse che in anticipo sanno di non poter mantenere.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i musicisti, i cantori e coloro che attraverso la musica cercano il contatto con Dio
Don’t forget! Protagonisti della carità
C’è nella storia bergamasca della carità e dell’educazione cristiana della gioventù povera e bisognosa come un fil rouge che da secoli unisce fra di loro vari personaggi dal XV sec fino a don Bepo Vavassori e oltre: dal veneziano naturalizzato bergamasco S. GEROLAMO EMILIANI (1486-1537) al francese S. VINCENZO DI PAOLI (1581-1660) che darà il nome al Patronato, al bergamasco P. LUIGI MOZZI (1746-1813) e tanti altri ancora che di volta in volta vedremo. Oggi presentiamo:
Luigi Mozzi nasce a Bergamo il 26-05-1746 dalla nobile famiglia Capitanei di Mozzo. Giovane franco e virtuoso maturò la vocazione sacerdotale, per questo nel 1759 il padre lo iscrisse al Collegio dei Gesuiti di Monza. Dopo il noviziato, a Milano proseguì gli studi dando saggio del suo talento, ma quando Clemente XIV dichiarò la soppressione della Compagnia di Gesù, rientrò a Bergamo. Non si sa quando il Mozzi divenne sacerdote, ma non fu più tardi del 1776 per mano del Vescovo di Bergamo Mons. Dolfin. Solerte oppositore del Giansenismo, si urtò con le Autorità civili per il suo zelo e partì per Roma dove il papa Pio VI gli manifestò la sua benevolenza. Nel giro di pochi anni diede alle stampe numerosi libri. Ritornato a Bergamo gli venne affidata l’assistenza della gioventù che egli strutturò in forme innovative e antesignana degli attuali oratori. Nel marzo 1797 quando le truppe francesi entrarono a Bergamo per lui iniziò un periodo di persecuzione, prigione, esilio che durò fino al 1799 quando le truppe Austro-Russe sconfissero i Francesi ed entrarono a Bergamo. Si iniziò allora a respirare un’altra aria e l’abate Mozzi poté rientrare in patria accolto con tripudio di popolo, riprendendo il ministero di apostolato tra la gioventù. Nel 1804 si ricongiunse con la Compagnia di Gesù a Napoli. Nel 1804 il Papa lo nominò Prefetto dell’Oratorio del Caravita in Roma. Continuò a lavorare con ritmi incredibili, ma la vita attiva, lo zelo, il lavoro, le penitenze, le malattie, le disgrazie e incomprensioni ne avevano già minato la salute. Morì a Oreno il 24-07-1813.
Luigi Mozzi fu in tutti i sensi un innovatore e un anticipatore del metodo moderno di assistenza alla gioventù: per i giovani mise a disposizione la sua casa; introdusse la pratica del Mese di Maggio, allora sconosciuta a Bergamo e sviluppò gli Esercizi spirituali di S. Ignazio di Loyola. Istituì e guidò dal 1794 al 1797, la Compagnia di S. Luigi presso la Chiesa di S. Pancrazio in Città Alta e fondò, prima assoluta in Italia, la Scuola di Carità, serale e completamente gratuita, per insegnare a leggere, scrivere e far di conto a ragazzi poveri e a coloro che, pur lavorando di giorno, potevano continuare lo studio nelle ore serali, inserendo anche l’insegnamento della Dottrina Cristiana. Lo stesso don Bosco si ispirò ai suoi metodi per la sua opera di riscatto e di formazione della gioventù secondo il modello dell’Oratorio che tanta fortuna ebbe soprattutto nel nord Italia e che sarà poi esportato come modello in tutto il mondo.