fotografia di Herb Ritts
Iniziamo la Giornata Pregando (don Giussani)
“Tu, o Cristo, sei vicino a me, per indicarmi e guidarmi nella via della felicità che sei Tu. Vivo la responsabilità di averti incontrato e mendicato da Te la fedeltà della memoria e la capacità di sorprendermi di come la Tua felicità possa già essere vissuta ora. Ti chiedo: Fatti vedere, fatti sentire, rendimi cosciente di Te. Così che io alla sera sia lieto anche se mi è capitata una cosa grave e possa mantenere nel fondo del cuore la letizia. Amen”.
Vitale e Valeria martiri
Vitale subì torture da parte del giudice Paolino che voleva farlo apostatare non riuscendovi, ordinò che fosse gettato in una fossa profonda e coperto di sassi e terra; così diventa martire di Ravenna che gli dedicherà l’omonima basilica. La moglie Valeria, mentre ritorna a Milano incontra una banda di idolatri, che la invitano a sacrificare con loro al dio Silvano: rifiuta e viene percossa così violentemente, che muore tre giorni dopo. I figli Gervasio e Protasio, danno i loro beni ai poveri e si dedicano alla preghiera: 10 anni dopo vengono pure martirizzati.
Oggi si ricorda anche S. GIANNA BERETTA MOLLA
Ascoltiamo la Parola di Dio (Giov. 3,1-8)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Riflessione Per Il Giorno (Gianantonio Stella)
«Allibertatevi d’u cagnuleddu», liberatevi del cagnolino. Con queste parole, il 12-01-’96, Giovanni Brusca ordinò al fratello Enzo e altri due di ammazzare e sciogliere nell’acido Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito di mafia, sequestrato nel ’94 a 13 anni. Da allora per fortuna è andata crescendo nell’opinione pubblica l’idea che anche la non interferenza con il potere mafioso equivale a essere collusi e a rendersi responsabili di orrendi delitti come questo. In questi anni tanti hanno sacrificato la vita alla guerra contro la mafia: G. Falcone, P. Impastato, A. Scopelliti, don Puglisi. E abbiamo avuto tanti spunti per meditare, come la frase del giudice Rosario Livatino, assassinato vent’anni fa ad Agrigento: «Verrà il giorno in cui non ci chiederanno se siamo stati credenti, ma credibili». Ed è un dovere che almeno si provi a strappare tanti ragazzini dei quartieri a rischio al destino riassunto dal magistrato Raffaele Cantone davanti a un giovanissimo morto in una sparatoria: «Autentico o contraffatto, tutto quello che riuscivo a scorgere addosso a quel ragazzo morto era di marca. Qui vanno al macello, i piccoli yuppie della Camorra».
Intenzione del giorno
Preghiamo per chi combatte la mafia e si impegna a creare una cultura di legalità e di rispetto
Il quadro della settimana – 123° quadro della serie i 1000 quadri più belli del mondo)
Appena insediato, papa Giulio II chiamò a lavorare un gruppo di artisti, ai quali si aggiunse, negli ultimi mesi del 1508, Raffaello Sanzio. Colpito dalle prove del pittore urbinate, il papa decise di affidargli l’intera decorazione degli appartamenti, distruggendo quanto fatto in precedenza (Vasari riferisce che Raffaello fu molto dispiaciuto di dover distruggere i dipinti di Piero della Francesca). La Stanza della Segnatura fu la prima a essere decorata, con un tema legato alla cultura umanistica, divisa in teologia, filosofia, poesia e giurisprudenza, a ciascuna delle quali è dedicata una parete. La decorazione si avviò dalla volta, per proseguire alla parete est, dov’è raffigurata la Disputa del Sacramento e quella ovest, con la Scuola di Atene. Il nostro affresco esalta la ricerca razionale e rappresenta i più celebri filosofi e matematici dell’antichità intenti nel dialogare tra loro, all’interno di un edificio classico, rappresentato in perfetta prospettiva. L’affresco è complementare alla Disputa sulla parete opposta, dove si esalta la fede e la teologia. I due dipinti rappresentano così il dialogo tra cultura classica e cultura cristiana, che costituisce l’essenza del rinascimento.
I personaggi rappresentati sono ben 58, non tutti identificabili: di ventuno di essi però conosciamo non solo il nome, ma anche il volto di noti personaggi contemporanei di Raffaello.
1) ZENONE 2) EPICURO 3) IGNOTO col volto di Federico Gonzaga 4) ANASSIMANDRO (?). 5) AVERROÈ 6) PITAGORA 7) ALESSANDRO MAGNO 8) SENOFONTE 9) IPAZIA 10) ALCIBIADE (?) 11) PARMENIDE 12) SOCRATE 13) ERACLITO (Michelangelo Buonarroti) 14) PLATONE (Leonardo da Vinci) 15) ARISTOTELE (B. da Sangallo) 16) DIOGENE 17) PLOTINO 18) ARCHIMEDE (Bramante) 19) ZOROASTRO 20) TOLOMEO 21) APELLE (Raffaello). I due principali filosofi dell’antichità, Platone e Aristotele occupano il centro della composizione, il punto di fuga prospettica, come a dire che grazie a loro si è sviluppata la grande cultura occidentale. Ogni oggetto, libro, gesto, posa ha un significato il che dimostra la straordinaria cultura di chi ha suggerito al pittore la composizione. Il risultato finale è grandioso, solenne e bellissimo, un monumento alla cultura e all’arte occidentale e uno dei vertici assoluti della pittura mondiale. (Si consiglia di approfondire i contenuti consultando testi di arte o internet).