nella fotografia un dettaglio di un dipinto di El Greco
Proverbio del Giorno (proverbio Yiddish)
L’imbecille cade sulla schiena e si sbuccia il naso
Cominciamo la Giornata Pregando
“ Tu, il Risorto, quando abbiamo il desiderio di accogliere il tuo amore, poco a poco, nel più profondo di noi stessi, una fiamma si accende. Animata dallo Spirito Santo, questa fiamma d’amore può essere a prima vista molto fragile. L’inverosimile è che essa brucia in continuazione. E quando capiamo che tu ci ami, la fiducia della fede diventa il nostro canto. ”.
Zita (Cita)
Di famiglia umile, a 12 anni fu assunta come domestica a Lucca. Attenta e puntigliosa nel lavoro, sopportava angherie e rimproveri dei padroni, che la trattavano come serva. La gentilezza d’animo conquistò l’affetto della famiglia che le affidò la direzione della casa. Ne approfittò per aiutare i poveri, donando quanto riusciva a risparmiare. Morì nel 1272. E’ patrona delle domestiche
La Parola di Dio del giorno (Gv 3,31-36)
Gesù disse a Nicodemo: «Colui che viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza; chi però ne accetta la testimonianza, certifica che Dio è veritiero. Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio incombe su di lui».
Riflessione Per Il Giorno (Francesco Alberoni)
Ci sono vantaggi a essere buoni, giusti, generosi, ad amare il prossimo, spenderci, prodigarci? L’unica risposta onesta è no. La vita è piena di esempi che ci mostrano che i generosi sono sfruttati dagli egoisti, gli onesti derubati dai ladri, i miti messi a tacere dagli intolleranti. Tali domande ritornano nella Bibbia «perché i giusti soffrono e gli empi sono tranquilli?» e trovano risposta nella fede: Dio ricompenserà i buoni e punirà i malvagi. Ma oggi questa risposta non soddisfa tutti: vorremmo poter dimostrare che essere buoni conviene. Ma non c’è calcolo che lo dimostri. Allora, perché, di fatto, molti uomini sono buoni, pacifici, generosi? La risposta è che noi non siamo buoni, giusti, generosi e amiamo il nostro prossimo per calcolo, ma perché in noi c’è uno slancio che ci porta verso l’altro, a volere il suo bene, un bisogno di donare senza motivo. Questo slancio controbilancia la volontà di potenza e dominio che pervade quasi tutte le azioni umane e che se non contrastato, renderebbe la società invivibile. Una leggenda ebraica afferma che Dio non ha distrutto il mondo grazie a trentasei uomini giusti, umili e sconosciuti che, con la loro presenza, hanno controbilanciato il male e fermato la sua mano giustiziera. È una verità profonda. Per fortuna i giusti sono molti, molti di più.
Intenzione del giorno
Preghiamo per chi ha perduto la fede e non si rende conto della gravità di tale perdita.
167 quadro della serie: “I 1000 quadri più belli del mondo”
El Greco: due parole che dicono tutto di questo pittore che si chiamava Dominikos Theotokopoulos (1541–1614) nato in Grecia, sull’isola di Creta. Ecco spiegato il termine “Greco” che però – si badi bene- è in italiano (in spagnolo sarebbe el Griego) a indicare la sua formazione: nel 1567 infatti si era trasferito a Venezia dove conobbe Tiziano, il suo massimo rappresentante e diventò suo discepolo. Il carattere polemico lo condusse a Roma dove rimarrà fino al 1577, per trasferirsi infine a Toledo, dove il suo talento non passa inosservato e ottiene un successo tale da poter disporre di 3 appartamenti con 24 stanze e permettersi musicisti per allietare i suoi pasti. Quello che presentiamo è il suo capolavoro: ci troviamo davanti a una delle creazioni più impressionanti dello spirito umano di tutti i tempi. Il quadro è diviso in due parti: quella inferiore è terrena e la superiore è celeste. In perfetto equilibrio tra cielo e terra, sono raffigurati, in forma allegorica, i funerali del Conte di Orgaz, un dignitario di Toledo, così devoto che a seppellirlo non sono due qualunque, bensì S. Stefano e S. Agostino, mentre il vescovo a destra legge nel messale la benedizione e il suo diacono rivolge lo sguardo al cielo. Sullo sfondo assistono alla scena vari personaggi: molti sono cavalieri (la croce rossa che portano sul petto è dell’Ordine di Calatrava, della nobiltà più vicina al re e della quale era fregiato lo stesso Orgaz), e altri frati. Il personaggio al centro con il viso rivolto al cielo sarebbe lo stesso El Greco e il ragazzino a sinistra vestito di nero e indicante la scena suo figlio (il cartiglio che sporge dalla tasca ne reca la data di nascita).
La parte superiore del quadro è interamente occupata dal Paradiso: Cristo è seduto in trono e, davanti a lui, la Madonna e S. Giovanni Battista. In secondo piano a sinistra è S. Pietro (riconoscibile dalle chiavi) e vari Santi (alcuni dei quali, evanescenti, addirittura fluttuanti nelle nubi stesse). Sulla destra vediamo alcune anime beate, tra le quali si riconosce quella di Filippo II benché questi fosse ancora in vita all’epoca dell’esecuzione del dipinto. L’angelo al centro della tela trasporta l’anima del Conte al cielo: il pittore rappresenta questo passaggio, come l’attraversamento di un “utero spirituale” per far giungere l’anima del defunto al cospetto di Cristo, nella comunione di tutti i santi.
Il quadro rappresenta in questo modo le due dimensioni della vita: in basso la morte, in alto il cielo, la vita felice con Dio. L’opera, dalla sua esecuzione, è sempre rimasta nella chiesa di S. Tomè, ed è in breve tempo diventata l’opera più celebre di El Greco, uno splendido esempio della produzione artistica del siglo de oro spagnolo, un perfetto esempio delle indicazioni della controriforma cattolica, nonché uno dei capisaldi della pittura di ogni tempo.