Proverbio del giorno
Un mendicante non può dire che la salsa è troppo piccante. (Africa)
Preghiera del giorno (preghiera di Isaia di Scete)
Signore Gesù Cristo, non farmi peccare contro di te, perché mi sono smarrito. Fa’ che non segua la mia volontà e vada in rovina coi miei peccati. Abbi compassione di me, non disprezzarmi perché sono debole, non abbandonarmi perché in te mi rifugio, guarisci l’anima mia perché ho peccato contro di te. Signore, salvami per la tua misericordia perché tu, Signore, sei potente in tutto e a te spetta la gloria, a Dio Padre e allo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Francisco de Borja
nacque a Gandia (Valencia, Spagna) nel 1510 nella famosa famiglia Borgia. Crebbe a Saragozza e a 12 anni fu inviato come paggio a Tordesillas e poi da Carlo V: entrò presto nelle grazie dell’imperatrice Isabella, che lo nominò marchese di Lombay e lo fece sposare con Eleonora de Castro, da cui ebbe 8 figli. Nel 1539 fu nominato viceré di Catalogna, ma nel 1546 la moglie morì ed egli emise i voti solenni ed entrò nella Compagnia di Gesù, ma ottenne una particolare dispensa per assolvere i suoi doveri di genitore. Nel 1550 a Roma venne ordinato sacerdote e diventò uno dei principali collaboratori di S. Ignazio. Contribuì all’istituzione del “Collegio romano”, l’attuale “Università Gregoriana” e nel 1554 fu nominato “Commissario generale” in Spagna. Nel 1565 venne eletto “Preposito Generale” della Compagnia di Gesù e diede grande impulso all’attività missionaria dell’Ordine in India, Brasile e Giappone. Morì a Roma il 30 settembre 1572.
La Parola di Dio del giorno (Luca 10,1-12)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio». Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che in quel giorno Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città».
Riflessione per il giorno (Nicolas Standaert – Civiltà Cattolica)
Quando Matteo Ricci morì a Pechino nel 1610, dopo trent’anni di missione, c’erano circa 2.500 cristiani cinesi. Nel 1665 i cristiani cinesi erano diventati probabilmente circa 80.000, e intorno al 1700 erano circa 200.000, il che era poco, se confrontato con l’intera popolazione, tra i 150 e i 200 milioni di abitanti. E pochissimi erano i sacerdoti: “Alla morte di Matteo Ricci, c’erano solo 16 gesuiti in tutta la Cina: 8 fratelli cinesi e 8 padri europei. Con l’arrivo dei francescani e dei domenicani, intorno al 1630, e con un lieve incremento dei gesuiti nello stesso periodo, il numero dei missionari stranieri arrivò a più di 30, e rimase costante tra i 30 e i 40 nell’arco dei successivi trent’anni. In seguito vi fu un incremento fino a circa 140 tra il 1701 e il 1705. Ma poi a causa della controversia sui riti il numero dei missionari si ridusse di circa la metà”. Così la gran parte dei cristiani cinesi incontrava il sacerdote non più di “una o due volte l’anno”. E nei pochi giorni in cui durava la visita, il prete “conversava coi capi e coi fedeli, riceveva informazioni dalla comunità, si interessava dei malati e dei catecumeni. Ascoltava confessioni, celebrava l’eucaristia, predicava, battezzava”. Poi il prete per molti mesi spariva. Eppure le comunità cristiane reggevano e -conclude Standaert “si trasformarono in piccoli ma solidi centri di trasmissione di fede e di pratica cristiana”.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i giovani perché non si lascino condizionare troppo dalle mode passeggere…
Don’t Forget – Buone notizie
nell’immagine un dipinto di Nikolay Bogdanov-Belsky