Riflessione del giorno

Giovedì 29 agosto 2024

By patronatoADM

August 28, 2024

 

XXI settimana T. Ordinario (A. pari)

 

Avvenne il 29 agosto…

1533 – Il “conquistador” Francisco Pizarro uccide Atahualpa, ultimo imperatore della nazione Inca

1706 – Pietro Micca salva eroicamente Torino nell’assedio da parte delle forze franco-spagnole

1885 – Gottlieb Daimler brevetta la prima motocicletta

1991 – Palermo viene ucciso Libero Grassi, imprenditore impegnato nella lotta alla mafia

1991 – Il Soviet Supremo sospende tutte le attività del Partito Comunista dell’Unione Sovietica

2005 – L’uragano Katrina si abbatte su New Orleans: ucciderà in tutta l’area più di mille persone

 

Aforisma di S. Agostino

“O uomo, puoi fuggire lontano da tutto ciò che vuoi, ma non dalla tua coscienza”.

 

Preghiera

O Dio, che a Cristo tuo Figlio hai dato come precursore, nella nascita e nella morte, san Giovanni Battista, concedi anche a noi di lottare con coraggio per la testimonianza della tua parola, come egli morì martire per la verità e la giustizia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Marco 6,17-29

Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello».

Per questo Erodiade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali.

Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.

E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

 

Riflessione da “Don Chisciotte e S. Francesco” di José Antonio Merino

Lungo il cammino don Chisciotte vede due sgualdrine che si recano a Siviglia con dei mulattieri, ma che a lui parvero due donzelle e due avvenenti gentildonne e le tratta come donzelle di alto lignaggio. Don Chisciotte era pazzo, ma non era né stupido, né miope. Va oltre le prime impressioni e sa scoprire anche in queste ragazze “allegre” delle persone con la loro propria dignità.

Non si ferma al primo livello, ma cerca di scoprire la dignità di quelle persone al di là delle apparenze, le rispetta, le adula e le nobilita. La donna e l’uomo potranno perdere la loro dignità personale, ma il nobile e limpido occhio dell’Hidalgo è capace di scoprire e rispettare il valore che ogni uomo racchiude.

Spesso le nostre prime impressioni sulla realtà immediata sono fallaci e noi sottomettiamo queste nostre impressioni ai criteri convenzionali della società che in genere è malata, nevrotica e malintenzionata.

Don Chisciotte con la sua pazzia ci insegna a scoprire il fondo vero di tutto ciò che appare al primo livello della sensazione e della percezione. Solo chi riesce a passare dalla percezione volgare alla visione globale è capace di penetrare nella vera natura umana.

 

Intenzione di preghiera

Per i martiri della verità e della giustizia, perché come S. Giovanni Battista, risuonino come voce autentica e brillino come lampada nel nostro mondo.

 

Don’t Forget! I martiri uccisi nel 1964 nella Repubblica Democratica del Congo

da sinistra FRATEL FACCIN, PADRE CARRARA, PADRE JOUBERT, PADRE DIDONÈ 

Il bergamasco padre Luigi Carrara, missionario Saveriano, martire nel 1964, è stato riconosciuto dalla Chiesa BEATO. Si è svolta domenica 18 agosto 2024 a Uvira, nella Repubblica democratica del Congo, la celebrazione di proclamazione della beatitudine di quattro martiri: insieme a padre Carrara, i vicentini Giovanni Didonè e Vittorio Faccin (saveriani) e l’abbè Albert Joubert, prete diocesano franco-congolese.

Originario di Cornale, frazione di Pradalunga, dove è nato nel 1933, padre Luigi Carrara ha operato come missionario in Congo in un’epoca difficile, segnata dalle guerre civili nella fase di uscita dal colonialismo. Nonostante i pericoli, ha scelto di rimanere fino alla fine al fianco della popolazione locale ed è morto da martire insieme al confratello Vittorio Faccin. Accorso a pregare sul corpo di quest’ultimo, freddato da uno dei capi dei ribelli entrato nella missione, padre Carrara è stato lui stesso ucciso.

Il grande affetto della popolazione congolese verso i quattro martiri si è percepito nella celebrazione di domenica, nel centro pastorale adiacente alla cattedrale di Uvira, alla quale hanno partecipato migliaia di persone. Presente anche una delegazione bergamasca, con il vescovo Mons. Natale Paganelli, il parroco di Pradalunga e Cornale don Angelo Cortinovis, il sindaco di Pradalunga Natalina Valoti e Diego Colombo, del Centro missionario diocesano.

Anche il Vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi ha voluto partecipare alla gioia per la beatificazione, scrivendo alla delegazione bergamasca come quelle di padre Carrara e degli altri martiri “Sono testimonianze luminose di fedeltà al Vangelo, di fedeltà al popolo di Dio, di fedeltà alla fraternità sacerdotale. Unito nella preghiera a tutti voi e al popolo congolese, sarò lieto di celebrare la santità di padre Luigi a Bergamo nei prossimi mesi”.