Iniziamo la giornata Pregando (S. Giovanni Paolo II)
“Gesù, inizio e compimento dell’uomo nuovo, converti a te i nostri cuori, perché, abbandonati i sentieri dell’errore, camminiamo sulle tue orme per la via che conduce alla vita. Fa’ che, fedeli alle promesse del Battesimo, viviamo con coerenza la nostra fede, testimoniando con impegno la tua parola, perché nella famiglia e nella società risplenda la luce vivificante del Vangelo.”.
S. GIOVANNI PAOLO II (KAROL WOJTYLA)
Nato a Wadovice, in Polonia, è il 1° papa slavo e il 1° Papa non italiano dai tempi di Adriano VI. Al centro del suo pontificato l’annuncio del Vangelo. Importanti le encicliche Redemptor hominis, Dives in misericordia, Laborem exercens, Veritatis splendor… Dialogo interreligioso ed ecumenico, difesa della pace, della dignità dell’uomo sono gli impegni del suo ministero apostolico. Dai numerosi viaggi emerge la passione per il Vangelo e la libertà dei popoli. Dall’incontro di Assisi con i leader religiosi di tutto il mondo alla preghiere al Muro del pianto di Gerusalemme. Così Carol Wojtyla traghetta l’umanità nel terzo millennio. Il 27 aprile 2014 è stato proclamato Santo insieme a Papa Giovanni XXIII.
Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno Lc 12,49-53
Gesù disse alle folle: sono venuto a portare il fuoco sulla terra; come vorrei che fosse già acceso! C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera
La Riflessione del giorno (Centesimus annus di Giovanni Paolo II)
Accanto al problema del consumismo e con esso strettamente connessa, preoccupante è la questione ecologica. L’uomo, preso dal desiderio di avere e godere, più che di essere e crescere, consuma in modo eccessivo e disordinato le risorse della terra e la sua stessa vita. Alla radice dell’insensata distruzione dell’ambiente naturale c’è un errore antropologico, diffuso nel nostro tempo. L’uomo che scopre la sua capacità di trasformare e in un certo senso di creare il mondo col proprio lavoro, dimentica che questo si svolge sempre sulla base della prima originaria donazione delle cose da parte di Dio: Egli pensa di poter disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà come se essa non avesse una propria forma e una destinazione anteriore datale da Dio, che l’uomo può sviluppare, ma non deve tradire. Invece di svolgere il ruolo di collaboratore di Dio nella creazione, l’uomo si sostituisce a Dio e finisce col provocare la ribellione della natura…».
Intenzione del giorno
Preghiamo per il Papa Francesco e per il Papa emerito Benedetto XVI
98° QUADRO DELLA SERIE: “I 1.000 QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO”
Hans Memling (1435/40 – 1494, pittore tedesco di formazione fiamminga, fu tra i principali maestri della “seconda generazione”, dopo quella di pionieri come Jan van Eyck, Robert Campin e Rogier van der Weyden. Le sue opere sono caratterizzate da eleganza raffinata che riassume al meglio la breve ma intensa stagione artistica promossa dai mercanti di Bruges. Il trittico che oggi presentiamo prende il nome da sir John DONNE di Kidwelly, Galles il quale con altri nobili inglesi era presente al matrimonio di Carlo il Temerario con la principessa Margherita di York, figlia di Edoardo IV, celebrato a Bruges nel 1468, proprio in quell’occasione conobbe il pittore, al quale commissionò il quadro che porta il suo nome. John Donne è raffigurato in ginocchio alla destra di Maria, mentre la moglie Elizabeth Hasting e una delle figlie della coppia, è inginocchiata alla sinistra: i coniugi sono ritratti in atteggiamento umile e devoto, ma vestiti con raffinata eleganza e ricchezza. S. Caterina di Alessandria presenta sir Donne alla Vergine; la moglie è presentata da S. Barbara. Nei pannelli esterni sono ritratti i santi omonimi di sir Donne: S. Giovanni Battista e S. Giovanni Evangelista.
Al centro, la Vergine Maria siede in trono abbracciando con la destra il bambino Gesù e reggendo con la sinistra il libro delle scritture sul quale fissa lo sguardo (è un’allusione a Gesù come Verbo di Dio). Il bambino con una mano cerca di afferrare la mela che l’angelo musico porge (simbolo del peccato di Adamo) e con l’altra sfoglia il testo, mentre l’altro angelo suona l’organo portatile. Lo sfondo, un paesaggio campestre si perde in lontananza, punteggiato da edifici e segni della presenza umana: è incorniciato dalle colonne in controluce del portico in cui si svolge la scena e che si prolunga anche nei pannelli laterali. Il paesaggio è ricco di fascino e offre dettagli come il mugnaio che scarica il sacco di grano dal suo asino e l’uomo a cavallo.