Riflessione del giorno

giovedì 3 gennaio ’19

By Patronato S. Vincenzo

January 02, 2019

 

nell’immagine un dipinto di Luca Giordano

 

Proverbio del giorno

«Anche se hai sessanta consiglieri, consigliati prima con te stesso (Israele)»

 

Iniziamo la giornata Pregando

“O nome glorioso di Gesù, per mezzo tuo sono perdonate le colpe, sono sconfitti i nemici, per te i malati sono liberati e coloro che soffrono sono irrobustiti e gioiscono! Tu onore dei credenti, forza di coloro che operano, tu sostegno dei deboli! I desideri si accendono per il tuo calore e ardore di fuoco, si inebriano le anime contemplative e per te le anime trionfanti sono glorificate nel cielo: con le quali, per questo tuo santo Nome, fa’ che possiamo anche noi regnare. Amen!”

 

 

Ascoltiamo la Parola di Dio (Gv 1,1-18)

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.

 

Riflessione per il giorno (frammenti di vita)     

Nelle SS. Messe che si celebrano al Patronato durante la settimana, la presenza degli africani è sempre significativa non solo per il numero, ma anche per l’intensità della partecipazione. A differenza degli italiani, gli africani non si fanno nessun problema a esprimere spontaneamente le intenzioni della preghiera dei fedeli e lo fanno di solito in inglese o in francese (meno uno che si ostina a pregare in un italiano così astruso che molti pensano si tratti di un dialetto africano). Si è inoltre innescata una sorta di competizione, in base alla quale prega meglio chi prega più a lungo, con la conseguenza che occorre intervenire con un perentorio “per Cristo nostro Signore” per troncare la…gara. Non c’è varietà nelle richieste: si inizia ringraziando Dio e chiedendogli l’aiuto e la protezione per i familiari lontani; il permesso di soggiorno e lavoro per se stessi; la salute e le altre cose vengono dopo. Ultimamente però un nome è balzato al primo posto nelle intenzioni: non è quello del Papa, né di altre persone note; è pronunciato con rispetto e timore; si chiede a Dio che lo illumini e lo ispiri a fare buone scelte. Il nome in questione è: “Salvini”.