Riflessione del giorno

Giovedì 27 giugno 2024

By patronatoADM

June 27, 2024

 

XII Settimana T. Ordinario anno B

 

Avvenne il 27 – 6 …

1917 – La Grecia scende al fianco dell’Intesa nella prima guerra mondiale.

1950 – Gli Stati Uniti decidono l’invio di truppe per combattere nella guerra di Corea.

1980 – Strage di Ustica: un DC-9 della Itavia, in volo da Bologna a Palermo, alle 20:59 esplode nei cieli a nord di Ustica. Si contano 81 vittime, di cui 13 bambini.

1991 – La Slovenia, che due giorni prima aveva dichiarato l’indipendenza, viene invasa da truppe, carri armati e aerei della Jugoslavia.

 

Aforisma S. Ignazio di Loyola

Non è il molto sapere che sazia e soddisfa l’anima, ma il sentire e il gustare le cose interiormente.

 

Preghiera di Michel Quoist

Figlio mio –dice il Signore- io non ti chiedo di riuscire sempre, ma di provarci sempre. E soprattutto ascoltami, ti chiedo di accettare i tuoi limiti, di riconoscere la tua povertà e di farmene dono, perché donare la propria vita non vuol dire donare soltanto le proprie ricchezze, ma anche la propria povertà, i propri peccati.

Fa’ questo, figliolo, e con i pezzi di vita sciupata, da te sottratti a tutti coloro che aspettano, colmerò i vuoti, dandoti in cambio la durata, perché nelle mie mani la tua povertà offerta, diventerà ricchezza per l’eternità. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Matteo 7,21-29

Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”.

Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

 

Riflessione Card. Giuseppe Siri

“Gesù sapeva che sarebbe stato conservato nei Tabernacoli anche solitari, senza compagnia nella notte, all’infuori di una fiammella che le leggi della Chiesa esigono.  Sapeva benissimo che anche nel giorno, secondo il variare della fede nei tempi, cristiani sarebbero andati e non andati a rendere adorazione alla sua Presenza, lo sapeva. 

Forse qualcuno potrebbe obbiettargli: “Signore, fa’ in modo di essere presente quando c’è gente che Ti adora, altrimenti è inutile”. Inutile? No. Le Chiese possono essere vuote, ma Cristo nel tabernacolo non è inutile, perché l’Eucarestia, sia attraverso il Sacrificio sia attraverso il Sacramento, è fonte di forza, grazia, benedizione e salvezza senza fine. 

Ricordiamoci che è di lì che nascono i vergini e le vergini, è di lì che sorgono i fondatori, è di lì che resistono i combattenti, è di lì forse che attraverso una vita apparentemente lontana da Dio si prepara la finale di salvezza nella sua misericordia, ma la si prepara attraverso questa Presenza, che appare a noi silenziosa e inerte, ma non è né silenziosa né inerte. 

Non dobbiamo compiangere la solitudine che spesso è intorno ai Tabernacoli ed è da condannarsi.  Dobbiamo rimpiangere invece chi si dimentica che Gesù sta lì ad attenderli, come il Padre della parabola non si stanca di aspettare il figliol prodigo, che alla fine ritorna ed è accolto come figlio, non come servo”.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo per quanti sono alla ricerca della verità, perché la lealtà con sé stessi e il desiderio di realizzarsi li avvicini al Cristo redentore.

 

Don’t Forget! Divina Commedia

Inferno cap. 1°

Dante colloca il suo viaggio nella settimana santa dell’anno 1300 anno del 1° giubileo della storia cristiana. In quell’anno Dante ha 35 anni che erano (e più o meno sono ancora) la metà della vita umana. Quell’anno egli ha raggiunto il culmine del successo (è stato eletto tra i priori di Firenze) eppure dice di trovarsi in una selva oscura.

Perché il problema fondamentale di Dante e di ogni uomo (noi compresi) è di avere qualcosa che illumini la vita; di trovare il senso delle cose”. Senza questo la vita è come una selva (=qualcosa in cui ci si perde) oscura (=priva di luce, di senso, di significato). Ma è proprio questo riconoscimento che permette a Dante di iniziare il cammino della risalita verso la luce: “Il ricettacolo della misericordia è il nostro peccato” (Papa Francesco).

Il segreto lo dice Dante stesso: “guardai in alto”. Alzare lo sguardo vuol dire usare la testa, far funzionare il cuore…è il contrario del “volare basso” che oggi va per la maggiore. “Chiamati a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo” (Osea 11,7) già lo diceva la Bibbia. E chi guarda in alto vede il sole, scorge la luce. E nella luce del sole (Dio) che illumina la cima del colle Dante riprende fiato, tutto gli pare più facile. La vita cioè ha bisogno di un sole che illumini tutto.